Ruggero Bacone - Le Scritture come fonte di ogni sapere


Immagine Ruggero Bacone
1) Introduzione
2) Lettura
3) Guida alla lettura
4) Guida alla Comprensione

Introduzione


Nel lontano 1267, Ruggero Bacone, un erudito francescano proveniente da Oxford, spedì al papa Clemente IV la sua opera più significativa. Questo testo era stato richiesto dal pontefice stesso, ansioso di esaminare i contenuti di ciò che il maestro aveva preparato. Si trattava di una vasta raccolta di conoscenze, un ambizioso tentativo di creare un'enciclopedia cristiana del sapere, suddivisa in sei o forse sette parti. Tuttavia, l'anno seguente, Bacone decise di inviare al papa una versione ridotta dell'opera, corredata da una dettagliata lettera. In essa, Bacone esponeva il suo progetto, sperando in un seguito che purtroppo non si verificò mai.

Uno dei passaggi più significativi di questa lettera era dedicato al chiarimento del rapporto tra le Sacre Scritture e la filosofia, un argomento di grande interesse e importanza per l'epoca. Bacone offriva una riflessione profonda su questa questione, cercando di conciliare le due dimensioni del sapere in modo armonioso e illuminante.


Lettura


Nella seconda parte si dimostra che vi è una sola sapienza perfetta, cioè quella contenuta nella Sacra Scrittura, che deve essere chiarificata per mezzo del diritto canonico e della filosofia, entro i quali comprendo anche il diritto civile e ogni conoscenza umana. Infatti, è necessario che tutto il sapere utile e indispensabile ai figli di Dio si ritrovi nella Sacra Scrittura, che ha Dio stesso come autore. In essa, infatti, si trova raccolto sinteticamente ciò che viene spiegato più estesamente altrove, cioè nel diritto canonico e nella filosofia. Perciò in essa è condensata come nella sua fonte originaria ogni verità che poi fluisce nel diritto canonico e nella filosofia attraverso abbondanti rivoli. In essa è raccolto come nella sua radice ciò che poi si ritrova con tutta la sua eleganza nei rami, nello splendore delle foglie, nella bellezza dei fiori, nell'abbondanza dei frutti, appunto nelle opere di diritto canonico e di filosofia.

Posso confermare ciò per mezzo delle parole dei santi, con la natura stessa della Sacra Scrittura, con il diritto canonico e col valore della filosofia; d'altra parte i patriarchi e i profeti ricevettero ogni sapere fin dall'inizio del mondo da Dio stesso, tanto che Salomone poté conoscere ogni cosa assai prima che i filosofi pagani potessero acquisire i primi rudimenti del sapere. Questo fatto va tenuto in grande considerazione poiché costituisce una conferma di quanto si è detto e conferisce autorità a quanto si dirà in seguito.

Per questo motivo non ci si deve meravigliare se i filosofi hanno parlato con magnificenza delle cose celesti e dei misteri della natura, delle tecniche più straordinarie, come pure di Dio, di Cristo, della Beata Vergine, degli angeli, dei demoni, della resurrezione dei corpi, della futura felicità, della pena eterna, delle prove della vera religione, come pure degli altri misteri della sapienza divina e umana, come spiego estesamente nelle altre cinque parti. Infatti, tutte queste cose sono state rivelate ai santi all'inizio del mondo e da essi verificate durante la loro lunga vita e quindi messe per iscritto. Dai loro scritti i filosofi hanno attinto tutto ciò che poi ci hanno tramandato.

Questo a noi non è evidente perché non conosciamo l'ebraico, il caldeo, il greco e l'arabo, lingue nelle quali sono scritti tutti i libri di scienza, non solo di quella divina del Vecchio Testamento, ma anche di quella umana che ne costituisce il completamento. Poiché i santi ricevettero fin dalle origini del mondo la verità di Dio che è contenuta nella Sacra Scrittura, e poiché la filosofia è necessaria per capire tale verità, esporla, metterla in pratica, difenderla, dimostrarla e renderla accessibile, perciò la filosofia è stata data alle stesse persone alle quali è stata data la legge divina.

Per documentare questa affermazione passo in rassegna tutta la storia dall'inizio del mondo, età per età, allo scopo di determinare l'epoca in cui visse ciascun uomo famoso per sapienza, cioè per conoscere quali sono stati i santi dotati di ogni sapere, quali le sibille, quali i celebri sette saggi e quelli che vennero dopo di loro e furono chiamati amanti del sapere, cioè filosofi, quali i poeti illustri; da questa rassegna si capirà chiaramente che tutta la sapienza è stata data da Dio ai santi ancor prima che nel mondo comparissero altri sapienti; risulterà altresì che tutti ricevettero dai santi i principi delle arti e delle scienze, come lo stesso grande Aristotele è costretto ad ammettere dalla verità delle cose.

Dimostro, inoltre, che tutto il sapere è contenuto nella Sacra Scrittura per scopi precisi, il primo dei quali è quello di favorire la perorazione che sto facendo e che riguarda l'intero progetto richiestomi da Vostra Riverenza. Poiché so con assoluta certezza che ogni verità è contenuta nella sapienza della Sacra Scrittura e che tutto ciò che non vi si trova è necessariamente errato o inutile, e poiché so che essa ha bisogno del diritto canonico e della filosofia per essere ben capita e correttamente esposta, allora tutto ciò che sto scrivendo attualmente e tutto ciò che intendo scrivere fino alla fine della mia vita mi sforzerò di metterlo al servizio della scienza divina. Qui faccio riferimento al sapere sia preso per se stesso sia in relazione alla Chiesa di Dio e agli altri scopi sopra indicati. Di conseguenza non giustifico il valore del sapere razionale se non in funzione della sapienza teologica che deve essere conosciuta per se stessa e nelle sue conseguenze pratiche.

Sono, infatti, sicuro che nel sapere razionale è utile e degno solo ciò che la teologia accoglie al suo servizio, come si fa con un'ancella. Tutto il resto è stoltezza e follia. Anche se i filosofi pagani hanno composto molte opere illustri e importanti, che hanno attinto dai testi originali dei santi, tuttavia, vinti dalla umana fragilità, resi ciechi dal loro paganesimo, avendo gli occhi dello spirito gonfiati dalla brama di una gloria vuota, hanno composto enormi opere nelle quali ci hanno lasciato molte cose false mescolate con quelle vere e molte cose inutili con quelle utili.

Il secondo motivo per cui mi impegno a dimostrare che tutto il sapere è contenuto nella Sacra Scrittura, anche se ha bisogno del diritto canonico e della filosofia per essere capito da noi, consiste nel cercare di persuadere colui che ha la pienezza del potere, in quanto vicario di Cristo, a mettere a disposizione di coloro che vogliono acquisire il sapere tutto ciò che è utile nelle scienze e nella conoscenza delle lingue e quindi necessario per la teologia. Infatti, numerosissime cose mancano alla Chiesa che invece sarebbero oltremodo vantaggiose e onorifiche per essa, come risulterà chiaro dall'opera che invio.

Ma è il terzo motivo che mi spinge maggiormente [a questa dimostrazione], e cioè il fatto che sia nelle discipline che si studiano, sia nel modo di studiarle, in realtà vengono fatte prevalere molte cose che sono contrarie alla scienza sacra e invece si trascura o si pone in secondo piano ciò che ad essa risulterebbe estremamente conveniente. Al contrario, per mezzo della teologia tutte le scienze devono essere dirette e disposte a utilità dell'intera Chiesa di Dio, della repubblica cristiana, della conversione degli infedeli e della condanna di coloro che non si possono più convertire.


Guida alla lettura


1) Quale ruolo Bacone assegna alla filosofia (insieme al diritto canonico)?
Bacone assegna alla filosofia (insieme al diritto canonico) il ruolo di chiarificare e comprendere la verità contenuta nella Sacra Scrittura. Egli sostiene che la filosofia è necessaria per capire, esporre, mettere in pratica, difendere, dimostrare e rendere accessibile la verità divina contenuta nella Sacra Scrittura. Inoltre, Bacone indica che tutto il sapere, compreso quello razionale, è contenuto nella Sacra Scrittura e che il diritto canonico e la filosofia sono strumenti indispensabili per comprendere e spiegare questa verità.

2) Riporta il passo in cui Bacone presenta la filosofia come «ancella» della filosofia e spiegane il significato.
Il passo in cui Bacone presenta la filosofia come "ancella" della teologia è il seguente:

"Sono, infatti, sicuro che nel sapere razionale è utile e degno solo ciò che la teologia accoglie al suo servizio, come si fa con un'ancella. Tutto il resto è stoltezza e follia."

In questo passaggio, Bacone sta esprimendo la sua convinzione che la filosofia, intesa come conoscenza razionale e umana, debba essere al servizio della teologia, la conoscenza divina. Utilizzando la metafora dell'"ancella", Bacone sottolinea il rapporto di dipendenza e subordinazione della filosofia rispetto alla teologia. La teologia, essendo la scienza che tratta di Dio e delle verità divine, dovrebbe guidare e dirigere tutte le altre discipline e conoscenze umane, inclusa la filosofia. Bacone ritiene che la filosofia debba essere sottomessa alla teologia e che solo ciò che è accettato e approvato dalla teologia abbia un valore autentico e significativo, mentre tutto il resto è considerato "stoltezza e follia".

3) Identifica ed elenca i motivi per i quali, secondo Bacone, la sua opera enciclopedica sarebbe utile alla causa della Chiesa.
Secondo Bacone, i motivi per i quali la sua opera enciclopedica sarebbe utile alla causa della Chiesa sono:

Chiarimento del rapporto tra Sacre Scritture e filosofia: Bacone ritiene che la sua opera possa chiarire il rapporto tra le Sacre Scritture e la filosofia, mostrando che la sapienza perfetta è contenuta nella Sacra Scrittura e che questa deve essere compresa attraverso il diritto canonico e la filosofia.
Accesso al sapere contenuto nella Sacra Scrittura: Bacone crede che tutte le conoscenze utili e indispensabili per i figli di Dio debbano essere presenti nella Sacra Scrittura, che considera come la fonte originaria da cui derivano il diritto canonico e la filosofia.
Accertamento della verità tramite la Sacra Scrittura: Bacone sostiene che tutto il sapere è contenuto nella Sacra Scrittura e che ciò che non vi si trova è errato o inutile. Pertanto, egli intende dimostrare che tutto il sapere è contenuto nella Sacra Scrittura per favorire la comprensione e l'esposizione della verità, che a sua volta è necessaria per scopi quali la perorazione e l'intero progetto richiestogli dalla Chiesa.
Fornire alle persone l'accesso al sapere: Bacone vuole persuadere coloro che detengono il potere, in quanto vicari di Cristo, a mettere a disposizione delle persone interessate al sapere tutto ciò che è utile nelle scienze e nella conoscenza delle lingue, rendendolo disponibile per la teologia.
Orientare tutte le discipline verso la teologia: Bacone ritiene che tutte le scienze dovrebbero essere dirette e disposte a vantaggio dell'intera Chiesa di Dio, della repubblica cristiana, della conversione degli infedeli e della condanna di coloro che non possono più essere convertiti.


Guida alla Comprensione


1) Spiega per quale motivo, secondo Bacone, «Salomone poté conoscere ogni cosa assai prima che i filosofi pagani potessero acquisire i primi rudimenti del sapere».
Secondo Bacone, Salomone poté conoscere ogni cosa molto tempo prima dei filosofi pagani perché, secondo la tradizione religiosa, i patriarchi e i profeti, tra cui Salomone, hanno ricevuto direttamente da Dio stesso tutto il sapere fin dall'inizio del mondo. Questo significa che hanno avuto accesso alla verità divina e hanno potuto acquisire una conoscenza profonda ancor prima che i filosofi pagani iniziassero a formulare i primi rudimenti del sapere umano attraverso le loro indagini filosofiche. In sostanza, Bacone attribuisce agli antichi santi e profeti una conoscenza privilegiata che supera quella dei filosofi pagani, poiché derivava direttamente da Dio e non era limitata alle speculazioni umane.

2) Spiega quale importanza Bacone assegna alla conoscenza di lingue come l'ebraico, il caldeo, il greco e l'arabo.
Bacone attribuisce un'importanza fondamentale alla conoscenza delle lingue come l'ebraico, il caldeo, il greco e l'arabo perché sostiene che tutti i libri di scienza, sia divina che umana, sono scritti in queste lingue. Egli afferma che senza la conoscenza di queste lingue è impossibile comprendere appieno la verità contenuta nella Sacra Scrittura e nelle opere di scienza. Inoltre, Bacone suggerisce che i filosofi hanno tratto la loro conoscenza dalle scritture dei santi, indicando così l'importanza di queste lingue anche per coloro che si dedicano allo studio della filosofia e delle scienze umane. In sintesi, Bacone sottolinea che la conoscenza di lingue come l'ebraico, il caldeo, il greco e l'arabo è cruciale per accedere al sapere contenuto nelle opere fondamentali e per comprendere appieno la verità sia divina che umana.

3) Spiega per quali motivi Bacone vorrebbe passare «in rassegna tutta la storia dall'inizio del mondo».
Bacone desidera passare "in rassegna tutta la storia dall'inizio del mondo" per diversi motivi:

Determinare l'epoca dei sapienti: Bacone vuole identificare e comprendere l'epoca in cui vissero gli uomini famosi per la loro saggezza, come i santi dotati di conoscenza, le sibille, i celebri sette saggi, i filosofi e i poeti illustri. Questo gli permetterebbe di tracciare l'evoluzione della sapienza umana e di dimostrare che essa ha avuto origine dalla verità divina contenuta nella Sacra Scrittura.
Mostrare l'origine della sapienza: Bacone intende dimostrare che tutta la sapienza umana ha avuto origine dalla verità di Dio contenuta nella Sacra Scrittura e che gli uomini saggi hanno tratto la loro conoscenza dai testi sacri. Questo evidenzia l'importanza della Bibbia come fonte primaria di conoscenza.
Sostenere l'importanza della teologia: Bacone vuole dimostrare che tutte le discipline accademiche e le scienze dovrebbero essere orientate verso l'utilità della teologia e il bene della Chiesa di Dio. Passando in rassegna la storia dall'inizio del mondo, intende mostrare come la sapienza umana dovrebbe essere direttamente collegata alla verità divina e utilizzata per promuovere gli interessi della Chiesa e della fede cristiana.

Fonti: Zanichetti, libri scolastici superiori

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