Herbert Marcuse - Ai disperati è affidata la speranza
1) Introduzione
2) Lettura
3) Guida alla lettura
4) Guida alla Comprensione
Introduzione
Il brano che segue proviene dalle ultime pagine di "L'Uomo a una dimensione" (1964) di H. Marcuse. In queste righe si riassume la tesi centrale del libro: lo sviluppo tecnico ed economico ha consentito di integrare completamente i lavoratori nei meccanismi apparentemente democratici della società capitalistica. Di conseguenza, l'opposizione deve essere totale, rivolta contro l'intero modello unidimensionale di società che si è affermato. Gli unici soggetti storici in grado di mettere in evidenza le contraddizioni della realtà sono i gruppi marginali di stranieri e diseredati, ai quali è affidata l'unica speranza di cambiamento.
Lettura
La teoria critica della società, all'origine, si trovava in presenza di forze reali (oggettive e soggettive) nella società costituita che si muoveva (o poteva esser portata a muoversi) verso istituzioni più razionali e più libere, abolendo quelle già esistenti che erano divenute ostacoli al progresso. Questo fu il terreno empirico sul quale la teoria venne eretta, e da esso derivò l'idea della liberazione delle possibilità inerenti – dello sviluppo, altrimenti bloccato e distorto, della produttività, delle facoltà e dei bisogni materiali ed intellettuali. Se non si pongono in luce tali forze, la critica della società sarebbe ancora valida e razionale, ma sarebbe incapace di tradurre la sua razionalità in termini di pratica storica. La conclusione? La «liberazione delle possibilità inerenti» non esprime più in modo adeguato l'alternativa storica. [...]
Nello stadio più avanzato la dominazione funziona come amministrazione, e nelle aree sovrasviluppate del consumo di massa la vita amministrata diventa la buona vita del complesso, nella difesa della quale si uniscono gli opposti. Questa è la forma pura del dominio. Per converso, la sua negazione appare essere la forma pura della negazione. Ogni contenuto sembra ridursi all'unica astratta richiesta che il dominio finisca – l'unica esigenza veramente rivoluzionaria, l'evento che convaliderebbe i successi della civiltà industriale. Di fronte al modo onde è efficacemente respinta da parte del sistema costituito, questa negazione prende la forma politicamente impotente del «rifiuto assoluto» – un rifiuto che sembra tanto più irragionevole quanto più il sistema costituito accresce la sua produttività e allevia il fardello della vita. [...]
Le tendenze totalitarie della società unidimensionale rendono inefficaci le vie e i mezzi tradizionali di protesta; forse persino pericolosi perché mantengono l'illusione della sovranità popolare. Questa illusione contiene qualche verità: «il popolo» un tempo lievito del mutamento sociale, è «salito», sino a diventare il lievito della coesione sociale. È qui e non nella redistribuzione della ricchezza o nella progressiva uguaglianza delle classi, che occorre vedere la nuova stratificazione caratteristica della società industriale avanzata.
Tuttavia, al di sotto della base popolare conservatrice vi è il sostrato dei reietti e degli stranieri, degli sfruttati e dei perseguitati di altre razze e di altri colori, dei disoccupati e degli inabili. Essi permangono al di fuori del processo democratico; la loro presenza prova come non mai quanto sia immediato e reale il bisogno di porre fine a condizioni ed istituzioni intollerabili. Perciò la loro opposizione è rivoluzionaria anche se non lo è la loro coscienza. La loro opposizione colpisce il sistema dal di fuori e quindi non è sviata dal sistema; è una forza elementare che viola le regole del gioco, e così facendo mostra che è un gioco truccato [...]. Il fatto che essi incomincino a rifiutare di prendere parte al gioco può essere il fatto che segna l'inizio della fine di un periodo.
Nulla indica che sarà una buona fine. Le capacità economiche e tecniche delle società stabilite sono abbastanza ampie da permettere aggiustamenti e concessioni a favore dei sottoproletari, e le loro forze armate sono abbastanza addestrate ed equipaggiate per far fronte alle situazioni di emergenza. Tuttavia lo spettro è di nuovo presente, dentro e fuori i confini delle società avanzate. Il facile parallelo storico con i barbari che minacciano l'impero della civiltà pregiudica l'argomento; il secondo periodo di barbarie potrebbe ben essere l'impero ininterrotto della civiltà stessa. Ma c'è la possibilità che, in questo periodo, gli estremi storici possano toccarsi ancora una volta: la coscienza più avanzata dell'umanità e la sua forza più sfruttata. Non è altro che una possibilità.
La teoria critica della società non possiede concetti che possano colmare la lacuna tra il presente ed il suo futuro; non avendo promesse da fare né successi da mostrare, essa rimane negativa. In questo modo essa vuole mantenersi fedele a coloro che, senza speranza, hanno dato e danno la loro vita per il Grande Rifiuto. All'inizio dell'era fascista, Walter Benjamin ebbe scrivere: Nur um der Hoffnungslosen willen ist uns die Hoffnung gegeben (È solo a favore dei disperati che ci è data la speranza).
Guida alla lettura
1) Come viene descritta la società che la teoria critica delle origini si trovava ad analizzare?
La società che la teoria critica delle origini si trovava ad analizzare viene descritta come una società in cui esistevano forze reali, sia oggettive che soggettive che si muovevano o potevano essere portate a muoversi verso istituzioni più razionali e più libere, abolendo quelle esistenti che erano diventate ostacoli al progresso. Questo era il terreno empirico su cui la teoria era stata eretta, e da esso derivava l'idea della liberazione delle possibilità inerenti, dello sviluppo altrimenti bloccato e distorto della produttività, delle facoltà e dei bisogni materiali e intellettuali.
2) Com'è cambiata la società?
Secondo il testo di H. Marcuse tratto da "L'uomo a una dimensione", la società è cambiata in modo tale che le forze reali, sia oggettive che soggettive che una volta potevano muoversi verso istituzioni più razionali e libere, sono ora integrate completamente nel meccanismo della società capitalistica. La società unidimensionale avanzata si caratterizza per una dominazione che funziona come amministrazione, rendendo inefficaci e persino pericolose le vie tradizionali di protesta, perché mantengono l’illusione della sovranità popolare.
La società è stratificata non più secondo la redistribuzione della ricchezza o la progressiva uguaglianza delle classi ma attraverso una base popolare conservatrice, mentre al di sotto di questa si trovano reietti, stranieri, sfruttati e perseguitati che rimangono al di fuori del processo democratico. La loro opposizione, pur essendo rivoluzionaria, è esterna al sistema e lo sfida direttamente, mostrando che il sistema stesso è truccato.
Marcuse sottolinea che, nonostante le società avanzate possano fare aggiustamenti e concessioni ai sottoproletari e siano ben equipaggiate per affrontare emergenze, lo spettro della ribellione è sempre presente. Egli suggerisce che esiste una possibilità, anche se solo una possibilità, che gli estremi storici si tocchino di nuovo: la coscienza più avanzata dell'umanità e la sua forza più sfruttata potrebbero convergere per un cambiamento significativo. La teoria critica della società, tuttavia, rimane negativa e non offre soluzioni o promesse, mantenendosi fedele a coloro che senza speranza lottano per il "Grande Rifiuto".
3) In che cosa consiste il «rifiuto assoluto»?
Il «rifiuto assoluto» consiste nella negazione totale e politicamente impotente del sistema costituito. Questo rifiuto appare irragionevole, specialmente man mano che il sistema accresce la sua produttività e allevia il fardello della vita. Tuttavia, questa negazione pura è vista come l'unica esigenza veramente rivoluzionaria, un evento che convaliderebbe i successi della civiltà industriale.
Guida alla Comprensione
1) Perché la teoria critica non si può più tradurre in termini di pratica sociale?
La teoria critica della società, secondo Marcuse, non può più tradursi in termini di pratica sociale perché le forze reali (oggettive e soggettive) che un tempo potevano muoversi verso istituzioni più razionali e più libere, abolendo quelle esistenti ostacolanti il progresso, non sono più evidenti o operative nel contesto attuale. Nel testo si afferma:
"La teoria critica della società, all’origine, si trovava in presenza di forze reali (oggettive e soggettive) nella società costituita che si muoveva (o poteva esser portata a muoversi) verso istituzioni più razionali e più libere, abolendo quelle già esistenti che erano divenute ostacoli al progresso. [...] Se non si pongono in luce tali forze, la critica della società sarebbe ancora valida e razionale ma sarebbe incapace di tradurre la sua razionalità in termini di pratica storica."
Pertanto, senza l'evidenza di queste forze che guidano il cambiamento, la critica resta teoricamente valida ma perde la capacità di trasformarsi in azione concreta e pratica storica.
2) Perché non sono più validi i tradizionali mezzi di protesta?
I tradizionali mezzi di protesta non sono più validi perché le tendenze totalitarie della società unidimensionale li rendono inefficaci e persino pericolosi. Questi mezzi mantengono l'illusione della sovranità popolare ma in realtà la società è strutturata in modo tale che il popolo, che un tempo era il lievito del mutamento sociale, è diventato il lievito della coesione sociale. Questa nuova stratificazione della società industriale avanzata non può essere adeguatamente affrontata con i mezzi di protesta tradizionali, poiché essi non riescono a incidere efficacemente sul sistema costituito.
3) Perché la sovranità popolare viene definita un'illusione?
La sovranità popolare viene definita un'illusione perché, nonostante sembri che il popolo abbia il potere di influenzare il cambiamento sociale, in realtà questa sovranità contribuisce alla coesione sociale del sistema unidimensionale, anziché promuovere un reale mutamento. Il testo afferma che questa illusione contiene qualche verità: «il popolo» che una volta era il lievito del mutamento sociale, è «salito», sino a diventare il lievito della coesione sociale. Quindi, i mezzi tradizionali di protesta non solo sono inefficaci ma possono persino essere pericolosi perché mantengono questa illusione, facendo sembrare che la sovranità popolare abbia ancora un potere effettivo nel promuovere il cambiamento, quando in realtà contribuisce a mantenere lo status quo del sistema capitalista avanzato.
4) Qual è la forza rivoluzionaria dei reietti e degli stranieri?
La forza rivoluzionaria dei reietti e degli stranieri risiede nel fatto che, pur essendo al di fuori del processo democratico e non avendo necessariamente una coscienza rivoluzionaria, la loro opposizione colpisce il sistema capitalistico dall'esterno. Essi violano le regole del gioco imposte dal sistema e mostrano così che il sistema stesso è truccato. La loro opposizione è considerata una forza elementare che, anche se non ha una coscienza rivoluzionaria, è in grado di mettere in discussione le istituzioni esistenti e le condizioni intollerabili. La loro presenza immediata e reale dimostra la necessità urgente di porre fine a tali condizioni e istituzioni.
5) Perché la teoria critica non può predire il futuro?
La teoria critica della società non può predire il futuro perché non possiede concetti che possano colmare la lacuna tra il presente e il suo futuro. Non avendo promesse da fare né successi da mostrare, rimane negativa. In questo modo, vuole mantenersi fedele a coloro che, senza speranza, hanno dato e danno la loro vita per il Grande Rifiuto.
Fonti: Zanichetti, libri scolastici superiori