John Toland - L'origine dei pregiudizi


Immagine John Toland
1) Introduzione
2) Lettura
3) Guida alla lettura
4) Guida alla Comprensione

Introduzione


Nel 1701, John Toland fu inviato dalla fazione whig inglese in una missione diplomatica presso la corte di Hannover, in Prussia. Qui fu calorosamente accolto dalla regina Sofia Carlotta. Durante il suo soggiorno, Toland partecipò a diverse discussioni pubbliche dove espose le sue idee riguardanti i pregiudizi, l'origine delle superstizioni e le credenze religiose. Queste idee lo portarono anche a confrontarsi con Leibniz, che già conosceva i suoi pensieri e lo aveva presentato a corte come un eminente intellettuale. Questa esperienza ispirò Toland a scrivere le "Lettere a Serena", pubblicate nel 1704. Il nome "Serena" era un velato riferimento a Sofia Carlotta, la cui curiosità per le teorie di Toland aveva fornito lo spunto per un'analisi dottrinale nel testo. Nella prima lettera di questa serie, Toland discute come i pregiudizi si radicano progressivamente nella mente umana fin dalla giovinezza e quanto sia arduo liberarsene attraverso la ragione.


Lettura


Non appena vediamo la luce, il grande inganno comincia a produrre illusioni di ogni sorta. La stessa levatrice ci introduce nel mondo con cerimonie superstiziose, e le buone donne che assistono al travaglio sanno mille scongiuri per evitare la sfortuna o procurare la felicità del bambino, facendo diverse osservazioni ridicole per scoprire presagi sulle sue future condizioni di vita.

Quanto al sacerdote, in alcuni luoghi egli non rimane indietro in queste chiacchiere per iniziarlo subito al proprio servizio, pronunziando certe formule come potenti incantesimi e usando i nobili simboli del sale o dell'olio, o più dolorose applicazioni di ferro o fuoco, o imprimendogli in qualche altro modo un marchio, come segno del diritto di diventarne padrone nel futuro.

Il bambino, è vero, non subisce ancora l'influsso di simili sciocchezze, qualunque sia il valore che in seguito può essere persuaso ad attribuirvi: ma questo dimostra quanto presto coloro che lo circondano comincino a contagiarlo per quanto possibile con i loro errori, e con quanto zelo ognuno di coloro con i quali avrà rapporti in seguito cerchi di corrompere la sua ragione fin dall'inizio. Così, non ricordando quando, dove o come abbia ricevuto molte delle sue idee, è indotto a credere che esse derivino dalla natura stessa e rimane sbalordito nel trovare qualcuno che ne mette in discussione la validità, come apparirà con maggiore evidenza dalle considerazioni seguenti.

Subito dopo la nascita siamo affidati alle balie, donne ignoranti del popolo più basso, che infondono in noi i loro errori insieme al latte, spaventandoci per tenerci tranquilli con le figure minacciose di teschi, scheletri, mostri e spauracchi. E per timore che ci perdiamo vagando all'aperto o cadiamo nei pozzi o nei fiumi, ci atterriscono con storie di spettri e folletti, facendoci credere che tutti i luoghi solitari siano infestati dagli spiriti, e che i poteri invisibili siano attivi e malefici soprattutto di notte.

Alle favole che sono così inventate all'inizio per tenere i bambini sotto controllo (un'autorità che in effetti fa di loro dei miserabili schiavi per sempre) essi credono in buona fede anche quando sono cresciuti. E così l'intera generazione e tutto il paese finiscono per esserne persuasi, a un punto tale che molte persone – di solito abbastanza sagge – non osano dormire da sole in una camera, né viaggiare se non di giorno, e tanto meno hanno il coraggio di entrare in case o chiese vuote.

Quando lasciamo le nostre balie siamo riportati a casa, dove siamo messi in mani ancora peggiori fra servitori pigri e ignoranti, i cui passatempi principali sono chiacchiere di fate, elfi, stregonerie, spettri erranti, previsioni della sorte, consultazioni di astrologi e altre simili imprese fantastiche. Essi si deliziano nello spaventarsi o illudersi a vicenda, non di rado per favorire i loro intrighi privati: queste cose, quali che siano i loro scopi, non mancano di produrre impressioni fatali sui fanciulli, e i nostri genitori di solito non sono più saggi.

Poi siamo mandati a scuola, dove tutti i giovani arrivano vittime dello stesso contagio dalle loro case, e dove sentono parlare soltanto di demoni, ninfe, geni, satiri, fauni, apparizioni, profezie, trasformazioni e altri stupendi miracoli. Ci raccontiamo continuamente tra noi tutte le nostre storie e ciò che può essere nascosto a un bimbo in una famiglia prudente lo sentirà sicuramente a scuola, dove tanti bambini sono riuniti insieme non per migliorarsi a vicenda [...] ma per comunicarsi a vicenda i propri errori e le cattive abitudini, per diventare ancora più pigri e per incontrare cattivi esempi.

Divoriamo avidamente poeti, oratori e mitografi, imparando a memoria lunghi brani dei loro racconti fantastici, sorpresi e conquistati dal fascino del loro stile, dei versi e della composizione. E così accade che inghiottiamo il veleno dei loro errori con un piacere inesprimibile e poniamo una solida base per la credulità futura, assumendo insensibilmente una disposizione a udire storie rare e meravigliose, a illuderci di credere in ciò che è soltanto oggetto del nostro timore o desiderio, a pensare di essere convinti quando siamo soltanto perplessi e ad accettare ciò che non possiamo comprendere.

Non siamo resi molto più saggi, ma piuttosto molto più vanitosi e presuntuosi nelle università, soprattutto all'estero, dove i professori – a torto o a ragione – devono adattarsi alle leggi e alla religione del paese; oppure, se talvolta si azzardano a filosofare liberamente, generalmente cadono negli estremi, facendoci confidare troppo o troppo poco nei nostri sensi o distraendoci con astrazioni illusorie e sottigliezze che rimpiccioliscono l'argomento oltre la portata della nostra vista, riducendolo alla fine a un puro nulla.

L'università è la più fertile culla dei pregiudizi, il maggiore dei quali consiste nel pensare di imparare ogni cosa, mentre in realtà non ci viene insegnato nulla; ci limitiamo a ripetere a memoria con assoluta sicurezza le nozioni incerte dei nostri sistemi, ma se esse vengono contestate da qualcuno non abbiamo più una parola da dire al di fuori dei nostri luoghi comuni, né alcuna argomentazione per soddisfare l'oppositore o noi stessi. [...]

Ma se tutto questo non fosse sufficiente a corrompere il nostro intelletto, vi sono certe persone pagate e isolate dagli altri in moltissime comunità del mondo non per disingannare il resto del popolo, ma piuttosto per mantenerlo nei suoi errori. [...]

Le strane cose e le storie incredibili che abbiamo letto o ascoltato (se mai hanno qualche rapporto con una religione particolare) ci vengono confermate ogni giorno dal predicatore sul pulpito, dove tutto ciò che egli dice è preso per vero dalla maggior parte degli ascoltatori, mentre nessuno ha la libertà di contraddirlo ed egli spaccia le proprie opinioni per gli stessi oracoli divini. Sebbene ciascuna setta rifiuti di ammettere che questo valga per le sue specifiche dottrine (e come noi sappiamo bene, Serena, questa accusa non si applica alla religione riformata che professiamo), tuttavia le altre se lo rinfacciano reciprocamente con argomenti inconfutabili. Poiché infatti è impossibile che siano tutte nel giusto, anzi che lo sia più di una di loro, ciò dimostra che i seguaci delle altre, cioè la massa dell'umanità, sono mantenuti nell'errore dai loro preti.

E nondimeno gli stessi dubbi relativi alle gioie celesti e ai tormenti infernali sono sufficienti a procurare autorità alle loro infinite contraddizioni: tanto forti sono gli effetti della speranza e della paura, che tuttavia sono sempre fondate sull'ignoranza! [...]

Ma nessun tipo di pregiudizi aderisce con maggiore forza, o è più difficile da sradicare, di quelli della società in cui viviamo e riceviamo la nostra educazione. Questo vale in uguale misura per i costumi civili e i riti religiosi, per le dottrine e per i comportamenti.

Non possiamo indurci con facilità a credere che i nostri antenati avessero quasi sempre torto, e tanto meno che coloro con i quali abbiamo rapporti quotidiani abbiano motivi così poco fondati per molte delle loro azioni, specialmente perché siamo propensi ad amare o ammirare le opinioni degli uomini sulla base dell'attaccamento nei confronti delle loro persone e del fatto che siamo stati allevati secondo le medesime convinzioni.

All'opposto, spesso odiamo un'opinione a causa della persona, e non meno spesso la persona a causa della sua opinione: di solito per la sola ragione che abbiamo ricevuto un'educazione differente e siamo abituati a pensare che chi nutre opinioni errate non possa comportarsi in modo corretto.

Così la massa del popolo in tutti i luoghi del mondo assorbe avidamente ciò che gli viene insegnato ad imitare o rispettare dall'infanzia, e senza ulteriori prove è pronta a morire in nome della sua verità nella vecchiaia: il che equivale a farsi martiri di un'abitudine, non della religione o della verità, se non per puro caso.

L'abitudine, anzi (definita in modo appropriato una seconda natura) ha impresso un tale marchio sullo stesso linguaggio della società che quanto viene espresso in certi termini, per quanto contraddittori o astrusi, passa di solito per verità corrente: ma basta cambiare i termini o usare le espressioni di un altro partito e, anche se si pronunciano degli oracoli, qualunque cosa si dica sarà ritenuta falsa, o nel migliore dei casi sospetta. [...]

Ad esempio, voi potete convincervi razionalmente della verità della religione che volete: ma ditemi, vi prego, quale religione vi consente di convincervi razionalmente della sua falsità? So che alcune di esse dichiarano di concedere libertà di esame, ma il loro modo di procedere ne dimostra non di rado la mancanza di sincerità: infatti, se qualcuna delle loro dottrine è posta in dubbio o negata in seguito a tale esame, la persona che lo fa passerà qualche brutto momento.

Se non viene messa a morte, mandata in esilio, privata del suo impiego, multata o scomunicata, a seconda del maggiore o minor potere della sua Chiesa, il meno che si possa aspettare è di essere aborrita ed evitata dagli altri membri della società (cosa che chiunque ha il potere di fare): e questo non tutti gli uomini hanno la forza di sopportarlo, anche per amore delle più grandi verità. Proprio l'attaccamento dell'amicizia ha spesso mantenuto uomini di mirabile intelligenza nell'adesione esteriore agli errori più assurdi e ridicoli.

Aggiungete a tutto questo i nostri timori e la nostra vanità; l'ignoranza del passato, l'incertezza del presente e l'ansiosa curiosità del futuro; la precipitazione nel giudizio, la sconsideratezza nel dare l'assenso e la mancanza della necessaria imparzialità nell'esame. Tali motivi faranno sì che non solo noi siamo dominati da errori grossolani nel comportamento, siamo fuorviati dai sensi e dai desideri e prendiamo innumerevoli asserzioni false per verità dimostrate nelle questioni speculative; ma anche che siamo ingiusti con i meriti degli altri, confondiamo l'innocente con il colpevole e in genere preferiamo quest'ultimo. [...]

Dopo queste osservazioni possiamo renderci conto della pericolosa condizione di ogni individuo e della sua apparente impossibilità di evitare il contagio, di conquistare e mantenere la propria libertà, dal momento che tutti gli altri uomini al mondo sono uniti nella medesima congiura per ingannarlo. Ma per quanto una persona libera dai pregiudizi sembri poco avvantaggiata rispetto alle altre nella sua situazione esteriore, tuttavia il miglioramento delle sue capacità razionali sarà la principale occupazione della sua vita, quando da un lato considera che nulla può eguagliare la propria tranquillità e serenità interiore, vedendo quasi tutti i suoi simili brancolare nel buio, perdersi in labirinti inestricabili, agitati da innumerevoli dubbi, tormentati da continue paure e niente affatto certi di trovare la fine della loro infelicità anche dopo la morte.

D'altro canto egli trova nel corretto uso della propria intelligenza una sicura difesa contro tutti questi vani sogni e terribili fantasmi, accontentandosi di ciò che già conosce e compiacendosi delle nuove scoperte, senza rivolgere il suo interesse a cose incomprensibili; non si lascia trasportare come una bestia dall'autorità o dall'istinto, ma stabilisce da solo le norme del suo comportamento di uomo libero e ragionevole.


Guida alla lettura


1) In che senso, secondo Toland, levatrici e sacerdoti producono una sorta di contagio che colpisce il bambino quando è ancora un soggetto inconsapevole?
Secondo Toland, levatrici e sacerdoti contribuiscono a instillare pregiudizi e superstizioni nei bambini fin dalla loro nascita, quando sono ancora inconsapevoli e incapaci di giudicare o resistere a tali influenze. Questi adulti introducono il neonato nel mondo con riti e cerimonie che sono carichi di simbolismi religiosi e superstiziosi. Il testo descrive come il sacerdote usi simboli come il sale e l’olio o addirittura il ferro e il fuoco per segnare il bambino, simboleggiando il controllo e l'influenza sulla sua vita futura.

Questo tipo di azioni non solo introduce prematuramente il bambino a concetti che non è in grado di comprendere, ma anche prepara il terreno affinché il bambino, crescendo, accolga senza criticità le credenze e i pregiudizi di chi lo circonda. In tal modo, il bambino inizia a credere che queste idee gli siano innate o naturali, perché non ricorda un momento in cui non le avesse, e trova difficile contestarle in seguito nella vita, consolidando così un ciclo di credenze inculcate. Questo "contagio" da parte di levatrici e sacerdoti avviene quindi in un momento di particolare vulnerabilità e ha effetti duraturi sulla percezione del mondo del bambino.

2) Quale contributo danno le balie e i servi nel favorire i pregiudizi? Lo studio nelle università contribuisce a sfatarli?
Nel testo di Toland, le balie e i servi sono descritti come figure che contribuiscono significativamente all'instillazione dei pregiudizi nei bambini. Sin dall'infanzia, queste figure trasmettono ai bambini una varietà di superstizioni e storie spaventose, come quelle di spettri, folletti, e mostri, con l'obiettivo di controllare il loro comportamento. Queste storie e credenze, insegnate durante un periodo così formativo della vita di una persona, tendono a radicarsi profondamente e persistono anche in età adulta, condizionando così la visione del mondo e delle realtà che li circonda.

Per quanto riguarda il ruolo delle università, nel testo Toland critica fortemente queste istituzioni per il loro contributo nel perpetuare piuttosto che sfatare i pregiudizi. Le università, secondo Toland, si limitano a ripetere dogmi e nozioni incerte senza promuovere un vero e proprio esame critico. Invece di incoraggiare lo spirito critico e il libero pensiero, le università spesso si adattano alle leggi e alla religione del paese, oppure cadono negli estremi di filosofare in modo tale da confondere piuttosto che chiarire. Pertanto, anziché essere luoghi di liberazione intellettuale, diventano "culla dei pregiudizi", dove gli studenti escono spesso più convinti dei loro errori che equipaggiati con gli strumenti per riconoscerli e contrastarli.

3) Quali criteri bisogna tenere in considerazione per valutare quale sia l'azione migliore da compiere?
Nel contesto del testo di Toland che hai condiviso, l'azione migliore da compiere può essere valutata considerando diversi criteri che emergono dalla riflessione dell'autore sui pregiudizi e sull'uso della ragione. Ecco alcuni dei criteri principali:

Razionalità e uso critico della mente: Toland mette in evidenza l'importanza di esercitare il pensiero critico e razionale contro i pregiudizi. L'azione migliore è quella che è sostenuta da un'analisi razionale piuttosto che da credenze infondate o da pratiche superstiziose.
Indipendenza dal pensiero comune: Il testo suggerisce che spesso le masse sono ingannate da falsità perpetuate attraverso l'educazione e la cultura. Quindi, l'azione migliore potrebbe essere quella che sfida le norme accettate senza critica, quando queste si basano su fondamenti non razionali.
Educazione libera da pregiudizi: L'importanza di un'educazione che non solo trasmetta conoscenze ma che insegni anche a pensare in modo indipendente e critico è fondamentale nel testo. L'azione migliore dovrebbe promuovere l'apprendimento libero e critico.
Resistenza alla pressione sociale e autoritaria: Il testo descrive come le autorità religiose e sociali possano imporre il loro controllo attraverso la paura e la manipolazione. Un'azione migliore sarebbe quella che resiste a queste pressioni per mantenere l'integrità personale e la libertà di pensiero.
Valutazione delle conseguenze etiche delle azioni: Considerare le implicazioni etiche delle proprie azioni è un tema sottinteso nel testo, specialmente nel contesto di resistere ai pregiudizi e alle pressioni. Scegliere azioni che non solo siano razionalmente giustificabili ma che abbiano anche un impatto positivo sulla società è importante.

In sintesi, l'azione migliore secondo i criteri derivati dal testo di Toland è quella che promuove la libertà di pensiero, si basa su una solida riflessione razionale, sfida le autorità e le norme ingiustificate, e considera attentamente le conseguenze etiche.

4) Quale vademecum Toland fornisce al libero pensatore?
Nel testo di John Toland, il vademecum fornito al libero pensatore può essere sintetizzato attraverso i seguenti punti principali:

Riconoscere l'influenza dei pregiudizi: Toland evidenzia l'importanza di riconoscere come i pregiudizi vengano formati fin dalla nascita e consolidati attraverso l'educazione e l'ambiente sociale. Un libero pensatore dovrebbe essere consapevole di questi condizionamenti per poterli mettere in discussione.
Questionare l'autorità e le tradizioni: Il testo sottolinea la necessità di mettere in dubbio l'autorità e le tradizioni che spesso vengono accettate senza critica. Questo include il questionare le pratiche religiose e sociali che vengono trasmesse senza una riflessione critica.
Educarsi in modo indipendente: Toland consiglia di cercare un'istruzione che permetta di sviluppare il pensiero critico piuttosto che accettare passivamente le nozioni impartite. Il libero pensatore dovrebbe aspirare a un'educazione che stimoli la riflessione personale e la valutazione indipendente delle informazioni.
Utilizzare la ragione come guida: La ragione dovrebbe essere il principale strumento attraverso cui il libero pensatore valuta il mondo. Toland incoraggia l'uso della logica e del pensiero razionale per analizzare le credenze e le pratiche, evitando di lasciarsi guidare da emozioni come la paura o l'ansia.
Rifiutare il conformismo: Il testo invita a resistere alla pressione del conformismo, che può portare all'accettazione acritica di idee errate. Essere un libero pensatore significa spesso dover resistere all'isolamento sociale o alle critiche ma Toland vede questa resistenza come essenziale per mantenere l'integrità intellettuale.
Promuovere la tranquillità e la serenità interiore: Infine, Toland sottolinea che, nonostante le sfide esterne, il libero pensatore trova soddisfazione nel miglioramento delle proprie capacità razionali e nella tranquillità che deriva dal comprendere e accettare la realtà senza illusioni.

Questi principi formano un vademecum per chi desidera vivere liberamente e razionalmente, sfidando le convenzioni e i pregiudizi per cercare una comprensione più profonda e veritiera del mondo.


Guida alla Comprensione


1) Ricostruisci brevemente in che modo, secondo Toland, il sistema di istruzione rafforza il contagio della superstizione e dei pregiudizi.
Secondo Toland, il sistema di istruzione contribuisce significativamente al rafforzamento del contagio della superstizione e dei pregiudizi tra i giovani. Egli descrive un ciclo in cui i bambini, fin dalla tenera età, sono esposti a storie e credenze infondate tramite diverse figure autoritarie e influenti nella loro vita. Questa esposizione inizia già con le balie e i servitori, che intrattengono i bambini con racconti di fate, elfi, stregonerie e spettri. Tali narrazioni hanno un impatto profondo sulla percezione del mondo dei giovani.

Quando i bambini vengono mandati a scuola, il contagio delle superstizioni continua e si intensifica. Nell'ambiente scolastico, sono circondati da altri bambini che provengono da contesti simili, portando con sé le stesse superstizioni e pregiudizi. Questi vengono condivisi e rafforzati attraverso il racconto continuo di storie fantastiche che includono demoni, ninfe, geni e altri elementi soprannaturali. La scuola diventa un luogo dove i pregiudizi e le superstizioni sono non solo mantenuti ma anche amplificati.

Inoltre, Toland critica il curriculum scolastico, che include lo studio di poeti, oratori e mitografi, i quali presentano le loro narrazioni fantastiche in modo affascinante. Gli studenti, attratti dallo stile e dalla composizione di tali racconti, assimilano i loro errori e pregiudizi con grande piacere, stabilendo una base solida per la futura credulità.

Il sistema universitario, infine, non fa che aggravare ulteriormente il problema. Le università, secondo Toland, tendono a confermare i pregiudizi piuttosto che a sfidarli. Gli insegnamenti sono spesso conformi alle leggi e alle religioni locali, e quando i professori tentano di filosofare liberamente, spesso cadono in estremismi che non aiutano a sviluppare un pensiero critico ma piuttosto rafforzano la dipendenza dall'autorità e dall'assorbimento acritico di idee.

In sintesi, secondo Toland, il sistema di istruzione, invece di liberare la mente e promuovere un pensiero indipendente e critico, tende a perpetuare e rafforzare superstizioni e pregiudizi attraverso un'esposizione costante e un rinforzo collettivo di idee infondate e senza fondamento razionale.

2) Spiega in che senso, secondo Toland i peggiori pregiudizi nascono dall'adesione ai costumi del proprio paese e come questo favorisca le credenze erronee, creando ostacoli alla comprensione delle opinioni estranee.
Secondo John Toland, nel testo che abbiamo esaminato, i peggiori pregiudizi nascono dall'adesione incritica ai costumi e alle convinzioni del proprio paese, un processo che inizia fin dalla più tenera età. Toland sostiene che l'ambiente in cui cresciamo — famiglia, scuola, società — è saturato di credenze preconfezionate che vengono trasmesse senza un autentico esame critico. Questi pregiudizi sono perpetuati attraverso un'educazione che si basa più sull'accettazione passiva di "verità" tradizionali piuttosto che sull'indagine critica.

Toland mette in evidenza come, da bambini, siamo esposti a narrazioni popolari e superstizioni che sono intrise di elementi fantastici e irrazionali (come fate, elfi e spettri), i quali vengono accettati come verità incontestabili. Questi elementi di "folklore" domestico diventano così radicati nel nostro modo di pensare che, anche quando adulti, molte persone continuano a credere a queste storie, persino se contraddicono la logica o l'esperienza diretta.

Inoltre, la scolarizzazione e l'istruzione superiore non sempre rimediano a questo problema; anzi, spesso rafforzano ulteriormente i pregiudizi esistenti attraverso un curriculum che raramente sfida le convenzioni o incoraggia un pensiero veramente libero e indipendente. Le università, soprattutto in contesti più tradizionalisti, tendono a conformarsi alle norme religiose e culturali prevalenti, limitando così la portata del dibattito critico e l'esplorazione di idee alternative.

Questo processo di adesione ai costumi locali crea una barriera significativa all'accettazione di opinioni e costumi esterni. Poiché le persone crescono credendo fermamente nella correttezza dei propri sistemi culturali e religiosi, tendono a vedere le pratiche e le credenze esterne come inferiori o addirittura errate. Tale atteggiamento non solo limita la comprensione interculturale ma rende anche difficile per gli individui riconoscere o accettare la validità di qualsiasi sistema di pensiero che contrasti con quello che hanno sempre conosciuto.

Di conseguenza, Toland avverte che i pregiudizi culturali e i dogmi religiosi, radicati nella società fin dalla nascita di un individuo, ostacolano profondamente la capacità di sviluppare un pensiero libero e razionale, relegando così molte persone a una vita di conformità non esaminata e di credenze non verificate. Questo limita non solo l'individuo ma l'intera società nella sua capacità di progredire verso una maggiore comprensione e tolleranza.

3) Sulla base della lettura dell'intero passo, elenca le principali cause che spingono gli uomini verso pregiudizi, superstizioni ed errori.
Il testo esplora in modo approfondito le cause che portano gli uomini a sviluppare pregiudizi, superstizioni ed errori. Ecco un elenco delle principali cause identificate da Toland nel testo:

L'influenza della prima infanzia: Fin dalla nascita, gli individui sono esposti a credenze e superstizioni tramite rituali e cerimonie, come evidenziato dall'atteggiamento della levatrice e delle donne che assistono al parto.
Educazione impartita dalle balie e dai servitori: Durante l'infanzia, le balie e i servitori, spesso ignoranti e superstiziosi, instillano nelle menti dei bambini paure e credenze irrazionali.
L'influenza scolastica e dei coetanei: A scuola, i bambini sono esposti a storie di demoni, ninfe e altri elementi fantastici, rafforzati dalle conversazioni con i compagni, che tendono a perpetuare errori e cattive abitudini anziché correggerli.
L'istruzione accademica: Anche nelle università, i pregiudizi vengono rafforzati quando i professori aderiscono alle dottrine e alle leggi dominanti del paese, o deviano in modo eccessivo nelle loro speculazioni filosofiche.
L'influenza della religione e dei predicatori: Le istituzioni religiose e i predicatori spesso presentano le proprie dottrine come verità assolute, senza possibilità di contraddizione o dibattito, rinforzando così i pregiudizi e le credenze senza fondamento critico.
La pressione sociale e la paura dell'esclusione: Gli individui possono essere scoraggiati dal mettere in discussione le norme prevalenti a causa della paura di essere esclusi o isolati socialmente.
L'abitudine e la familiarità: Le persone tendono a credere in ciò che è familiare e ciò che è stato insegnato loro fin dall'infanzia, rendendo difficile l'adozione di nuove prospettive o il rifiuto di vecchie credenze.
L'influenza dei sentimenti come la speranza e la paura: Emozioni forti come la speranza e la paura, spesso legate a questioni di religione e aldilà, possono facilmente manipolare le credenze e i comportamenti delle persone.
Questi fattori, combinati, creano un ambiente in cui i pregiudizi e le superstizioni non solo si radicano, ma vengono perpetuati attraverso generazioni, rendendo arduo il compito di liberarsi da essi e promuovere un pensiero razionale e indipendente.

Fonti: Zanichetti, libri scolastici superiori

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