Bonaventura da Bagnoregio - L'estasi mistica e affettiva


Immagine Bonaventura da Bagnoregio
1) Introduzione
2) Lettura
3) Guida alla lettura
4) Guida alla Comprensione

Introduzione


Nel corso del XIII secolo, Bonaventura da Bagnoregio, illustre teologo e Ministro generale dell'ordine dei frati minori, fu protagonista di un viaggio significativo sul monte Verna, situato nella suggestiva Toscana. Qui, presso il luogo in cui, nel 1224, si dice che San Francesco d'Assisi abbia ricevuto le sacre stimmate, Bonaventura ebbe un'esperienza straordinaria. Egli racconta di aver avuto la visione di un Serafino, una figura angelica dalle sei ali a forma di crocefisso, la stessa che si era manifestata a San Francesco trentacinque anni prima.

Questa visione fu la fonte d'ispirazione per l'opera monumentale di Bonaventura, l' "Itinerarium Mentis in Deum" (Itinerario della mente in Dio). Attraverso questa opera, Bonaventura espone i sei gradini di conoscenza attraverso i quali l'anima può elevarsi verso Dio. Egli descrive anche l'estasi mistica, un'esperienza in cui l'anima, al di là della comprensione intellettuale, si unisce a Dio con ardente desiderio, amore e il divino sostegno dello Spirito Santo. Questo testo, permeato dalla teologia mistica influenzata dalle opere dello Pseudo-Dionigi, rappresenta un prezioso contributo alla comprensione del cammino spirituale dell'uomo verso la Divinità.


Lettura


l. Dopo aver passato in rassegna le sei considerazioni come altrettanti gradini del trono di Salomone, con i quali si perviene alla pace, dove l'uomo veramente pacifico riposa, nella sua mente tranquilla, come nell'interiore Gerusalemme; o anche come le sei ali del cherubino con le quali la mente del vero contemplativo, illuminata pienamente dalla suprema sapienza, può elevarsi in alto; o anche come i primi sei giorni della creazione, durante i quali la mente è in piena attività, finché perviene al sabato del riposo; dopo dunque che la mente ha contuito Dio fuori di sé, per mezzo dei vestigi e nei vestigi, dentro di sé per mezzo dell'immagine e nell'immagine, sopra di sé per mezzo del riflesso della luce divina, che risplende sopra di noi, e nella stessa luce, per quanto è accessibile alla nostra condizione di viatori e alla capacità della nostra mente; dopo che, in ultimo, nel sesto grado, siamo arrivati a contemplare nel principio primo e sommo, mediatore tra Dio e l'uomo, Gesù Cristo, cose che non possono ritrovarsi nelle creature, e che superano ogni capacità della mente umana; dopo tutte queste considerazioni, ciò che rimane alla nostra mente è di elevarsi speculando, non solo al di sopra di questo mondo sensibile, ma anche al di sopra di se stessa; e in questa ascesa Cristo è via e porta, Cristo è scala e veicolo come il propiziatorio collocato sopra l'arca di Dio, e il sacramento nascosto nei secoli. [...]

4. In questa ascesa, perché sia perfetta, è necessario che si abbandonino tutte le operazioni dell'intelletto, e che l'apice dell'affetto sia per intero trasportato e trasformato in Dio. Questo stato è mistico e segretissimo, che non lo può conoscere chi non lo sperimenta, e non lo riceve se non chi lo desidera, né lo desidera se non colui che il fuoco il dello Spirito santo, che Cristo mandò sulla terra, profondamente infiamma. Per questo l'Apostolo dice che questa sapienza mistica è stata rivelata per mezzo dello Spirito santo.

5. Siccome ad ottenere questo nulla può la natura e poco la scienza, bisogna dare poco peso all'indagine e molto all'unzione spirituale; poco alla lingua e moltissimo alla gioia interiore; poco alle parole e ai libri, e tutto al dono di Dio, cioè allo Spirito santo; poco o niente alla creatura, e tutto all'essenza creatrice, al Padre, al Figlio e allo Spirito santo, dicendo, con Dionigi, al Dio trino: «Trinità sopraessenziale e veramente divina, guida suprema della scienza divina dei cristiani, conducici alle altezze più sconosciute, più luminose e più sublimi dei mistici eloqui; dove gli ultimi, assoluti e immutabili misteri della teologia, si nascondono nella più luminosa caligine di un sapiente silenzio, in una tenebra supermanifesta, supersplendente, in cui ogni cosa riluce e riempie, con gli splendori degli invisibili beni sommi, gli invisibili intelletti».

6. Se ora brami sapere come ciò avvenga, interroga la grazia, non la dottrina; il desiderio, non l'intelletto; il gemito della preghiera, non lo studio della lettera; lo sposo, non il maestro; Dio, non l'uomo; la caligine, non la chiarezza; non la luce, ma il fuoco che tutto infiamma e trasporta in Dio con le forti unzioni e gli ardentissimi affetti.


Guida alla lettura


1) Rileggi il primo lungo capoverso ed elenca i sei gradini della conoscenza che bisogna salire per arrivare più vicini a Dio con l'intelletto.
Nel primo lungo capoverso, Bonaventura elenca i sei gradini della conoscenza che bisogna salire per avvicinarsi a Dio con l'intelletto. Questi gradini sono:

Conoscenza di Dio tramite i suoi vestigi e nei suoi vestigi.
Conoscenza di Dio dentro di sé per mezzo dell'immagine e nell'immagine.
Conoscenza di Dio sopra di sé per mezzo del riflesso della luce divina.
Conoscenza di Dio nella stessa luce, per quanto è accessibile alla nostra condizione di viatori e alla capacità della nostra mente.
Contemplazione di Gesù Cristo, mediatore tra Dio e l'uomo, nel principio primo e sommo.
Elevazione al di sopra del mondo sensibile e di se stessi, con Cristo come via, porta, scala e veicolo.

2) Qual è la condizione essenziale per vivere lo stato «mistico e segretissimo», una volta abbandonato l'intelletto?
La condizione essenziale per vivere lo stato "mistico e segretissimo", una volta abbandonato l'intelletto, è che l'apice dell'affetto sia completamente trasportato e trasformato in Dio. In altre parole, è necessario che tutto il nostro amore e desiderio siano rivolti interamente verso Dio, affinché possiamo esperire pienamente questo stato mistico.

3) Che cosa è la «luminosa caligine»?
La "luminosa caligine" è un concetto mistico utilizzato da Bonaventura da Bagnoregio nel suo "Itinerario della mente in Dio". Si tratta di una metafora che descrive un'esperienza spirituale profonda e misteriosa. La parola "caligine" di per sé indica un'oscurità o una nebbia ma nell'uso di Bonaventura assume un significato diverso. La "luminosa caligine" rappresenta una sorta di oscurità luminosa, una tenebra che è permeata di una luce divina. È un modo per descrivere l'esperienza mistica in cui l'anima si avvicina a Dio e sperimenta una presenza divina che è al di là della comprensione umana ma che è allo stesso tempo luminosa e piena di significato spirituale. È un momento di intima unione con Dio, in cui l'anima si sente avvolta dalla presenza divina, pur rimanendo consapevole della propria limitatezza e dell'ineffabilità di Dio.


Guida alla Comprensione


1) Spiega il significato di questa frase: «In questa ascesa, perché sia perfetta, è necessario che si abbandonino tutte le operazioni dell'intelletto, e che l'apice dell'affetto sia per intero trasportato e trasformato in Dio».
Questa frase del testo si riferisce al concetto di "ascesa mistica" o "ascetica" nell'ambito della spiritualità cristiana, particolarmente influenzata dalla teologia mistica di autori come San Bonaventura e Pseudo-Dionigi.

Abbandonare le operazioni dell'intelletto: Significa liberarsi dalle limitazioni della ragione umana e dei processi di pensiero ordinari. Nell'ascesa mistica, si ritiene che la conoscenza di Dio vada oltre la comprensione intellettuale e che il contatto diretto con Dio richieda un abbandono delle concezioni razionali e delle analisi logiche.
Trasportare e trasformare l'apice dell'affetto in Dio: Questo si riferisce al coinvolgimento emotivo e devoto verso Dio. Nell'esperienza mistica, l'affetto, ovvero l'amore e la devozione, dev'essere completamente rivolto verso Dio. Questo coinvolgimento emozionale non deve essere indirizzato verso nessun'altra entità o desiderio terreno, ma piuttosto verso l'esperienza diretta e l'unione con la divinità.

In sintesi, la frase indica che per raggiungere una perfetta unione con Dio durante l'ascesa mistica, è necessario superare i limiti della ragione e dell'intelletto umano, abbandonandosi completamente alla devozione e all'amore divino.

2) Spiega il significato della lunga citazione tratta dalla Teologia mistica dello Pseudo-Dionigi.
La lunga citazione tratta dalla Teologia mistica dello Pseudo-Dionigi viene utilizzata da Bonaventura da Bagnoregio per esprimere concetti profondi legati alla ricerca mistica di Dio. In questa citazione, si fa riferimento alla Trinità sopraessenziale e divina, indicando la guida suprema della scienza divina dei cristiani. Dionigi, con il suo linguaggio simbolico e metaforico, invita a essere condotti verso le altezze più sconosciute, luminose e sublimi dei misteri teologici, dove gli ultimi, assoluti e immutabili misteri della teologia si nascondono nella caligine di un sapiente silenzio.

Il significato di questa citazione è profondo e complesso. Si richiama alla ricerca di Dio attraverso la contemplazione mistica, oltre le parole e le conoscenze razionali. Invita a immergersi nell'esperienza mistica di Dio, dove la mente umana si avvicina a lui attraverso un sapiente silenzio e una tenebra luminosa, trasportata dal fuoco dello Spirito Santo e dall'unzione spirituale. Si tratta di un invito a superare le limitazioni dell'intelletto e delle parole, per aprirsi completamente alla presenza divina tramite l'amore e l'abbandono totale a Dio.

3) Spiega il significato delle opposizioni concettuali presentate da Bonaventura nell'ultimo capoverso.
Nell'ultimo capoverso, Bonaventura presenta una serie di opposizioni concettuali per illustrare l'approccio mistico e trascendente alla conoscenza di Dio. Ecco una spiegazione del significato di ciascuna opposizione:

Grazia vs. Dottrina: Bonaventura indica che per comprendere l'esperienza mistica di avvicinarsi a Dio, è più importante affidarsi alla grazia divina anziché alla semplice dottrina intellettuale. La grazia rappresenta qui l'azione divina che illumina e trasforma l'anima, mentre la dottrina può essere considerata come l'apprendimento intellettuale delle verità religiose.
Desiderio vs. Intelletto: L'ascesa verso Dio è più guidata dal desiderio ardente dell'anima di incontrare Dio piuttosto che dall'intelletto razionale. Il desiderio profondo e appassionato di unione con Dio supera la razionalità e conduce l'individuo verso la sua meta spirituale.
Gemito della preghiera vs. Studio della lettera: Bonaventura sottolinea che il vero cammino verso Dio è attraverso la preghiera fervente e il gemito dell'anima che cerca Dio, piuttosto che attraverso lo studio accademico delle Sacre Scritture. La preghiera è vista come un'espressione più autentica della ricerca spirituale rispetto allo studio intellettuale.
Sposo vs. Maestro: Qui si evidenzia l'importanza di rivolgersi a Dio come "sposo" anziché come semplice "maestro". L'anima deve cercare un rapporto personale e intimo con Dio, simile a quello tra sposo e sposa, piuttosto che limitarsi a considerare Dio come un insegnante astratto.
Caligine vs. Chiarezza: Bonaventura indica che la vera comprensione di Dio risiede nella "caligine", cioè nell'oscurità o nell'inesplicabilità divina, piuttosto che nella chiarezza intellettuale. La mente umana non può pienamente comprendere Dio, quindi è attraverso un'esperienza oscura e misteriosa che si accede alla sua conoscenza.
Fuoco vs. Luce: Infine, Bonaventura utilizza l'immagine del fuoco che tutto infiamma per rappresentare l'amore ardente e la passione che trasporta l'anima verso Dio, piuttosto che la semplice luce intellettuale. Il fuoco simboleggia l'ardore spirituale che consuma l'anima nell'amore divino e la trasporta verso la comunione con Dio.

4) Raccogli le indicazioni positive fornite da Bonaventura e prova a spiegare con il loro supporto la condizione psicologica di chi si dispone allo slancio mistico.
Le indicazioni positive fornite da Bonaventura possono essere riassunte come segue:

Abbandono delle operazioni dell'intelletto: Bonaventura afferma che per raggiungere la perfezione nell'ascesa mistica è necessario abbandonare le operazioni dell'intelletto. Questo significa lasciare da parte il pensiero razionale e le analisi logiche per consentire alla mente di aprirsi all'esperienza mistica e alla presenza di Dio.
Trasporto e trasformazione dell'affetto in Dio: Bonaventura sottolinea l'importanza di trasportare e trasformare completamente l'affetto verso Dio. Questo implica un profondo coinvolgimento emotivo e spirituale, in cui l'amore e il desiderio per Dio diventano predominanti e guidano l'individuo verso l'esperienza mistica.
Unzione spirituale e gioia interiore: L'autore enfatizza l'importanza dell'unzione spirituale e della gioia interiore come elementi fondamentali nell'ascesa mistica. Questo suggerisce che l'esperienza mistica è caratterizzata da una profonda sensazione di beatitudine e pienezza interiore, che trascende le limitazioni della mente razionale.
Preghiera e desiderio: Bonaventura indica la preghiera e il desiderio come strumenti essenziali per raggiungere lo stato mistico. Questo suggerisce che la disposizione psicologica di chi si prepara allo slancio mistico è caratterizzata da una intensa ricerca spirituale e da una fervente aspirazione verso Dio.

Basandosi su queste indicazioni, si può comprendere che la condizione psicologica di chi si dispone allo slancio mistico è caratterizzata da un profondo coinvolgimento emotivo e spirituale, da una fervente ricerca interiore e da una totale apertura all'esperienza della presenza divina. L'individuo è guidato dalla gioia interiore e dal desiderio ardente di unirsi a Dio, abbandonando le limitazioni dell'intelletto razionale e aprendosi all'unzione spirituale che trasforma completamente il proprio essere.

Fonti: Zanichetti, libri scolastici superiori

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