Hans-Georg Gadamer - Comprensione e verità
1) Introduzione
2) Lettura
3) Guida alla lettura
4) Guida alla Comprensione
Introduzione
Hans-Georg Gadamer pubblica "Verità e metodo" nel 1960, suddividendo l'opera in tre parti distinte. Nella prima sezione, si concentra sull'esperienza estetica, evidenziando l'importanza di recuperare il significato di verità che essa contiene; nella seconda, esamina le principali questioni della teoria ermeneutica, confrontandosi con gli studiosi che l'hanno preceduto in questo campo, come Schleiermacher e Dilthey; nella terza parte, esplora lo statuto ontologico del linguaggio.
Il passo che proponiamo è tratto dall'«Introduzione» dell'opera, dove Gadamer espone il suo principale tema di ricerca: il fenomeno della comprensione. Questo è un aspetto fondamentale dell'«esperienza umana», ovvero il modo in cui gli individui si relazionano non solo con i testi ma anche con il mondo circostante. Secondo Gadamer, l'atto di comprendere rappresenta un'esperienza di verità di portata più ampia rispetto alla semplice distinzione tra vero e falso propria delle scienze naturali. In questo contesto, il problema della verità rimane una questione filosofica, che riguarda solo in parte il metodo scientifico.
Lettura
La ricerca che segue concerne il problema ermeneutico. Il fenomeno della comprensione e della retta interpretazione del compreso non è solo un problema specialistico di metodologia delle scienze dello spirito. Da tempo immemorabile sono esistite anche un'ermeneutica teologica e un'ermeneutica giuridica, che non avevano un carattere teorico-scientifico, ma si collegavano piuttosto al comportamento pratico del giudice o del pastore d'anime, educati a loro volta mediante la scienza, e ad esso volevano servire. Già in base alle sue origini storiche il problema ermeneutico oltrepassa i limiti che gli vengono posti dal concetto di metodo della scienza moderna.
La comprensione e l'interpretazione di testi non è solo affare di una scienza, ma è un aspetto dell'umana esperienza del mondo nel suo insieme. Il problema ermeneutico non è in origine un problema metodologico. Esso non riguarda la questione di un metodo del comprendere, mediante il quale un testo venga sottoposto alla conoscenza scientifica come un qualunque altro oggetto dell'esperienza. In generale, anzi, non si tratta qui della costruzione di una conoscenza certa, che soddisfi all'ideale metodico della scienza; e tuttavia anche qui si tratta di conoscenza e di verità. Nella comprensione di ciò che è trasmesso non si comprendono solo dei testi, ma si acquistano delle idee e si conoscono delle verità. Come si definiscono questo tipo di conoscenza e questo tipo di verità?
Dal punto di vista del predominio che, nell'ambito della chiarificazione e giustificazione filosofica del concetto di conoscenza e del concetto di verità, possiede la scienza moderna, tale problema sembra privo di una vera legittimazione. Tuttavia, anche all'interno delle scienze, non si lascia facilmente eludere. Non solo il fenomeno del comprendere impronta di sé tutti i rapporti dell'uomo col mondo. Esso ha una validità autonoma anche nell'ambito della scienza, e si rifiuta al tentativo che vorrebbe ridurlo a una questione di metodo scientifico.
La ricerca che segue si ricollega a questa resistenza che, all'interno della scienza moderna, si oppone alla pretesa di universale dominio della metodologia scientifica. Il suo intento è quello di studiare, ovunque essa si dia, l'esperienza di verità che oltrepassa l'ambito sottoposto al controllo della metodologia scientifica, e di ricercarne la specifica legittimazione. Le scienze dello spirito vengono cosi ad avvicinarsi a quei tipi di esperienza che stanno al di fuori della scienza: all'esperienza filosofica, all'esperienza dell'arte, all'esperienza della storia stessa. Tutte queste sono forme di esperienza in cui si annuncia una verità che non può esser verificata con i mezzi metodici della scienza.
Di ciò, la filosofia di oggi ha una coscienza molto precisa. Diverso però è il problema di stabilire fino a che punto la pretesa di verità di tali forme di esperienza esterne alla scienza si possa filosoficamente giustificare. L'attualità del fenomeno ermeneutico mi pare proprio consistere nel fatto che solo un approfondimento del fenomeno del comprendere può fornire tale giustificazione.
Questa convinzione si rafforza anche in base alla considerazione del peso che possiede, nell'odierno lavoro filosofico, la storia della filosofia. Il comprendere che si esercita nei confronti della tradizione storica della filosofia ci si presenta come un'esperienza superiore, che permette di penetrare facilmente oltre l'apparenza di metodo storico che riveste la storiografia filosofica. Una delle esperienze più elementari del filosofare è costituita dal fatto che i classici del pensiero filosofico, quando ci sforziamo di capirli, ci si impongono con una forza di verità che la coscienza odierna non può respingere né superare.
L'ingenua arroganza del presente può forse ribellarsi al fatto che la coscienza filosofica ammetta la possibilità che la propria intuizione filosofica sia inferiore a quella di un Platone o di un Aristotele, di un Leibniz, di un Kant o di uno Hegel. Si può considerare come una debolezza della filosofia odierna il fatto che essa si volga all'interpretazione e all'elaborazione del proprio patrimonio storico con questa preliminare ammissione della propria debolezza. Ma una debolezza ancora più grande è quella di chi si rifiuta a questo confronto con la tradizione e preferisce la ridicola angustia di un pensiero isolato. Non si può non riconoscere che nella comprensione dei testi di questi grandi pensatori ci si dà a conoscere una verità che non sarebbe altrimenti raggiungibile, anche se questo fatto contraddice al criterio della ricerca e del progresso in base al quale la scienza valuta se stessa.
Lo stesso vale per l'esperienza dell'arte. Qui, lo studio scientifico delle opere d'arte che è coltivato dalla cosiddetta Kunstwissenschaft è ben consapevole fin da principio di non poter sostituire o superare la reale esperienza dell'arte. Il fatto che in un'opera d'arte viene sperimentata una verità che non è raggiungibile per nessun'altra via è quello che costituisce il significato filosofico dell'arte, che si fa valere contro ogni capziosa argomentazione. Così l'esperienza dell'arte costituisce, insieme all'esperienza della filosofia, il più pressante ammonimento rivolto alla coscienza scientifica perché essa ammetta e riconosca i propri limiti. [...]
Questo studio sull'ermeneutica cerca dunque, partendo dall'esperienza dell'arte e della trasmissione storica, di chiarire il fenomeno ermeneutico in tutta la sua portata. Si tratta di riconoscere in tale fenomeno un'esperienza di verità che non solo deve essere filosoficamente giustificata, ma che è essa stessa una forma del filosofare. L'ermeneutica che qui viene elaborata, dunque, non è perciò qualcosa come una metodologia delle scienze dello spirito, ma il tentativo di raggiungere un'intesa su ciò che le scienze dello spirito in realtà sono, di là dalla loro autoconsapevolezza metodologica, e su ciò che le unisce alla totalità della nostra esperienza del mondo.
Guida alla lettura
1) Quale fenomeno indica Gadamer come oggetto dell'ermeneutica?
Gadamer indica come oggetto dell'ermeneutica il fenomeno della comprensione. Questo fenomeno non riguarda solo la metodologia delle scienze dello spirito, ma è un aspetto fondamentale dell'esperienza umana nel suo insieme, coinvolgendo la relazione degli uomini con i testi e con il mondo. La comprensione, secondo Gadamer, è un'esperienza di verità che va oltre l'accertamento del vero e del falso, tipico delle scienze della natura e rappresenta un problema filosofico che riguarda la conoscenza e la verità.
2) Che cosa intende Gadamer per esperienze di verità?
Gadamer, nel testo, intende per "esperienze di verità" quelle forme di comprensione che vanno oltre la semplice verifica metodologica propria delle scienze naturali. Secondo Gadamer, la verità non è limitata all'accertamento del vero e del falso secondo criteri scientifici ma comprende anche esperienze che non possono essere verificate con tali mezzi. Tali esperienze di verità si manifestano, ad esempio, nella comprensione dei testi filosofici, nell'esperienza dell'arte, e nella trasmissione storica. Gadamer sostiene che queste esperienze portano con sé una forma di conoscenza e di verità che ha una validità autonoma e che non può essere ridotta a una questione di metodo scientifico. Queste esperienze di verità sono quindi un aspetto fondamentale dell'"umana esperienza" e costituiscono una forma del filosofare stessa.
3) Come viene caratterizzato l'atteggiamento scientifico in questo brano?
L'atteggiamento scientifico viene caratterizzato come uno che spesso cerca di dominare universalmente attraverso la metodologia scientifica. Tuttavia, Gadamer evidenzia una resistenza a questa pretesa di dominio, sottolineando che esistono esperienze di verità, come quelle filosofiche, artistiche e storiche, che non possono essere verificate o ridotte ai metodi scientifici. Viene riconosciuto che queste forme di esperienza offrono una verità che sfugge al controllo metodico della scienza e che la comprensione ermeneutica di questi fenomeni può fornire una giustificazione filosofica per tali esperienze. Gadamer critica l'arroganza della scienza moderna che tende a trascurare queste verità non scientifiche, e sottolinea l'importanza di riconoscere i limiti della scienza stessa.
Guida alla Comprensione
1) L'ermeneutica si propone di indagare «l'esperienza di verità che oltrepassa l'ambito sottoposto al controllo della metodologia scientifica». Spiega che cosa significa, soffermandoti sull'intenzione polemica e critica che traspare dal testo.
L'ermeneutica, secondo Gadamer, si propone di esplorare un tipo di esperienza di verità che va oltre il dominio della metodologia scientifica. Questa esperienza di verità non è verificabile con gli strumenti della scienza moderna ma è comunque una forma di conoscenza autentica e significativa.
Gadamer critica la pretesa della scienza moderna di essere l'unico approccio valido per comprendere la realtà. Sottolinea che ci sono altre forme di esperienza - come quelle dell'arte, della filosofia e della storia - che rivelano verità non accessibili attraverso metodi scientifici. L'ermeneutica, dunque, non è semplicemente una metodologia per le scienze dello spirito ma un modo per comprendere come queste discipline contribuiscono alla nostra esperienza complessiva del mondo.
Questa posizione di Gadamer ha un'intenzione polemica contro la riduzione della conoscenza e della verità ai soli criteri scientifici. Egli sostiene che la comprensione e l'interpretazione di testi e tradizioni filosofiche, artistiche e storiche offrono una forma di verità che non può essere ignorata o sminuita dalla scienza. Questa critica mira a difendere la legittimità e l'importanza delle scienze dello spirito e delle altre forme di esperienza umana contro una visione troppo ristretta e metodologica della conoscenza.
2) Gadamer fa riferimento a un concetto di comprensione più ampio di quello che è in gioco nell'esperienza conoscitiva (comprendere non è capire). Quale problema pone a carico delle esperienze di verità estranee al metodo scientifico?
Gadamer pone il problema della legittimazione filosofica delle esperienze di verità che sono estranee al metodo scientifico. Egli sottolinea che tali esperienze, come l’esperienza filosofica, l’esperienza dell’arte e l’esperienza della storia, rappresentano forme di verità che non possono essere verificate con i mezzi metodici della scienza. Tuttavia, queste esperienze di verità hanno una validità autonoma e richiedono una giustificazione specifica. Gadamer suggerisce che solo un approfondimento del fenomeno del comprendere può fornire tale giustificazione, riconoscendo che la comprensione e l’interpretazione di testi e fenomeni sono aspetti fondamentali dell’esperienza umana che vanno oltre la semplice costruzione di una conoscenza certa secondo il metodo scientifico.
3) Quale importanza assumono, per Gadamer, il dialogo con i classici della filosofia e l'esperienza dell'arte?
Per Gadamer, il dialogo con i classici della filosofia e l'esperienza dell'arte assumono un'importanza fondamentale per diverse ragioni.
Dialogo con i classici della filosofia:
Forza di verità dei classici: Gadamer sottolinea che i classici del pensiero filosofico, come Platone, Aristotele, Leibniz, Kant e Hegel, si impongono con una forza di verità che la coscienza odierna non può respingere né superare. Questo suggerisce che i classici contengono una saggezza e una comprensione che rimangono rilevanti e preziose per l'interpretazione e la comprensione attuale.
Esperienza superiore della comprensione: Il comprendere che si esercita nei confronti della tradizione storica della filosofia è visto come un'esperienza superiore. Gadamer ritiene che questa esperienza permette di penetrare oltre l'apparenza di metodo storico che riveste la storiografia filosofica, rivelando verità profonde che non sarebbero altrimenti accessibili.
Confronto con la tradizione: Gadamer critica l'arroganza del presente che rifiuta di ammettere la possibilità che la propria intuizione filosofica sia inferiore a quella dei grandi pensatori del passato. Egli vede nel confronto con la tradizione una necessità per la filosofia odierna, considerando una debolezza il rifiuto di questo confronto.
Esperienza dell'arte:
Verità inaccessibile per altre vie: Gadamer afferma che nell'esperienza dell'arte si sperimenta una verità che non è raggiungibile per nessun'altra via. Questo attribuisce all'arte un significato filosofico unico e irrinunciabile, che va oltre le argomentazioni scientifiche e metodologiche.
Ammonimento alla coscienza scientifica: L'esperienza dell'arte, insieme all'esperienza della filosofia, rappresenta un pressante ammonimento alla coscienza scientifica affinché essa ammetta e riconosca i propri limiti. In questo modo, l'arte svolge un ruolo critico nel mettere in discussione le pretese di dominio universale della metodologia scientifica e nel riaffermare la validità autonoma di altre forme di esperienza e di verità.
In sintesi, per Gadamer, il dialogo con i classici della filosofia e l'esperienza dell'arte sono essenziali per rivelare e comprendere verità profonde che sfuggono ai limiti della metodologia scientifica, arricchendo così l'ermeneutica e l'intera esperienza umana del mondo.
4) Spiega il significato del rimando ai testi dei grandi pensatori del passato come depositari di «una verità che non sarebbe altrimenti raggiungibile», riflettendo sull'annotazione che questo pare in contraddizione con l'idea di progresso lineare della scienza.
Il riferimento ai testi dei grandi pensatori del passato come depositari di "una verità che non sarebbe altrimenti raggiungibile" sottolinea l'importanza dell'ermeneutica nella filosofia di Gadamer. Secondo Gadamer, la comprensione dei testi filosofici classici non è semplicemente un esercizio accademico o storico, ma un processo attraverso il quale si accede a una forma di conoscenza e verità che va oltre i limiti della scienza moderna e della sua metodologia.
Questo concetto può sembrare in contraddizione con l'idea di progresso lineare della scienza, che tende a valorizzare il nuovo rispetto al vecchio e ad avanzare tramite il miglioramento continuo dei metodi e delle teorie scientifiche. Gadamer, tuttavia, suggerisce che l'ermeneutica e l'interpretazione dei testi classici offrono una prospettiva diversa: non una progressione lineare verso una verità sempre più esatta e completa, piuttosto un dialogo continuo con il passato in cui le idee e le verità dei grandi pensatori sono ancora rilevanti e significative per il nostro presente.
Quindi, mentre la scienza cerca di progredire tramite il metodo scientifico per migliorare la nostra comprensione del mondo naturale, l'ermeneutica rivela una dimensione della verità che non può essere ridotta a semplici criteri di verifica o progresso metodologico. Questo approccio ermeneutico rispetta e valorizza la specificità e la profondità delle esperienze umane storiche e filosofiche, suggerendo che il confronto con i testi del passato può offrire insight e verità che vanno oltre i limiti della scienza contemporanea.
Fonti: Zanichetti, libri scolastici superiori