Galileo Galilei - Le Scritture non servono alla scienza
1) Introduzione
2) Lettura
3) Guida alla lettura
4) Guida alla Comprensione
Introduzione
Nella lettera inviata alla granduchessa di Toscana madama Cristina di Lorena, nel 1615, Galileo afferma che la Bibbia non può essere chiamata a testimoniare verità di ordine naturale perché il suo scopo non è quello di far conoscere com'è fatta la natura a persone che per lo loro semplicità e rozzezza non saprebbero trarre profitto da questo genere di conoscenze, quello di indirizzarle verso il bene e verso la salute della loro anima. Afferma quindi con chiarezza il principio interpretativo che essa non debba essere presa alla lettera nel suo modo di rappresentare le cose, né considerata un'autorità al di fuori dell'ambito morale che le compete, poiché solo la scienza possiede gli strumenti («sensate esperienze» e «necessarie dimostrazioni») per valutare i fenomeni della natura. Galileo aveva dedicato allo stesso argomento un'altra lettera, quella indirizzata nel dicembre del 1613 a don Benedetto Castelli.
Lettura
Il motivo, dunque, che loro producono per condennar l'opinione della mobilità della Terra e stabilità del Sole, è, che leggendosi nelle Sacre Lettere, in molti luoghi, che il Sole si muove e che la Terra sta ferma, né potendo la Scrittura mai mentire o errare, ne séguita per necessaria conseguenza che erronea e dannanda sia la sentenza di chi volesse asserire, il Sole esser per se stesso immobile, e mobile la Terra.
Sopra questa ragione parmi primieramente da considerare, essere e santissimamente detto e prudentissimamente stabilito, non poter mai la Sacra Scrittura mentire, tutta volta che si sia penetrato il suo vero sentimento; il qual non credo che si possa negare essere molte volte recondito e molto diverso da quello che suona il puro significato delle parole.
Dal che ne séguita, che qualunque volta alcuno, nell'esporla, volesse fermarsi sempre nel nudo suono literale, potrebbe, errando esso, far apparir nelle Scritture non solo contradizioni e proposizioni remote dal vero, ma gravi eresie e bestemmie ancora: poi che sarebbe necessario dare a Iddio e piedi e mani e occhi, non meno affetti corporali ed umani, come d'ira, di pentimento, d'odio, ed anco tal volta la dimenticanza delle cose passate e l'ignoranza delle future; le quali proposizioni, sì come, dettante lo Spirito Santo, furono in tal guisa profferite da gli scrittori sacri per accomodarsi alla capacità del vulgo assai rozzo e indisciplinato, così per quelli che meritano d'esser separati dalla plebe è necessario che i saggi espositori ne produchino i veri sensi, e n'additino le ragioni particolari per che e' siano sotto cotali parole profferiti: ed è questa dottrina così trita e specificata appresso tutti i teologi, che superfluo sarebbe il produrne attestazione alcuna.
Di qui mi par di poter assai ragionevolmente dedurre, che la medesima Sacra Scrittura, qualunque volta gli è occorso di pronunziare alcuna conclusione naturale, e massime delle più recondite e difficili ad esser capite, ella non abbia pretermesso questo medesimo avviso, per non aggiugnere confusione nelle menti di quel medesimo popolo e renderlo più contumace contro a i dogmi di più alto misterio. Perché se, come si è detto e chiaramente si scorge, per il solo rispetto d'accomodarsi alla capacità popolare non si è la Scrittura astenuta di adombrare principalissimi pronunziati, attribuendo sino all'istesso Iddio condizioni lontanissime e contrarie alla sua essenza, chi vorrà asseverantemente sostenere che l'istessa Scrittura, posto da banda cotal rispetto, nel parlare anco incidentemente di Terra, d'acqua, di Sole o d'altra creatura, abbia eletto di contenersi con tutto rigore dentro a i puri e ristretti significati delle parole? E massime nel pronunziar di esse creature cose non punto concernenti al primario instituto delle medesime Sacre Lettere, ciò è al culto divino ed alla salute dell'anime, e cose grandemente remote dalla apprensione del vulgo.
Stante, dunque, ciò, mi par che nelle dispute di problemi naturali non si dovrebbe cominciare dalle autorità di luoghi delle Scritture, ma dalle sensate esperienze e dalle dimostrazioni necessarie: perché, procedendo di pari dal Verbo divino la Scrittura Sacra e la natura, quella come dettatura dello Spirito Santo, e questa come osservantissima essecutrice de gli ordini di Dio; ed essendo, di più, convenuto nelle Scritture, per accomodarsi all'intendimento dell'universale, dir molte cose diverse, in aspetto e quanto al nudo significato delle parole, dal vero assoluto; ma, all'incontro, essendo la natura inesorabile ed immutabile, e mai non trascendente i termini delle leggi impostegli, come quella che nulla cura che le sue recondite ragioni e modi d'operare sieno o non sieno esposti alla capacità degli uomini; pare che quello degli effetti naturali che o la sensata esperienza ci pone dinanzi a gli occhi o le necessarie dimostrazioni ci concludono, non debba in conto alcuno esser revocato in dubbio, non che condennato, per luoghi della Scrittura che avessero nelle parole diverso sembiante; poi che non ogni detto della Scrittura è legato a obblighi così severi com'ogni effetto di natura, né meno eccelentemente ci si scuopre Iddio negli effetti di natura che ne' sacri detti delle Scritture: il che volse per avventura intender Tertulliano in quelle parole: Nos definimus, Deum primo natura cognoscendum, deinde doctrina recognoscendum: natura, ex operibus; doctrina, ex prædicationibus.
Guida alla lettura
1) Distingui il senso letterale da altri tipi di senso attribuibili a un testo come quello biblico (metaforico, simbolico, morale ecc.).
Nel contesto dell'interpretazione della Sacra Scrittura, si possono distinguere diversi tipi di senso:
Senso letterale: Questo si riferisce al significato immediato e apparente delle parole nel testo. Si basa sull'interpretazione delle parole secondo il loro significato comune e grammaticale, senza considerare possibili simbolismi o interpretazioni più profonde.
Senso allegorico o simbolico: Questo tipo di senso va oltre il significato letterale delle parole e cerca di identificare simboli o allegorie all'interno del testo che rappresentano concetti più profondi o spirituali. Ad esempio, una storia o un evento narrato nella Bibbia potrebbe essere interpretato come simbolico di una verità spirituale più ampia.
Senso morale o etico: Questo si concentra sui principi morali o etici che possono essere tratti dal testo, indipendentemente dalla sua interpretazione letterale o simbolica. Questo tipo di interpretazione cerca di estrarre insegnamenti pratici o norme di comportamento applicabili alla vita quotidiana.
Senso anagogico: Questo si riferisce alla ricerca di significati spirituali o escatologici più profondi nel testo, come ad esempio interpretazioni relative alla salvezza, alla vita eterna o alla fine dei tempi.
Nel passaggio di Galileo, egli sembra suggerire che la Scrittura contiene un significato più profondo o recondito rispetto al suo significato letterale, e che questo deve essere interpretato tenendo conto del contesto morale e spirituale.
2) Perché la Bibbia non può essere considerata un testo scientifico?
Galileo sostiene che la Bibbia non può essere considerata un testo scientifico perché il suo scopo principale non è quello di fornire conoscenze sulla natura e sulle leggi scientifiche. Invece, la Bibbia è focalizzata sull'indirizzare le persone verso il bene e la salute spirituale. Galileo argomenta che il linguaggio della Bibbia è adattato alla comprensione del popolo dell'epoca e potrebbe non corrispondere sempre alla realtà scientifica. Pertanto, egli suggerisce che la Scrittura dovrebbe essere interpretata in modo da tenere conto del suo contesto morale e spirituale, piuttosto che essere presa alla lettera in materia scientifica.
3) Che cosa sono le sensate esperienze e le necessarie dimostrazioni?
Le "sensate esperienze" si riferiscono alle osservazioni empiriche e ai dati raccolti attraverso i sensi umani, come la vista, il tatto, l'udito, etc. Si tratta di esperienze che possono essere ripetute e verificate da chiunque abbia gli strumenti e le capacità necessarie.
Le "necessarie dimostrazioni" si riferiscono alle prove e alle dimostrazioni logiche che confermano o confutano una determinata ipotesi o teoria scientifica. Queste dimostrazioni sono basate su principi matematici, logici o sperimentali e devono essere riproducibili e rigorose per essere accettate dalla comunità scientifica.
In sostanza, Galileo suggerisce che, nel campo della scienza e della comprensione della natura, dovremmo fare affidamento su osservazioni e prove concrete piuttosto che su interpretazioni letterali della Sacra Scrittura.
Guida alla Comprensione
1) Perché secondo Galilei non ci si può mai fermare al senso letterale della Bibbia?
Galilei sostiene che non ci si può fermare al senso letterale della Bibbia perché crede che il suo vero significato possa essere più profondo e complesso di quanto possa apparire superficialmente. Egli suggerisce che la Scrittura sia stata scritta in modo da adattarsi alla comprensione del popolo dell'epoca, che potrebbe non avere avuto la capacità di comprendere pienamente le verità più profonde o complesse della natura. Inoltre, Galilei ritiene che se si seguisse il senso letterale alla lettera, si potrebbero creare interpretazioni contraddittorie o eretiche, in quanto la Scrittura può contenere "contraddizioni e proposizioni remote dal vero" se interpretate in modo troppo letterale. Pertanto, Galilei sostiene che sia necessario interpretare la Bibbia in modo più ampio, prendendo in considerazione il contesto storico, culturale e letterario, nonché le conoscenze scientifiche dell'epoca.
2) In che senso l'argomentazione di Galilei intende salvare e limitare il valore di verità della Bibbia?
L'argomentazione di Galilei mira a salvare e limitare il valore di verità della Bibbia in relazione alle questioni naturali e scientifiche. Egli sostiene che la Bibbia non debba essere interpretata alla lettera in queste questioni, poiché il suo scopo principale è morale e spirituale, non scientifico. Galilei riconosce che la Scrittura utilizza un linguaggio adatto al popolo del tempo e potrebbe non corrispondere sempre alla realtà scientifica. Pertanto, mentre la Bibbia è considerata veritiera nei suoi insegnamenti morali e spirituali, non deve essere presa alla lettera nelle questioni scientifiche. Questo approccio consente di armonizzare la fede religiosa con il progresso scientifico, limitando il rischio di conflitti tra le due.
3) Possiamo trovare in questo testo una definizione sintetica del metodo della scienza?
Sì, in questo testo Galileo suggerisce implicitamente una definizione sintetica del metodo scientifico. Egli afferma che nelle dispute sui problemi naturali non si dovrebbe cominciare dalle autorità dei testi sacri, piuttosto dalle "sensate esperienze" e dalle "dimostrazioni necessarie". Questa idea suggerisce che il metodo scientifico si basa sull'osservazione empirica e sull'evidenza razionale, anziché su autorità dogmatiche o tradizionali. Pertanto, una definizione sintetica del metodo scientifico in questo contesto potrebbe essere: l'approccio alla comprensione dei fenomeni naturali attraverso l'osservazione sistematica, l'esperimento e la verifica razionale delle ipotesi.
Fonti: Zanichetti, libri scolastici superiori