Analisi: "Cacciatori neri" di Giovanni Campi


Immagine Scultura Cacciatori neri
In questo articolo analizzeremo l'opera "Cacciatori neri" di Giovanni Campi.
1) Introduzione
2) Riferimento Storico
3) Analisi dell'Opera
4) Locazione Scultura
5) Conclusioni sull'Autore

Introduzione

Le "Cacciatori neri" (circa 1650) costituiscono due piccole sculture realizzate in pietra dall'artista Giovanni Campi. Queste statuette rappresentano fedeli repliche delle opere di François Duquesnoy e sono attualmente esposte nella Galleria Borghese, precisamente nella sala 6, a Roma.


Riferimento Storico

Le sculture erano inizialmente parte dell'arredamento interno della casa da gioco. Le opere, ispirate a antichi capolavori romani, si caratterizzano per l'uso sapiente di pietra colorata e metallo dorato, in sintonia con lo spirito generale della collezione.
Come molti maestri attivi a Roma nel XVII secolo, Duquesnoy e Campi erano spesso incaricati del restauro di sculture risalenti all'antichità. Le opere antiche, segnate dal trascorrere del tempo, raramente trovavano spazio sul mercato dell'antiquariato.


Analisi dell'Opera

Le statuette dei Cacciatori Neri si presentano come opere complementari, progettate originariamente per essere collocate fianco a fianco, a creare un'armonia visiva. La disposizione delle figure e delle pose dei personaggi suggerisce che dovevano condividere lo stesso livello, con gli occhi dei mori convergenti nella stessa direzione.
Entrambi gli eroi esibiscono con orgoglio i loro trofei: uccelli, ciascuno con una carcassa di selvaggina legata sul lato opposto del corpo. Accanto al primo cacciatore compare un leale compagno a quattro zampe, mentre il secondo è affiancato da un imponente leone. Il torso nudo dei cacciatori è abbinato a una borsa che pende dalla spalla fino alla vita, contenente l'indispensabile attrezzatura. Le statuette, con un'altezza di 65 cm ciascuna, catturano l'essenza della caccia e della natura selvaggia.


Locazione Scultura

Nel XVIII secolo, le piccole sculture dei Cacciatori neri furono esposte nella prestigiosa Sala del Gladiatore accanto all'opera Baccanale di Putti, creata dallo scultore François Duquesnoy. Successivamente, queste raffigurazioni vennero trasferite nella sala 3, dedicata ad Apollo e Dafne, prima di trovare la loro collocazione definitiva nella sala 6. Gli studiosi sostengono che la data di creazione delle statuette non superi il 1651, basandosi sulle fonti documentarie che confermano il pagamento a Giovanni Campi per due di queste opere tra giugno 1651 e maggio 1653.
I documenti contemporanei di quel periodo, descrivendo le opere presenti nella collezione della Galleria Borghese, attribuiscono la realizzazione delle statuette dei Cacciatori neri a François Duquesnoy. Tuttavia, tale informazione non trova conferma nei resoconti biografici del maestro.


Conclusioni sull'Autore

François Duquesnoy, uno straordinario scultore fiammingo, ha lasciato un'impronta indelebile nell'arte barocca, particolarmente a Roma, dove ha vissuto e lavorato. Assieme ad artisti di spicco come Alessandro Algardi (1598 - 1654) e l'incomparabile Lorenzo Bernini (1598-1680), Duquesnoy ha contribuito a plasmare il panorama artistico della Città Eterna.
Tra le sue opere più celebri, spicca la statua di Sant'Andrea, creata tra il 1629 e il 1633 per adornare la Cattedrale di San Pietro in Vaticano. Un'altra opera di grande rilievo è la scultura in marmo di Santa Susanna, realizzata tra il 1630 e il 1633 per ornare l'interno della Basilica di Santa Maria di Loreto a Roma.
Sebbene le creazioni di Duquesnoy possano apparire meno esuberanti rispetto a quelle di Bernini, il suo stile artistico, intriso di una profonda drammaticità, presenta affinità con quello di Algardi. La maestria di Duquesnoy si esprime attraverso opere che, seppur forse meno immediate nella loro impattante presenza, rivelano una ricchezza e una complessità che meritano attenta considerazione.

Fonti: Analisi dell'Opera, Borghese Gallery, ArteOpereArtisti

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