Immanuel Kant - Sul «come se»
1) Introduzione
2) Lettura
3) Guida alla lettura
4) Guida alla Comprensione
Introduzione
Nell'«Appendice alla Dialettica trascendentale», Kant esamina come le idee della ragione, nonostante la loro mancanza di fondamento solido per la conoscenza, possano tuttavia essere utilizzate utilmente nella ricerca scientifica. Nel testo in questione, viene enfatizzato il ruolo euristico delle idee di anima, mondo e Dio: queste dovrebbero essere considerate come ipotesi razionali che aiutano a organizzare i vari tipi di esperienza. Questo approccio suggerisce di trattare i dati come se fossero parti di un tutto coerente, un metodo che si rivela efficace per far fruttare le idee della ragione nel contesto della ricerca empirica. Questo rappresenta quello che Kant definisce l'uso regolativo, piuttosto che costitutivo, dei principi.
Lettura
Fa una gran differenza che una cosa sia data alla mia ragione come un oggetto assolutamente o come un semplice oggetto nell'idea. Nel primo caso i miei concetti sono volti alla determinazione dell'oggetto, mentre nel secondo non si dà che uno schema, cui non si attribuisce direttamente alcun oggetto, neppure ipoteticamente, ma che serve esclusivamente a rappresentarci altri oggetti per via indiretta, cioè attraverso il riferimento a questa idea e sulla base della loro unità sistematica. Così io dico che il concetto d'una intelligenza suprema è una semplice idea, cioè che la realtà oggettiva di questo concetto non deve consistere nel suo riferirsi direttamente all'oggetto (poiché in questo significato non potremmo giustificare la sua validità oggettiva); ma consiste piuttosto nel semplice schema del concetto d'una cosa in generale nelle condizioni della massima unità razionale; schema che serve al raggiungimento della massima unità sistematica nell'uso empirico della nostra ragione, in quanto l'oggetto dell'esperienza è in qualche modo desunto dall'oggetto inventato di questa idea, come dal suo fondamento e dalla sua causa.
Si dice allora, ad esempio: le cose del mondo debbono esser considerate, come se traessero la loro esistenza da una intelligenza suprema. In tal caso, l'idea è propriamente solo un concetto euristico, per nulla ostensivo; essa non mostra in qual modo un oggetto sia costituito, ma in qual modo noi dobbiamo procedere, sotto la guida di quel concetto, a cercare la costituzione e la connessione degli oggetti dell'esperienza in generale. Pertanto, se si può mostrare che, quantunque le tre idee trascendentali (psicologica, cosmologica e teologica) non importino un riferimento diretto ad alcun oggetto che corrisponda ad esse, né una determinazione dell'oggetto, tutte le regole dell'uso empirico della ragione, una volta presupposto l'oggetto nell'idea, portano a un'unità sistematica e ampliano comunque la conoscenza sperimentale, senza mai contrastarla – il procedere in base a tali idee costituisce una massima necessaria della ragione. E in ciò consiste la deduzione trascendentale di tutte le idee della ragione speculativa, nella loro qualità non già di principi costitutivi per l'estensione della nostra conoscenza a oggetti non compresi nella nostra esperienza, ma di principi regolativi dell'unità sistematica del molteplice della conoscenza empirica in generale, che è consolidata e ordinata dentro i suoi limiti; il che non potrebbe aver luogo senza tali idee e col semplice uso dei principi dell'intelletto.
Renderò la cosa più chiara. Seguendo le suddette idee in qualità di principi, prima di tutto collegheremo (nella psicologia) tutti i fenomeni, le operazioni e la recettività del nostro animo secondo il filo conduttore dell'esperienza interna, come se il nostro animo fosse una sostanza semplice, esistente permanentemente (nella vita, almeno) con identità personale, mentre i suoi stati, in cui quelli del corpo rientrano soltanto come condizioni esterne, sono in costante cambiamento. In secondo luogo (nella cosmologia), attraverso un'indagine che non potrà mai aver sosta, incalzeremo la serie delle condizioni tanto dei fenomeni naturali interni come degli esterni, come se essa fosse in sé infinita e sprovvista di un termine primo e supremo, benché ciò non importi da parte nostra la negazione, fuori di tutti i fenomeni, dei fondamenti primi, puramente intelligibili, di essi fenomeni, anche se non ci è mai permesso di inserirli nella connessione delle spiegazioni naturali, visto che non ne abbiamo conoscenza.
Infine, in terzo luogo, dovremo (in relazione alla teologia) assumere tutto ciò che può in qualche modo far parte della connessione dell'esperienza possibile, come se questa esperienza desse luogo a un'unità assoluta, e tuttavia pienamente dipendente e pur sempre condizionata rispetto al mondo sensibile, e come se l'insieme di tutti i fenomeni (il mondo sensibile stesso) avesse, fuori di sé, un unico fondamento, supremo e onnisufficiente, cioè una ragione, per così dire, autosufficiente, originaria e creativa, in rapporto alla quale noi disponiamo ogni uso empirico della nostra ragione nella sua massima estensione, come se gli oggetti provenissero da quel prototipo di ogni ragione.
Guida alla lettura
1) Distingui l'idea di un oggetto da un semplice schema, nell'accezione definita da Kant.
Nella filosofia kantiana, come esposto nei brani che hai condiviso, la distinzione tra l'idea di un oggetto e un semplice schema è cruciale per comprendere il suo approccio critico alla conoscenza e alla metafisica.
Idea di un oggetto: Nella Critica della ragion pura, Kant discute le idee trascendentali, che includono i concetti di anima, mondo e Dio. Queste idee non hanno una corrispondenza diretta con oggetti specifici nel mondo empirico ma funzionano come guide concettuali che organizzano il nostro pensiero e la nostra esperienza. Le idee di un oggetto, secondo Kant, possono essere utilizzate per cercare di comprendere e organizzare i fenomeni ma non determinano direttamente gli oggetti in sé. Per esempio, l'idea di un'intelligenza suprema serve a guidare il pensiero verso l'unità e la coerenza sistematica nella nostra comprensione del mondo ma non implica che tale intelligenza esista realmente come oggetto di esperienza.
Schema: Un schema, nel contesto kantiano, non è un oggetto né un'immagine specifica ma una procedura generale del nostro intelletto per produrre un'immagine conforme a un concetto. Gli schemi sono strumenti mediatori tra i nostri concetti puri e le intuizioni sensibili. Non si riferiscono direttamente a un oggetto, nemmeno ipoteticamente. Servono per rappresentare indirettamente gli oggetti attraverso il riferimento a queste idee e sulla base della loro unità sistematica. Nel testo, Kant descrive, ad esempio, come il concetto di un'intelligenza suprema funzioni come uno schema, facilitando l'unificazione della nostra esperienza sotto condizioni di massima unità razionale.
In sintesi, mentre le idee di un oggetto in Kant hanno un ruolo più ampio e sono usate come guide per l'organizzazione e l'interpretazione dell'esperienza (senza necessariamente corrispondere a oggetti reali), gli schemi sono strumenti più specifici, utilizzati dall'intelletto per connettere i concetti astratti alle intuizioni sensibili in modo sistematico.
2) A quale schema corrisponde l'idea di un'intelligenza suprema?
Nel testo, l'idea di un'intelligenza suprema viene utilizzata come un concetto euristico, ovvero come uno schema che non definisce direttamente un oggetto, ma serve per guidare la ricerca e l'organizzazione delle conoscenze. Specificatamente, Kant parla dell'idea di un'intelligenza suprema in termini di un semplice schema concettuale che non si riferisce direttamente a un oggetto specifico, ma che aiuta a raggiungere la massima unità sistematica nell'uso empirico della nostra ragione.
Questo schema del concetto di un'intelligenza suprema è finalizzato al raggiungimento di una grande unità razionale, e serve come fondamento ipotetico per organizzare e sistematizzare la molteplicità dei fenomeni empirici che incontriamo, fungendo da principio regolativo che guida l'interpretazione e la connessione delle nostre esperienze senza estendere direttamente la nostra conoscenza a oggetti fuori dalla nostra esperienza empirica. In questo modo, l'idea di un'intelligenza suprema, come schema, è strumentale per aiutarci a strutturare e ordinare la conoscenza empirica entro i limiti dell'esperienza umana, promuovendo una comprensione più unificata e sistematica del mondo.
3) Che cosa significa euristico?
Nel contesto del testo di Kant che hai condiviso, il termine "euristico" si riferisce all'uso delle idee trascendentali come strumenti per guidare e strutturare il processo di ricerca e di comprensione, senza che queste idee siano considerate verità definitive o direttamente indicative di oggetti reali. Questo utilizzo è quindi legato al modo in cui tali idee possono aiutarci a organizzare e unificare la nostra esperienza e conoscenza empirica.
Le idee trascendentali sono considerate come modelli o schemi che, pur non corrispondendo direttamente a oggetti reali, forniscono un quadro utile per l'indagine e l'interpretazione del mondo fenomenico. In pratica, queste idee permettono di procedere nella ricerca come se certe ipotesi fossero vere, facilitando così una maggiore unità e sistematicità nella nostra conoscenza empirica, secondo principi regolativi anziché costitutivi.
In sostanza, "euristico" si riferisce alla capacità di tali idee di servire come utili guide mentali che promuovono l'indagine e l'elaborazione di teorie senza presupporre la loro realtà ontologica assoluta.
4) Che cosa intende Kant per come se?
Nel contesto del pensiero di Kant, l'espressione "come se" è fondamentale per comprendere il suo concetto di uso regolativo delle idee trascendentali. Questa espressione è utilizzata per indicare che, sebbene le idee di anima, mondo e Dio non corrispondano direttamente a oggetti empirici reali e concreti, esse possono essere utilizzate efficacemente come modelli concettuali o schemi guida per organizzare e interpretare l'esperienza.
Kant sottolinea che trattare certe idee "come se" fossero reali aiuta a strutturare e sistematizzare la nostra conoscenza empirica, pur non affermando l'esistenza reale di tali idee al di fuori del loro contesto fenomenico. Per esempio:
Nella psicologia, trattare l'anima "come se" fosse una sostanza semplice e permanente permette di organizzare coerentemente i fenomeni della coscienza e dell'identità personale.
Nella cosmologia, considerare l'universo "come se" fosse infinito aiuta a promuovere un'indagine continua sulle cause e le condizioni dei fenomeni naturali.
Nella teologia, assumere "come se" ci fosse una ragione ultima e autosufficiente dietro il mondo sensibile offre un modo di collegare tutti i fenomeni in un'unità complessiva e coerente.
Dunque, l'espressione "come se" indica l'adozione di un'ipotesi che, pur non essendo empiricamente verificabile in termini diretti, serve a orientare e regolare il nostro pensiero e la nostra ricerca per una maggiore comprensione e unità del sapere.
5) Distingui i concetti di uso costitutivo e uso regolativo delle idee.
Nel contesto della filosofia kantiana, i concetti di "uso costitutivo" e "uso regolativo" delle idee trascendentali rappresentano due modi distinti attraverso i quali la ragione può applicare le sue idee di anima, mondo e Dio all'interpretazione della realtà. Questi due usi si distinguono fondamentalmente per il loro ruolo e portata nell'ambito della conoscenza.
Uso Costitutivo: Nell'uso costitutivo, le idee trascendentali vengono impiegate come se fossero in grado di determinare direttamente gli oggetti della conoscenza. In altre parole, questo uso presume che le idee abbiano un fondamento ontologico che corrisponde direttamente agli oggetti nel mondo. Kant, tuttavia, critica questo uso per le idee trascendentali, sostenendo che tali idee non possono essere applicate agli oggetti della esperienza in modo diretto e concreto, poiché non disponiamo di basi empiriche o logiche che le legittimino come direttamente corrispondenti alla realtà fenomenica.
Uso Regolativo: L'uso regolativo, invece, considera le idee trascendentali come strumenti euristici che guidano la nostra ricerca e organizzazione della conoscenza empirica senza presupporre una corrispondenza diretta tra l'idea e la realtà fenomenica. Le idee sono usate per promuovere una maggiore coerenza e unità sistematica nella nostra comprensione dei fenomeni ma non come descrizioni letterali della realtà. Ad esempio, l'idea di un "mondo" o di un "Dio" può aiutare a strutturare il pensiero e la ricerca, spingendo verso una maggiore unità e totalità nella scienza, anche se tali idee non corrispondono a entità empiricamente verificabili.
Nel testo che hai condiviso, Kant esplicita che queste idee non devono essere viste come mezzi per estendere la nostra conoscenza oltre l'esperienza, ma piuttosto come modi per organizzare e sistematizzare la conoscenza che possiamo acquisire empiricamente. Le idee trascendentali, quindi, nel loro uso regolativo, non determinano oggetti ma aiutano a strutturare il nostro pensiero e la nostra ricerca empirica, fornendo un "schema" per massimizzare l'unità e la coerenza del sapere.
Guida alla Comprensione
1) Spiega la corrispondenza delle tre idee della ragione con schemi specifici di unità di senso.
Certamente, esaminiamo come le tre idee trascendentali di Kant—psicologica, cosmologica e teologica—corrispondano a schemi specifici di unità di senso e come esse organizzino il nostro approccio alla conoscenza empirica.
Idea Psicologica: Kant la usa per guidare l'organizzazione delle nostre esperienze interne. In questo contesto, l'idea di anima funge da schema per concepire l'anima come una sostanza semplice e permanente, pur nella transitorietà dei suoi stati. Questo schema non pretende di definire l'anima in termini ontologici reali ma serve per dare un senso di unità e continuità alla varietà delle esperienze psicologiche umane. Attraverso questo schema, possiamo trattare la nostra coscienza come una sequenza coerente e identificabile nel tempo, essenziale per il concetto di identità personale.
Idea Cosmologica: Attraverso questa idea, Kant suggerisce di considerare l'universo come se fosse infinito e senza un principio o un termine primo. Questo schema ci orienta a indagare in modo continuo la catena delle cause e degli effetti, sia nei fenomeni naturali interni che esterni, promuovendo un'esplorazione illimitata delle condizioni dei fenomeni. L'idea cosmologica non si impegna a stabilire limiti definiti ma estende la nostra ricerca empirica, esplorando la possibile infinità del molteplice dei fenomeni.
Idea Teologica: Questa idea suggerisce di considerare tutto ciò che rientra nell'esperienza possibile come se avesse un'unità assoluta, originata da un fondamento supremo e onnisufficiente, simile a una "intelligenza suprema". Anche se non possiamo conoscere direttamente tale entità suprema, l'idea serve a organizzare i fenomeni sensibili in un sistema coerente, come se avessero una causa ultima e unificante. L'idea teologica ci spinge a trattare l'esperienza in un modo che massimizza l'unità e la sistematicità, facilitando un'integrazione omogenea del nostro sapere empirico.
In conclusione, queste idee trascendentali di Kant, pur non essendo attribuibili direttamente a oggetti specifici nel senso empirico, fungono da schemi regolativi che ci aiutano a strutturare il nostro pensiero e la nostra ricerca empirica in modo più coerente e unitario. Esse orientano il nostro approccio verso una maggiore unità sistematica e organizzata, vitali per una conoscenza che sia il più estensiva e profonda possibile all'interno dei limiti dell'esperienza umana.
2) Spiega in che cosa consiste l'uso euristico dell'idea psicologica nell'organizzazione dell'esperienza interiore.
L'uso euristico dell'idea psicologica, consiste nel trattare l'anima come se fosse una sostanza semplice, permanente e dotata di identità personale, nonostante la variabilità dei suoi stati. Questo approccio permette di organizzare e interpretare l'esperienza interiore in modo coerente e sistematico.
Nell'ambito della psicologia trascendentale, l'anima non è direttamente osservabile o sperimentabile in modo empirico come un oggetto fisico. Tuttavia, seguendo l'idea di anima come entità semplice e permanente, possiamo collegare vari fenomeni psicologici, le operazioni mentali e la recettività dell'animo, organizzandoli secondo un "filo conduttore" che ci permette di interpretare le nostre esperienze interne come se fossero manifestazioni di un unico soggetto coerente.
Questo metodo non mira a determinare l'effettiva natura metafisica dell'anima ma serve piuttosto come un modello concettuale che guida l'analisi delle esperienze interne, promuovendo una maggiore comprensione della continuità e dell'identità personale attraverso il tempo, nonostante i cambiamenti nei particolari stati mentali o fisici. In questo modo, l'idea psicologica agisce come uno schema concettuale che facilita l'unificazione e la sistematizzazione del molteplice delle nostre esperienze interne, aiutandoci a costruire una narrazione coerente di noi stessi come individui.
3) Spiega in che cosa consiste l'uso euristico dell'idea cosmologica nella ricerca sperimentale, soffermandoti sull'autonomia che tale idea garantisce all'indagine scientifica della natura.
L'uso euristico dell'idea cosmologica nel contesto della ricerca sperimentale, riveste un ruolo centrale nel modo in cui ci approcciamo allo studio della natura e dei suoi fenomeni. Esaminiamo questo uso più dettagliatamente.
Nel contesto kantiano, l'idea cosmologica incita gli scienziati a trattare la serie di condizioni che governano i fenomeni naturali sia interni che esterni come se fosse infinita, priva di un primo principio assoluto o termine ultimo. Questo approccio non implica una negazione delle cause primarie o delle fondamenta "puriamente intelligibili" dei fenomeni, ma piuttosto sottolinea che tali cause non possono essere direttamente integrate nelle spiegazioni naturali a causa della nostra mancanza di conoscenza diretta su di esse.
L'idea cosmologica, quindi, serve come principio regolativo che guida la ricerca senza imporre limiti arbitrari sulla comprensione del mondo naturale. L'assunzione di un'infinita serie di cause o condizioni:
Promuove un'esplorazione incessante: Mantenendo aperta l'indagine scientifica senza concludere prematuramente che abbiamo raggiunto il fondamento ultimo o la causa prima, gli scienziati sono incoraggiati a continuare ad esplorare e a indagare la natura in modo più profondo e sistematico.
Garantisce autonomia alla scienza: Separando le cause puramente intelligibili (che non possono essere empiricamente verificate o falsificate) dalle spiegazioni naturali, l'idea cosmologica protegge l'autonomia della scienza dall'intromissione di elementi metafisici o teologici che potrebbero altrimenti limitare o distorcere l'indagine empirica. Questo permette alla scienza di operare all'interno dei propri confini metodologici, concentrandosi sugli aspetti verificabili e osservabili dei fenomeni.
Favorisce l'unità e la coerenza sistematica: Utilizzando l'idea cosmologica come guida, la scienza può cercare di unificare e coordinare varie spiegazioni e fenomeni sotto un'unica, coerente struttura teorica che aspira alla comprensione totale, anche se mai completa, dell'universo.
In sintesi, l'idea cosmologica agisce come una bussola euristica che orienta la scienza verso una continua e aperta indagine, promuovendo una metodologia che rispetta l'integrità e l'autonomia della ricerca sperimentale pur incoraggiando un'esplorazione sistematica e unitaria della realtà naturale.
Fonti: Zanichetti, libri scolastici superiori