Jeremy Bentham - Il principio di utilità
1) Introduzione
2) Lettura
3) Guida alla lettura
4) Guida alla Comprensione
Introduzione
Nel 1789, Bentham pubblica un'opera che diventerà il pilastro dell'utilitarismo: l'Introduzione ai principi della morale e della legislazione. Questo lavoro è concepito come un'introduzione a un codice penale, che a sua volta fa parte di un'opera più vasta destinata a trattare tutti i settori del diritto. Nella parte iniziale del libro, Bentham identifica i moventi che guidano l'uomo e il principio di utilità, ritenuto l'unico criterio valido per giudicare l'appropriatezza delle azioni umane. È importante notare che, in una nota aggiunta nel 1822 per la nuova edizione dell'opera, Bentham chiarisce di aver integrato il termine "principio di utilità" con "principio della maggiore felicità". Egli specifica che la maggiore felicità a cui si riferisce è quella di tutti coloro i cui interessi sono in gioco, aggiungendo che il termine "utilità" non evoca in modo altrettanto chiaro le idee di piacere e dolore come fanno invece le parole "felicità" ed "eudemonia", e inoltre non ci spinge a considerare il numero degli interessi coinvolti.
Lettura
1. La natura ha posto il genere umano sotto il dominio di due supremi padroni: il dolore e il piacere. Spetta ad essi soltanto indicare quel che dovremmo fare, come anche determinare quel che faremo. Da un lato il criterio di ciò che è giusto o ingiusto, dall'altro la catena delle cause e degli effetti sono legati al loro trono. Dolore e piacere ci dominano in tutto quel che facciamo, in tutto quel che diciamo, in tutto quel che pensiamo: qualsiasi sforzo possiamo fare per liberarci da tale soggezione non servirà ad altro che a dimostrarla e confermarla. A parole si può proclamare di rinnegare il loro dominio, ma in realtà se ne resta del tutto soggiogati. Il principio di utilità riconosce tale soggezione, e la assume a fondamento di quel sistema il cui obiettivo è innalzare l'edificio della felicità per mezzo della ragione e della legge. I sistemi che tentano di mettere in discussione tale soggezione spacciano rumori per suoni sensati, capriccio per ragione, oscurità per luce.
2. Il principio di utilità costituisce il fondamento della presente opera: è perciò opportuno iniziare con un resoconto esplicito e preciso di cosa si intenda con esso. Per principio di utilità si intende quel principio che approva o disapprova qualunque azione a seconda della tendenza che essa sembra avere ad aumentare o diminuire la felicità della parte il cui interesse è in questione; o, che è lo stesso concetto in altre parole, a seconda della tendenza a promuovere tale felicità o a contrastarla. Mi riferisco a qualsiasi azione, e perciò non solo ogni azione di un privato individuo, ma anche ogni provvedimento di governo.
3. Per utilità si intende quella proprietà di ogni oggetto per mezzo della quale esso tende a produrre beneficio, vantaggio, piacere, bene o felicità (in questo contesto tutte queste cose si equivalgono) oppure ad evitare che si verifichi quel danno, dolore, male o infelicità (di nuovo tutte cose che si equivalgono) per quella parte il cui interesse si prende in considerazione: se quella parte è la comunità in generale, allora l'interesse della comunità, se è un individuo in particolare, allora l'interesse di quell'individuo.
4. L'interesse della comunità è una delle espressioni più generiche che si possano trovare nella fraseologia della morale: non c'è da meravigliarsi che il suo significato vada spesso perduto. Quando ha un significato è il seguente. La comunità è un corpo fittizio, composto dalle singole persone considerate come sue membra. Quindi che cos'è l'interesse della comunità? La somma degli interessi dei vari membri che la compongono.
5. È vano parlare dell'interesse della comunità senza comprendere quale sia l'interesse dell'individuo. Si dice che una cosa promuove un interesse, o che è a favore dell'interesse di un individuo, quando va ad aggiungersi alla somma totale dei suoi piaceri, o, che è la stessa cosa, a ridurre la somma totale dei suoi dolori.
6. Quindi un'azione si può definire conforme al principio di utilità, o, per brevità, conforme all'utilità (intesa rispetto alla comunità in genere) quando la sua tendenza ad aumentare la felicità della comunità è maggiore di ogni sua tendenza a diminuirla.
7. Un provvedimento di governo (che altro non è che un particolare tipo di azione, compiuta da una particolare persona o gruppo di persone) può essere definito conforme al principio di utilità o da esso dettato quando, allo stesso modo, la sua tendenza ad aumentare la felicità della comunità è maggiore di ogni sua tendenza a diminuirla.
Guida alla lettura
1) Quali sono «i padroni dell'uomo», secondo Bentham?
Secondo Bentham, "i padroni dell'uomo" sono il dolore e il piacere. Nel testo, Bentham afferma che la natura ha posto il genere umano sotto il dominio di questi due supremi padroni, i quali indicano ciò che dovremmo fare e determinano ciò che faremo.
2) Che cosa intende Bentham per «principio di utilità»?
Bentham definisce il «principio di utilità» come il principio che approva o disapprova qualunque azione a seconda della tendenza che essa sembra avere ad aumentare o diminuire la felicità della parte il cui interesse è in questione. Questo principio si applica sia alle azioni dei privati individui sia ai provvedimenti di governo . Per utilità, Bentham intende quella proprietà di ogni oggetto che tende a produrre beneficio, vantaggio, piacere, bene o felicità, oppure ad evitare danno, dolore, male o infelicità. Un'azione o un provvedimento di governo si definisce conforme al principio di utilità quando la sua tendenza ad aumentare la felicità della comunità è maggiore di ogni sua tendenza a diminuirla.
3) Che cosa si intende per «utilità»?
Nel testo, il termine "utilità" viene definito come "quella proprietà di ogni oggetto per mezzo della quale esso tende a produrre beneficio, vantaggio, piacere, bene o felicità [...] oppure ad evitare che si verifichi quel danno, dolore, male o infelicità" per la parte il cui interesse si prende in considerazione.
Guida alla Comprensione
1) Che tipo di immagine dell'uomo fornisce Bentham?
Bentham fornisce un'immagine dell'uomo dominato da due padroni supremi: il dolore e il piacere. Secondo Bentham, tutte le azioni umane sono guidate da questi due elementi, che determinano ciò che dovremmo fare e ciò che effettivamente facciamo. Il dolore e il piacere costituiscono il criterio per distinguere tra ciò che è giusto e ciò che è sbagliato, legando le cause e gli effetti al loro trono.
Questa visione suggerisce che l'uomo è intrinsecamente soggetto alle sensazioni di piacere e dolore, e ogni tentativo di liberarsi da tale soggezione è vano. Anche se si può proclamare di rinnegare questo dominio, in realtà, l'uomo rimane completamente soggiogato da esso.
Il principio di utilità, su cui si basa l'opera di Bentham, riconosce e accetta questa soggezione come fondamento per costruire un sistema volto a innalzare la felicità attraverso la ragione e la legge. In sintesi, l'immagine dell'uomo secondo Bentham è quella di un essere governato inevitabilmente dalle sensazioni di piacere e dolore, le quali orientano ogni sua azione e decisione.
2) Che cosa è una comunità e in che cosa consiste il suo interesse?
Secondo il testo, una comunità è definita come un corpo fittizio composto dalle singole persone considerate come sue membra. L'interesse della comunità consiste nella somma degli interessi dei vari membri che la compongono. In altre parole, l'interesse della comunità è la somma totale dei piaceri degli individui che ne fanno parte, o, equivalentemente, la riduzione della somma totale dei loro dolori.
3) Quando una legge è conforme al principio di utilità?
Una legge è conforme al principio di utilità quando la sua tendenza ad aumentare la felicità della comunità è maggiore di ogni sua tendenza a diminuirla. Questo si applica a qualsiasi provvedimento di governo, che è un particolare tipo di azione compiuta da una persona o da un gruppo di persone, e può essere definito conforme all'utilità quando la sua tendenza a incrementare la felicità della comunità supera qualsiasi sua tendenza a ridurla.
Fonti: Zanichetti, libri scolastici superiori