Niccolò Copernico - Le origini del sistema eliocentrico


Immagine Niccolò Copernico
1) Introduzione
2) Lettura
3) Guida alla lettura
4) Guida alla Comprensione

Introduzione


Nella primavera del 1543, a Norimberga, vide la luce un'opera rivoluzionaria: "La rivoluzione delle sfere celesti", frutto di quasi trent'anni di lavoro e rilasciata poche settimane prima della scomparsa del suo autore. Inizialmente dedicata al Papa Paolo III, questa opera non convenzionale sconcertò molti per la sua audacia. Copernico, il suo autore, cercò di mitigare l'impatto delle sue idee richiamando antichi astronomi e filosofi greci che, sin dai tempi remoti, avevano teorizzato un sistema eliocentrico. Tuttavia, nonostante il suo intento fosse quello di indagare la verità sui movimenti dei pianeti, il teologo luterano tedesco Andrea Osiander, curatore dell'opera, contrariamente alla volontà di Copernico, introdusse una premessa anonima che presentava la teoria eliocentrica come una mera speculazione matematica, svincolata dalla realtà dei fatti. Questo gesto suscitò dubbi sulla paternità di queste parole, poiché molti credettero che potessero appartenere allo stesso Copernico.


Lettura


Mi rendo ben conto, o Padre Santissimo, che, non appena alcuni saranno venuti a conoscenza del fatto che io, in questi miei libri che ho scritto sulle rivoluzioni delle sfere del mondo, attribuisco certi movimenti al globo terrestre, subito andranno gridando che sono da mettere al bando io e la mia opinione. Né d'altra parte sono così rigidamente attaccato alle mie idee da non prendere in considerazione il giudizio degli altri. E benché sappia che i pensieri del filosofo sono ben lontani dall'opinione comune, proprio perché suo primo compito è cercare la verità in ogni cosa, almeno nei limiti concessi da Dio alla ragione umana, penso tuttavia che siano da evitarsi le opinioni che si allontanano del tutto dalla retta via.

Così, pensando fra me e me quanto assurdo sarebbe apparso tale discorso a quelli che conoscono come confermata dal giudizio di molte generazioni questa opinione, cioè che la Terra stia immobile in mezzo al cielo, come suo centro, se io invece avessi asserito che la Terra si muove, esitai a lungo se pubblicare i miei commentari, scritti per dimostrare il suo movimento, o se non fosse piuttosto meglio seguire l'esempio dei pitagorici e di alcuni altri che, non diffondendoli con scritti, ma trasmettendoli in via diretta e personale, erano soliti affidare i misteri filosofici solo a parenti ed amici [...].

Ma forse Vostra Santità non si meraviglierà del fatto che ho osato pubblicare queste mie elucubrazioni (dal momento che la loro elaborazione era stata per me lavoro così gravoso, da non farmi esitare a metterla per iscritto), ma piuttosto desidererà sapere da me come mi sia venuto in mente di andare contro l'opinione ormai stabilita dei matematici, e quasi contro lo stesso senso comune, immaginando qualche movimento della Terra. E così non voglio che resti nascosto a Vostra Santità che nessun altro motivo mi ha indotto a meditare su un nuovo possibile criterio di calcolare i movimenti delle sfere del mondo se non il fatto di essermi accorto che i matematici stessi non sono d'accordo fra loro sul modo di determinarli.

Prima di tutto, infatti, essi sono a tal punto incerti riguardo al movimento del Sole e della Luna che non possono né osservare né dimostrare la costante durata dell'anno tropico. In secondo luogo, nella definizione dei movimenti, tanto degli astri sopra nominati quanto degli altri cinque astri erranti essi non riescono ad usare gli stessi principi e postulati e le stesse dimostrazioni delle rivoluzioni e dei moti apparenti. Alcuni, infatti, usano solo cerchi omocentrici, altri invece anche eccentrici ed epicicli, con cui tuttavia non raggiungono pienamente i loro fini. Infatti, coloro che si basano sugli omocentrici, anche se hanno dimostrato che con essi si possono comporre alcuni movimenti ineguali, tuttavia, da questo, non poterono stabilire qualcosa di certo, che corrispondesse senza alcun dubbio ai fenomeni. Quelli poi che escogitarono gli eccentrici, anche se sembrano avere in gran parte, con il loro aiuto, ordinato in modo esatto i moti apparenti, tuttavia hanno insieme dovuto ammettere parecchie cose che sembrano contravvenire ai principi sull'uniformità del movimento.

La determinazione più importante poi, cioè la forma del mondo e l'esatta simmetria delle sue parti, non poterono né trovarla né ricavarla da essi; ma a loro capitò proprio come ad un artista che, prendendo da luoghi diversi mani, piedi, testa e altre membra, molto belle in sé, ma non fatte per un solo corpo, anzi per nulla tra loro corrispondenti, formasse così un mostro invece che un uomo. Così, nel processo della dimostrazione, che chiamano methodon, si riscontra che o hanno tralasciato qualcosa di necessario, o hanno ammesso qualcosa di estraneo e per nulla attinente. E questo non sarebbe certo accaduto se avessero seguito principi sicuri. Infatti, se le ipotesi da loro assunte non fossero fallaci, tutte le conseguenze dovrebbero essere verificate senza lasciare adito a dubbi. E se quello che dico qui è oscuro, a suo luogo diventerà più chiaro.

Ora, avendo a lungo meditato tra me e me su questa incertezza dell'insegnamento matematico nel comporre i moti delle sfere del mondo, cominciò a darmi fastidio il fatto che i filosofi, mentre indagano con tanta finezza le cose più minute del mondo, non hanno poi alcun sicuro criterio di spiegazione per il meccanismo di questo stesso mondo che è stato creato per noi dal migliore e più regolare degli artefici. Perciò mi misi a rileggere le opere di tutti i filosofi che avevo a disposizione, per vedere se mai qualcuno di essi avesse pensato che i movimenti delle sfere del mondo fossero diversi da quelli che ammettono coloro che nelle scuole insegnano matematica. E trovai dapprima in Cicerone che Niceto aveva intuito che la Terra si muove. Poi trovai anche presso Plutarco che alcuni altri avevano avuto la stessa opinione; e trascrivo qui le sue parole perché siano note a tutti: «È opinione comune che la Terra stia ferma; ma Filolao Pitagorico dice che gira intorno al fuoco secondo un circolo obliquo, così come il Sole e la Luna. Eraclide Pontico ed Ecfanto Pitagorico fanno muovere la Terra, non però di moto traslatorio, ma rotatorio, infilata in un asse a guisa di ruota e girante intorno al proprio centro da occidente a oriente».

Prendendo spunto da qui cominciai anch'io a meditare intorno alla possibilità di un movimento della Terra. E sebbene l'opinione potesse sembrare assurda, tuttavia, poiché sapevo che prima di me ad altri era stata concessa questa libertà, cioè di immaginare qualsivoglia cerchio per spiegare i fenomeni celesti, ritenni che anche a me senza difficoltà fosse concesso di cercare se, ammesso un qualche movimento della Terra, si potessero trovare spiegazioni più sicure delle loro sulla rivoluzione delle sfere celesti. E così, ammessi quei movimenti che più sotto nell'opera attribuisco alla Terra, finalmente, dopo lunghe e ripetute osservazioni, trovai che, se si rapportavano i movimenti degli altri astri erranti a quello circolare della Terra e si calcolava quindi il movimento di rivoluzione di ogni astro, non solo conseguivano di qui i loro movimenti apparenti, ma anche gli ordini e le grandezze degli astri e di tutte le sfere e inoltre il cielo stesso si trovavano in una tale connessione che non si poteva in nessuna loro parte spostare qualcosa, senza che ne derivasse confusione nelle altre parti e nella totalità.

Perciò anche nello svolgimento dell'opera ho seguito quest'ordine, sicché nel primo libro descrivo tutte le posizioni delle sfere con i moti che attribuisco alla Terra, in modo che quel libro contiene, per così dire, l'ordinamento generale dell'universo. Poi, negli altri libri, confronto i movimenti degli altri astri e di tutte le sfere celesti con la mobilità della Terra, così che di qui si possa ricavare fino a che punto i movimenti degli altri astri e delle sfere, così come le apparenze, possano salvarsi se si rapportano ai movimenti della Terra. Né posso dubitare che i matematici dotti e sapienti saranno assolutamente d'accordo con me, se, come la filosofia soprattutto esige, vorranno conoscere ed esaminare non superficialmente ma a fondo le argomentazioni che nella mia opera porto a dimostrazione di queste cose.

Affinché, dunque, sia i dotti sia gli ignoranti si rendano conto che io non sfuggo affatto al giudizio di alcuno, ho voluto dedicare queste mie meditazioni a Vostra Santità piuttosto che a qualunque altro per il fatto che, anche in questo remotissimo angolo del mondo, in cui vivo, Vi si considera la persona più eminente per dignità di grado, ma anche per amore di tutta la cultura e, in particolare, delle matematiche, così che, con la Vostra autorità e il Vostro giudizio, possiate più facilmente contenere i morsi dei calunniatori, sebbene il proverbio dica che non c'è rimedio contro il morso del sicofante.


Guida alla lettura


1) Elenca i motivi di dubbio e le obiezioni che Copernico si aspetta di ricevere pubblicando i suoi risultati.
Copernico si aspetta di ricevere diverse obiezioni e motivi di dubbio pubblicando i suoi risultati:

Contrasto con l'opinione consolidata: Prevede che molti reagiranno negativamente al suo lavoro poiché contrasta con l'opinione accettata da molte generazioni, secondo cui la Terra è immobile al centro dell'universo.
Accuse di eresia: Riconosce il rischio di essere accusato di eresia o di essere messo al bando per aver avanzato tesi così controverse rispetto alla concezione tradizionale.
Critiche dei matematici: Si aspetta critiche e dubbi da parte dei matematici, poiché riconosce che non tutti concordano sulle modalità per determinare i movimenti delle sfere celesti. Copernico osserva l'incertezza nel determinare il movimento del Sole e della Luna e la mancanza di coerenza nei principi e nelle dimostrazioni utilizzate dai matematici.
Sfida all'autorità religiosa: Sospetta che la sua teoria possa essere vista come una sfida all'autorità religiosa, poiché si scontra con la visione geocentrica del mondo sostenuta dalla Chiesa cattolica e da molte autorità religiose dell'epoca.
Rischio di essere frainteso: Si preoccupa che le sue idee possano essere fraintese o travisate, poiché riconosce che alcune interpretazioni errate potrebbero compromettere la percezione delle sue intenzioni e delle sue scoperte.
Critiche alla metodologia: Prevede che potrebbero esserci critiche sulla sua metodologia di lavoro e sulla dimostrazione dei suoi concetti, specialmente da parte dei critici che adottano una prospettiva più tradizionale.

Questi sono alcuni dei principali motivi di dubbio e obiezioni che Copernico si aspetta di affrontare con la pubblicazione dei suoi risultati.

2) Individua le procedure usate da Copernico per presentare i risultati della sua ricerca.
Copernico utilizza diverse procedure per presentare i risultati della sua ricerca:

Descrizione delle posizioni delle sfere celesti e dei movimenti attribuiti alla Terra: Nel primo libro, Copernico descrive dettagliatamente le posizioni delle sfere celesti insieme ai movimenti che attribuisce alla Terra. Questo fornisce un quadro generale dell'universo secondo la sua concezione eliocentrica.
Confronto dei movimenti degli astri con la mobilità della Terra: Nei successivi libri, confronta i movimenti degli altri astri e delle sfere celesti con la mobilità della Terra. Questo confronto permette di valutare fino a che punto i movimenti degli astri e le loro apparenti posizioni possono essere spiegati in relazione al movimento della Terra.
Esposizione metodica delle argomentazioni: Copernico espone le sue argomentazioni in modo metodico, presentando le prove e i ragionamenti che sostengono la sua teoria eliocentrica. Questo approccio dimostra il rigore scientifico e la dedizione alla ricerca della verità.
Dedica al Papa: Copernico dedica i suoi scritti al Papa, evidenziando il suo rispetto per l'autorità religiosa e cercando il supporto e la comprensione del clero.
Richiamo alla tradizione filosofica e astronomica: Copernico fa riferimento alla tradizione filosofica e astronomica, citando autori antichi come Niceto, Pitagora ed Ecfanto, per mostrare che la sua teoria non è del tutto nuova e che altri prima di lui hanno considerato l'idea di un movimento della Terra.

In sintesi, Copernico adotta un approccio sistematico e metodico nella presentazione dei risultati della sua ricerca, supportando le sue argomentazioni con prove scientifiche, confrontando le teorie esistenti e cercando di ottenere il sostegno delle autorità religiose.

3) Rintraccia le espressioni che indicano la convinzione che i risultati siano veri sul piano della realtà.
Ecco le espressioni che indicano la convinzione che i risultati siano veri sul piano della realtà:

"pensieri del filosofo sono ben lontani dall'opinione comune"
"ricercare la verità in ogni cosa"
"il compito del matematico sia quello di ricercare la verità sui movimenti dei pianeti"
"finalmente, dopo lunghe e ripetute osservazioni, trovai che"
"di qui si possa ricavare fino a che punto i movimenti degli altri astri e delle sfere, così come le apparenze, possano salvarsi se si rapportano ai movimenti della Terra"
"Né posso dubitare che i matematici dotti e sapienti saranno assolutamente d'accordo con me"

Queste espressioni indicano la convinzione di Copernico nella veridicità e nella validità dei suoi risultati sul piano della realtà.


Guida alla Comprensione


1) Quali difetti rileva lo scienziato Copernico nelle spiegazioni dei movimenti celesti basate sul presupposto dell'immobilità della Terra?
Lo scienziato Copernico rileva diversi difetti nelle spiegazioni dei movimenti celesti basate sull'immobilità della Terra:

Incertezza riguardo al movimento del Sole e della Luna: Copernico osserva che i matematici non sono in grado di osservare né dimostrare la costante durata dell'anno tropico, il che indica una mancanza di certezza riguardo ai movimenti di questi corpi celesti.
Diversità nelle definizioni dei movimenti celesti: Nota che i matematici utilizzano principi, postulati e dimostrazioni diversi per descrivere i movimenti degli astri, senza uniformità. Alcuni si basano solo su cerchi omocentrici, mentre altri introducono concetti come eccentricità ed epicicli, ma nessuna di queste spiegazioni sembra soddisfacente.
Mancanza di coerenza e precisione: Copernico critica il fatto che le spiegazioni tradizionali non riescono a fornire una determinazione precisa della forma del mondo e della simmetria delle sue parti. Egli paragona questa situazione a un artista che crea un "mostro" anziché un "uomo" utilizzando membri diversi da luoghi diversi.
Divergenza tra teoria e pratica: Gli astronomi tradizionali non riescono a conciliare le loro teorie con le osservazioni empiriche, e le loro ipotesi non portano sempre a risultati verificabili e coerenti con i fenomeni osservati.

In sintesi, Copernico critica la mancanza di coerenza, precisione e aderenza alle osservazioni empiriche nelle spiegazioni tradizionali basate sull'immobilità della Terra.

2) Quali vantaggi ha trovato nel passaggio all'ipotesi del moto terrestre per la descrizione dei fenomeni e la comprensione del sistema cosmico?
Il passaggio all'ipotesi del moto terrestre ha portato diversi vantaggi nella descrizione dei fenomeni e nella comprensione del sistema cosmico secondo Copernico:

Spiegazione dei movimenti degli altri astri: Copernico ha osservato che, se si considera la Terra in movimento, è possibile spiegare i movimenti apparenti degli altri corpi celesti in maniera più coerente e semplice rispetto al sistema geocentrico tradizionale. Questo ha permesso di comprendere meglio il comportamento dei pianeti nel cielo.
Ordine e grandezza del sistema celeste: L'ipotesi del moto terrestre ha consentito a Copernico di stabilire un ordine e una connessione più chiari tra gli astri e le sfere celesti. Questo ha contribuito a comprendere meglio la struttura e le dimensioni dell'universo, fornendo una visione più organizzata del sistema solare.
Armonia dei movimenti celesti: Copernico ha notato che, considerando la Terra in movimento, si poteva giungere a una visione più armoniosa dei movimenti celesti, in cui le leggi che regolano il moto dei pianeti risultavano più semplici ed eleganti.
Risoluzione di incertezze matematiche: L'ipotesi eliocentrica ha permesso a Copernico di risolvere alcune incertezze e contraddizioni presenti nei modelli matematici precedenti, soprattutto riguardo alla determinazione dei movimenti del Sole e della Luna e all'uso di principi e postulati coerenti per descrivere i fenomeni celesti.

In sintesi, il passaggio all'ipotesi del moto terrestre ha migliorato la coerenza, l'eleganza e la comprensione del sistema cosmico, fornendo una visione più accurata e organizzata dell'universo.

3) Cerca di spiegare il tentativo di trovare appoggio negli antichi e l'appello finale all'autorità del papa.
Nel testo, Copernico cerca di legittimare la sua teoria eliocentrica facendo riferimento agli antichi filosofi e astronomi greci che, secondo lui, avevano già ipotizzato un modello simile se non identico a quello da lui proposto. Questo tentativo serve a mostrare che la sua teoria non è così innovativa e radicale come potrebbe sembrare a prima vista, ma piuttosto si basa su una lunga tradizione di pensiero. Inoltre, Copernico cerca di attenuare l'impatto delle sue idee sugli eventuali lettori conservatori, dimostrando che non è unicamente lui a proporre una visione diversa del sistema solare.

L'appello finale all'autorità del papa ha lo scopo di proteggere Copernico dalle critiche e dalle accuse di eresia che potevano derivare dalla sua teoria innovativa. Rivolgendosi al papa Paolo III, Copernico cerca di guadagnare il sostegno e la protezione della Chiesa, mostrando rispetto per l'autorità papale e sottolineando che la sua intenzione non è quella di sovvertire l'ordine religioso, ma piuttosto di contribuire alla ricerca della verità, come ritenuto compito del matematico. Questo appello alla autorità religiosa era cruciale in un'epoca in cui la Chiesa esercitava un'enorme influenza sulla società e sulla cultura, e le idee contrarie alle dottrine religiose dominanti potevano essere pericolose per la reputazione e la sicurezza personale di un individuo.

Fonti: Zanichetti, libri scolastici superiori

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