Thomas Hobbes - Origine e definizione dello Stato-Leviatano
1) Introduzione
2) Lettura
3) Guida alla lettura
4) Guida alla Comprensione
Introduzione
Secondo le teorie di Hobbes esposte nel suo lavoro "Leviatano", egli argomenta che le leggi naturali da sole non sono sufficienti a garantire il rispetto dei patti tra gli individui. Hobbes sottolinea che senza un'autorità coercitiva, come quella rappresentata dalla spada, i patti non hanno alcun valore reale. Pertanto, per mantenere l'ordine sociale, è necessario un potere sovrano che si elevi al di sopra delle volontà individuali. Nel capitolo XVII del suo libro, Hobbes descrive dettagliatamente la formula del patto sociale che gli uomini dovrebbero stipulare. Questo patto, che implica sia un'associazione che una sottomissione, è alla base della formazione dello Stato. Hobbes va oltre, definendo lo Stato come un "dio mortale" a causa del suo potere assoluto e della sua capacità di incarnare l'autorità suprema.
Lettura
La causa finale, il fine o il disegno degli uomini (che naturalmente amano la libertà e il dominio sugli altri) nell'introdurre quella restrizione su loro stessi (in cui li vediamo vivere negli Stati) è la previsione di ottenere con quel mezzo la propria preservazione e una vita più soddisfacente, vale a dire, di uscire da quella miserabile condizione di guerra, che è necessariamente conseguente (come si è mostrato nel capitolo XIII), alle passioni naturali degli uomini, quando non c'è un potere visibile per tenerli in soggezione, e legarli, con il timore della punizione, all'adempimento dei loro patti e all'osservanza di quelle leggi di natura esposte nei capitoli XIV e XV.
Infatti le leggi di natura (come la giustizia, l'equità, la modestia, la misericordia, e, insomma il fare agli altri quel che vorremmo fosse fatto a noi) in sé stesse, senza il terrore di qualche potere che le faccia osservare, sono contrarie alle nostre passioni naturali che ci spingono alla parzialità, all'orgoglio, alla vendetta e simili. I patti senza la spada sono solo parole e non hanno la forza di assicurare affatto un uomo. Perciò nonostante le leggi di natura (alle quali ognuno si attiene quando ha la volontà di attenervisi e può farlo senza pericolo) se non è eretto un potere o se non è abbastanza grande per la nostra sicurezza, ogni uomo vuole e può contare legittimamente sulla propria forza e sulla propria arte per garantirsi contro tutti gli altri uomini. [...]
La sola via per erigere un potere comune che possa essere in grado di difendere gli uomini dall'aggressione straniera e dalle ingiurie reciproche, e con ciò di assicurarli in modo tale che con la propria industria e con i frutti della terra possano nutrirsi e vivere soddisfatti, è quella di conferire tutti i loro poteri e tutta la loro forza ad un uomo o ad un'assemblea di uomini che possa ridurre tutte le loro volontà, per mezzo della pluralità delle voci, ad una volontà sola; ciò è come dire designare un uomo o un'assemblea di uomini a sostenere la parte della loro persona, e ognuno accettare e riconoscere sé stesso come autore di tutto ciò che colui che sostiene la parte della loro persona, farà o di cui egli sarà causa, in quelle cose che concernono la pace e la sicurezza comuni, e sottomettere in ciò ogni loro volontà alla volontà di lui, ed ogni loro giudizio al giudizio di lui.
Questo è più del consenso o della concordia; è un'unità reale di tutti loro in una sola e medesima persona fatta con il patto di ogni uomo con ogni altro, in maniera tale che, se ogni uomo dicesse ad ogni altro, io autorizzo e cedo il mio diritto di governare me stesso, a quest'uomo, o a questa assemblea di uomini a questa condizione, che tu gli ceda il tuo diritto, e autorizzi tutte le sue azioni in maniera simile. Fatto ciò, la moltitudine così unita in una persona viene chiamata uno stato, in latino civitas.
Questa è la generazione di quel grande leviatano, o piuttosto (per parlare con più riverenza) di quel dio mortale, al quale noi dobbiamo, sotto il Dio immortale, la nostra pace e la nostra difesa. Infatti, per mezzo di questa autorità datagli da ogni particolare, nello stato è tanta la potenza e tanta la forza che gli sono state conferite e di cui ha l'uso, che con il terrore di esse è in grado di informare le volontà di tutti alla pace interna e all'aiuto reciproco contro i nemici esterni. In esso consiste l'essenza dello stato che (se si vuole definirlo) è una persona dei cui atti ogni membro di una grande moltitudine, con patti reciproci, l'uno nei confronti dell'altro e viceversa, si è fatto autore, affinché essa possa usare la forza e i mezzi di tutti, come penserà sia vantaggioso per la loro pace e la comune difesa. Chi regge la parte di questa persona viene chiamato sovrano e si dice che ha il potere sovrano; ogni altro è suo suddito.
Guida alla lettura
1) Qual è la «causa finale» per la quale gli uomini si associano?
Secondo il testo, la "causa finale" per la quale gli uomini si associano è la preservazione di sé stessi e il conseguimento di una vita più soddisfacente. Hobbes sostiene che gli uomini introducono restrizioni su di sé stessi, come vivere negli Stati, con l'obiettivo di ottenere la propria preservazione e una vita migliore. In altre parole, la ragione principale per cui gli uomini si uniscono in società è per uscire dalla condizione di guerra e garantire la propria sicurezza, poiché la natura umana porta inevitabilmente a conflitti e discordie quando non vi è un'autorità centrale che regoli i comportamenti.
2) Come avviene che una «moltitudine» si trasformi in una civitas?
Secondo il testo, una "moltitudine" si trasforma in una "civitas" attraverso un patto reciproco tra gli individui che compongono questa moltitudine. Ogni individuo cede il proprio diritto di governare se stesso a un'autorità sovrana, accettando di sottomettersi alle decisioni prese da questa autorità. Questo patto implica che ogni individuo autorizzi e ceda il proprio diritto di governare a un'altra persona o a un'assemblea di persone, a condizione che gli altri facciano lo stesso. Una volta che tutti gli individui hanno accettato di cedere i propri diritti individuali e di sottomettersi alla stessa autorità sovrana, si forma una "civitas" o Stato, caratterizzata da un'autorità centrale che detiene il potere sovrano su tutti i suoi membri.
3) Alla luce della definizione dello Stato (che puoi riportare anche in parafrasi), spiega perché esso viene definito da Hobbes Leviatano e «dio mortale».
Il concetto di Stato secondo Hobbes, come espresso nel testo, è quello di un'entità unitaria e sovrana che emerge dalla volontà degli individui di rinunciare ai propri diritti in favore di un'autorità centrale. Questa autorità, chiamata "leviatano" da Hobbes, è una rappresentazione figurativa del potere sovrano dello Stato. Viene definito "leviatano" perché assume una dimensione collettiva e sovranazionale, simile a un gigantesco mostro marino che domina su tutti gli individui.
Inoltre, Hobbes utilizza il termine "dio mortale" per indicare la potenza assoluta e incontrastata dello Stato, che agisce come un ente supremo in grado di garantire la pace e la sicurezza dei suoi cittadini. Questa definizione sottolinea la centralità e l'onnipotenza dello Stato rispetto agli individui, che devono sottomettersi alla sua autorità per garantire la propria sicurezza e il proprio benessere. Hobbes usa questa metafora per evidenziare il potere sovrano e divino dello Stato rispetto agli individui, i quali devono rinunciare alla propria autonomia in cambio di protezione e ordine sociale.
Guida alla Comprensione
1) Perché, stando a Hobbes, senza la spada i patti tra gli uomini non sono che parole?
Secondo Hobbes, senza la spada i patti tra gli uomini non sono che parole perché le leggi naturali, come la giustizia e l'equità, non sono sufficienti a garantire il rispetto dei patti e l'osservanza delle leggi. Hobbes spiega che le leggi di natura, sebbene siano intrinsecamente giuste e morali, sono inadeguate a contrastare le passioni naturali degli uomini, come la parzialità, l'orgoglio e la vendetta. Senza un potere coercitivo che le faccia osservare, queste leggi rimangono solo ideali, incapaci di garantire la sicurezza e l'ordine sociale.
In assenza di una forza capace di far rispettare i patti e di punire chi li viola, ogni individuo è portato a difendere i propri interessi con la propria forza e astuzia. Pertanto, i patti senza la minaccia della spada sono privi di valore pratico e non riescono a garantire la sicurezza e la stabilità sociale. Questo concetto sottolinea l'importanza del potere coercitivo dello Stato, incarnato dalla figura sovrana, nel garantire il rispetto delle leggi e il mantenimento dell'ordine pubblico.
2) Partendo dalla definizione del patto di unione tra gli uomini, spiega in che senso esso si configuri come un trasferimento di potere e di forza a una terza persona.
Il patto di unione descritto da Hobbes comporta un trasferimento di potere e di forza a una terza persona, che egli chiama sovrano. Questo avviene attraverso un accordo reciproco tra gli individui, in cui ciascuno rinuncia al proprio diritto di governare se stesso e trasferisce questo potere al sovrano.
In che senso il patto di unione rappresenta un trasferimento di potere e di forza?
Il patto di unione implica che ogni individuo ceda il proprio diritto di governare se stesso a una terza persona, il sovrano, accettando di sottomettersi alle decisioni prese da quest'ultimo. Questo trasferimento di potere e di forza significa che il sovrano diventa l'autorità suprema all'interno dello Stato, in grado di utilizzare la forza e i mezzi a sua disposizione per mantenere l'ordine e difendere il popolo.
Qual è il ruolo del sovrano secondo questa concezione?
Il sovrano, secondo Hobbes, è colui che detiene il potere sovrano all'interno dello Stato. Egli ha il compito di garantire la pace e la sicurezza comuni, utilizzando la forza e i mezzi a sua disposizione per mantenere l'ordine interno e proteggere il popolo dagli attacchi esterni. Il sovrano agisce nell'interesse comune di tutti i cittadini e le sue decisioni sono vincolanti per l'intera comunità.
Qual è l'effetto di questo trasferimento di potere e forza sulla struttura dello Stato?
Il trasferimento di potere e forza al sovrano porta alla formazione di un'autorità centrale forte e unitaria, che Hobbes definisce "leviatano" o "dio mortale". Questo sovrano, avendo ricevuto il potere e la forza da ciascun individuo attraverso il patto di unione, è in grado di garantire la pace e la sicurezza comuni, utilizzando la sua autorità per imporre l'ordine e preservare la stabilità dello Stato.
Fonti: Zanichetti, libri scolastici superiori