Hegel - La comprensione integrale e sistematica della realtà
1) La ragione può comprendere la realtà nella sua totalità
2) «Ciò che è razionale è reale, e ciò che è reale è razionale»
3) Il filosofo si identifica con la verità come intero
4) Oltre Kant: superare il punto di vista dell'intelletto finito, incorporando le antinomie
5) Il percorso intellettuale di un filosofo destinato a diventare una celebrità
La ragione può comprendere la realtà nella sua totalità
La filosofia di Hegel si distingue nella storia del pensiero come una costruzione audace, notevolmente differente dalle cautele del criticismo kantiano e, più in generale, da qualsiasi filosofia che si concentri sul "finito". Nel corso degli ultimi due secoli, Hegel è emerso come il pensatore che ha portato avanti in modo più coerente il tentativo di comprendere in modo completo e sistematico la realtà, seguendo la tradizione metafisica e avanzando la pretesa di abbracciare e spiegare tutto attraverso la ragione speculativa.
«Ciò che è razionale è reale, e ciò che è reale è razionale»
La celebre affermazione di Hegel, espressa nella Prefazione ai Lineamenti di filosofia del diritto, sostiene che "ciò che è razionale è reale, e ciò che è reale è razionale". Per Hegel, la realtà è comprensibile perché è intrinsecamente informata da una razionalità che è sia umana che divina. Il filosofo, quindi, può restituire, sotto forma di concetto, l'articolazione interna dell'assoluto o dell'"idea". L'assoluto si realizza attraverso un processo dialettico in cui non solo Dio, l'assoluto, si rivela, ma la sua essenza consiste nel costante atto di rivelarsi.
Il filosofo si identifica con la verità come intero
Secondo Hegel, nessun aspetto della realtà può essere veramente compreso al di fuori della sua connessione con la totalità. La celebre affermazione "il vero è l'intero", presente nella Prefazione alla Fenomenologia dello spirito, riflette questa convinzione sulla piena accessibilità della verità assoluta. La risposta apparentemente sorprendente di Hegel a una dama berlinese, che gli chiede cosa vi sia di personale nei suoi scritti, sottolinea la sua prospettiva filosofica: "Cara signora, quel che vi è di personale nei miei libri è falso". In altre parole, la sua persona non ha importanza filosofica, se non come veicolo di una verità che risiede nell'intero delle cose e non nel suo punto di vista su di esse.
Oltre Kant: superare il punto di vista dell'intelletto finito, incorporando le antinomie
La comprensione radicale della realtà è possibile, ma non attraverso l'"intelletto finito". Kant, nella "Dialettica trascendentale" della Critica della ragion pura, spiega come la ragione si trovi in insuperabili contraddizioni quando cerca di conoscere totalità assolute come l'anima, il mondo e Dio, oltrepassando il legittimo ambito legato all'esperienza sensibile. La soluzione kantiana consiste nel rinunciare alla pretesa di una conoscenza razionale di queste entità, limitando l'applicazione della ragione al campo pratico, come legislatrice morale.
Il percorso intellettuale di un filosofo destinato a diventare una celebrità
Hegel, al contrario, considera che il dominio delle contraddizioni rappresenti la forza della ragione come strumento per comprendere la complessità del reale. Egli propone una forma di razionalità che incorpora le antinomie, trascendendole e conservandole come elemento dinamico e propulsivo del movimento del pensiero. Nelle sue lezioni, cerchiamo di seguire il percorso di Hegel, dalle prime riflessioni sulla religione alla scoperta del procedimento dialettico, fino alla Fenomenologia dello spirito, dove la coscienza si riconosce come sapere assoluto. Da qui, passiamo all'elaborazione del "sistema" e alle lezioni berlinesi, dove Hegel analizza minuziosamente ogni momento del divenire dell'assoluto, ottenendo un notevole successo di pubblico.
Fonti: Zanichetti, libri scolastici superiori