Immanuel Kant - La produzione dell'arte bella e il genio


Immagine Immanuel Kant
1) Introduzione
2) Lettura
3) Guida alla lettura
4) Guida alla Comprensione

Introduzione


Un aspetto teorico fondamentale nella "Critica del giudizio" di Kant è il legame tra il concetto di bellezza artistica e la nozione di genio. Attraverso alcuni paragrafi chiave, Kant esplora come il genio artistico sia in grado di generare opere di bellezza mediante l'adozione di nuove regole compositive. L'arte, in questo senso, appare dotata di spontaneità e originalità, similmente agli organismi naturali ma è anche permeata di una razionalità che è propriamente umana. Il fulcro della discussione è la definizione dell'autonomia della bellezza nell'arte che è paragonata a quella della bellezza nella natura, basandosi sulla nozione di finalità interna della forma. Oltre a ciò, Kant traccia una correlazione più profonda tra natura e genio a livello di produzione: alla capacità generativa spontanea della natura si affiancherebbe, a livello umano, un complesso interplay tra ragione e immaginazione. Questa sinergia conferisce alle opere d'arte il potere di trasformare la percezione della realtà e di innescare una nuova comprensione delle cose. Questi concetti sono stati interpretati da romantici e idealisti come l'avvio di una rivoluzione nel pensiero filosofico.


Lettura


Dell'arte bella

Del bello non esiste una scienza, ma solo una critica; neppure esiste una bella scienza, ma solo una bella arte. In una scienza del bello, infatti, si dovrebbe decidere scientificamente, cioè con ragionamenti dimostrativi, cosa vada considerato bello o meno; ma così il giudizio sulla bellezza, se appartenesse alla scienza, non sarebbe un giudizio di gusto. [...]

Quando l'arte, adeguata alla conoscenza di un progetto possibile, si limita ad eseguire le operazioni necessarie alla sua realizzazione, essa è meccanica; se invece ha per scopo immediato il sentimento di piacere, prende il nome di arte estetica. Questa può essere o arte piacevole o arte bella. Nel primo caso lo scopo è di associare il piacere alle rappresentazioni come semplici sensazioni, nel secondo alle rappresentazioni come modi di conoscenza. [...]

L'arte bella è invece una specie di rappresentazione che ha il suo scopo in se stessa, e che, pur senza scopo, promuove la cultura delle facoltà dell'animo in vista della comunicazione in società.
La comunicabilità universale d'un piacere, già nel suo concetto, implica che il piacere non dev'essere di godimento, da semplice sensazione, ma di riflessione; quindi l'arte estetica, in quanto arte bella, adopera come criterio di misura il Giudizio riflettente e non la sensazione.

45. L'arte bella è un'arte nella misura in cui al tempo stesso ha l'apparenza della natura.

Di fronte ad un prodotto dell'arte bella bisogna esser consapevoli che si tratta d'arte e non di natura; ma la finalità contenuta nella sua forma deve apparire tanto libera da ogni costrizione di regole arbitrarie, come se si trattasse d'un semplice prodotto della natura. È su questo sentimento della libertà nel gioco delle nostre facoltà conoscitive (e che pure dev'essere al tempo stesso finalistico), che si basa quel piacere, che solo è universalmente comunicabile, senza tuttavia fondarsi su concetti. La natura era bella, quando aveva apparenza d'arte; e l'arte può dirsi bella solo quando, pur essendo consapevoli che si tratta d'arte, ci appare come natura. [...]

La finalità nei prodotti dell'arte bella, per quanto intenzionale, non deve dunque parere tale; cioè, deve apparire come natura, sebbene si sappia che è arte. Ora, un prodotto dell'arte assume l'aspetto della natura, quando raggiunge tutta la precisione nell'accordo con le regole che di esso fanno ciò che dev'essere, ma senza pignoleria, senza lasciar trasparire una forma di sapore accademico, cioè senza mostrare tracce che indichino come la regola fosse presente davanti agli occhi dell'artista, quasi ad incatenare le forze del suo animo.

46. L'arte bella è l'arte del genio.

Il genio è il talento (dono naturale) che dà la regola all'arte. Poiché il talento, come facoltà produttiva innata dell'artista, appartiene esso stesso alla natura, ci si potrebbe esprimere anche così: il genio è la disposizione innata dell'animo (ingenium), mediante la quale la natura dà la regola all'arte.
Quale che sia la validità di questa definizione, sia essa semplicemente arbitraria, sia o meno adeguata al concetto che si è soliti legare alla parola genio (di ciò si tratterà nel paragrafo successivo), si può sempre dimostrare già in precedenza che, secondo il significato qui usato della parola, le arti belle devono essere necessariamente considerate come arti del genio.

Ogni arte presuppone infatti delle regole, sui fondamenti delle quali infine rappresentare come possibile un prodotto che si debba dire artistico. Il concetto dell'arte bella però non permette di dedurre il giudizio sulla bellezza del suo prodotto da qualsivoglia regola che abbia a fondamento un concetto il quale determini come il prodotto sia possibile. L'arte bella non può escogitare da sé secondo quale regola debba realizzare i propri prodotti. Ora, poiché senza regole antecedenti nessun prodotto può dirsi arte, bisogna che nel soggetto (mediante l'accordo delle sue facoltà) sia la natura a dare la regola all'arte; l'arte bella è possibile solo come prodotto del genio. Da ciò si vede: 1) che il genio è il talento di produrre ciò di cui non si può dare nessuna precisa regola, non abilità ed attitudine a ciò che si può imparare dalle regole: di conseguenza, l'originalità dev'essere la sua prima caratteristica; 2) potendovi anche essere assurdità originali, i prodotti del genio devono essere anche modelli, cioè esemplari; quindi, senza essere essi stessi frutto di imitazione, devono servire a tal scopo per gli altri, cioè come misura o regola del giudizio. 3) Il genio non sa descrivere o mostrare in modo scientifico come esso realizzi i propri prodotti, ma dà la regola in quanto natura; per cui l'autore d'un prodotto di genio, non sa egli stesso come gli vengano in mente le idee per realizzarle, né è in suo potere trovarne a proprio piacere o secondo un piano, comunicandole ad altri in precetti che li mettano in condizione di realizzare prodotti simili. (È probabilmente per questo che la parola genio deriva da genius, lo spirito proprio di un uomo, quello che dalla nascita è stato dato all'uomo, lo protegge e lo guida, ed alla cui ispirazione sono dovute quelle idee originali.) 4) La natura non dà mediante il genio la regola alla scienza ma all'arte, ed anche questo solo in quanto questa deve essere arte bella.

49. Delle facoltà dell'animo che costituiscono il genio.

Di certi prodotti, dai quali ci si attende che, almeno in parte, manifestino le caratteristiche dell'arte bella, si dice che manca loro lo spirito; per quanto non si trovi in essi nulla da biasimare riguardo al gusto. Una poesia può essere molto garbata ed elegante, ma senza spirito. Una storia è esatta ed ordinata, ma senza spirito. Un discorso solenne è profondo ed insieme ornato, ma senza spirito. Vi sono conversazioni non prive d'interesse, ma senza spirito; anche d'una donna si dice che è bella, affabile e graziosa, ma senza spirito. Che cosa si intende qui dunque per spirito?

Spirito [Geist], inteso in senso estetico, è il nome del principio vivificante dell'animo. E ciò che gli consente di vivificare l'animo, la materia di cui si serve, è ciò che conferisce alle facoltà slancio e orientamento finalistico, dando il via ad un gioco che si mantiene da sé e che di per sé irrobustisce tali facoltà.

Ora, io sostengo che questo principio non è altro che la facoltà di presentazione delle idee estetiche; dove per idea estetica intendo quella rappresentazione dell'immaginazione che dà occasione di pensare molto, senza che un qualche pensiero determinato, cioè un concetto, possa risultare ad esse adeguato; e che, di conseguenza, nessuna lingua può completamente esprimere e rendere comprensibile. – È facile vedere che tale idea costituisce il corrispondente (pendant) di un'idea della ragione, la quale è al contrario un concetto al quale nessuna intuizione (rappresentazione dell'immaginazione) può essere adeguata.

L'immaginazione (come facoltà conoscitiva produttiva) esplica una grande potenza nella creazione per così dire di un'altra natura dalla materia che le fornisce la natura reale. Noi ci svaghiamo con essa, quando l'esperienza ci pare troppo banale; rimaneggiamo anche quest'ultima, sempre, è vero, secondo leggi analogiche, ma anche secondo principi che hanno la loro sede nelle sfere superiori della ragione (e che ci sono altrettanto naturali di quelli che guidano l'apprensione intellettuale della natura empirica), perché se, seguendo quella, prendiamo a prestito materia dalla natura, possiamo però elaborarla in vista di qualcos'altro, cioè di ciò che trascende la natura.

A queste rappresentazioni dell'immaginazione si può dare il nome di idee: da un lato perché quanto meno tendono a qualcosa che si trova al di là dei limiti dell'esperienza, cercando così di avvicinarsi ad una presentazione dei concetti della ragione (delle idee dell'intelletto), il che dà loro un'apparenza di realtà oggettiva; d'altra parte, e in modo più essenziale, perché nessun concetto può esser loro, in quanto intuizioni interne, del tutto adeguato. Il poeta osa dar corpo ad idee della ragione di esseri invisibili, del regno dei beati, dell'inferno, dell'eternità, della creazione ecc.; od anche dà corpo, con una perfezione della quale non si trova esempio in natura, a cose che ricorrono nell'esperienza (ad esempio la morte, l'invidia e gli altri vizi, così l'amore, la gloria ecc.), trascendendo i limiti dell'esperienza con un'immaginazione che, in gara con la ragione, tende verso il massimo; ed è propriamente nella poesia che la facoltà delle idee estetiche può dar piena misura di se stessa. Ma questa facoltà, considerata solamente in se stessa, non è propriamente altro che un talento (dell'immaginazione).

Ora, se ad un concetto si sottopone una rappresentazione dell'immaginazione che appartenga alla presentazione di questo, ma che per proprio conto offra tanti spunti di riflessione da non lasciarsi mai racchiudere entro un concetto definito, ampliando quindi all'infinito il concetto stesso sotto il profilo estetico, l'immaginazione è in tal caso creatrice, e pone in movimento la facoltà delle idee dell'intelletto (la ragione), in occasione d'una rappresentazione che dà da pensare (cosa che, è vero, appartiene al concetto dell'oggetto), più di quanto possa in essa venire compreso e chiarito.


Guida alla lettura


1) Che cosa significa che non c'è scienza del bello artistico?
Secondo il testo, la frase "non c'è scienza del bello artistico" significa che non esiste un insieme di regole o principi scientifici definiti che possano determinare in modo oggettivo ciò che è bello nell'arte. In altre parole, il concetto di bellezza artistica non può essere trattato scientificamente attraverso ragionamenti dimostrativi o criteri definiti. Invece, il giudizio sulla bellezza artistica è considerato un giudizio di gusto, che coinvolge il sentimento di piacere estetico e riflette la percezione soggettiva dell'osservatore.

2) Da quali tipi di arte si distingue l'arte bella?
L'arte bella si distingue da altri tipi di arte, come l'arte meccanica e l'arte estetica. Nella sezione 44 del testo, si specifica che l'arte meccanica è quella che si limita ad eseguire le operazioni necessarie alla realizzazione di un progetto, mentre l'arte estetica ha per scopo immediato il sentimento di piacere. L'arte bella, invece, è descritta come una rappresentazione che ha il suo scopo in sé stessa, promuovendo la cultura delle facoltà dell'animo e comunicabilità universale di un piacere che non è solo di godimento ma di riflessione.

3) Quale forma caratterizza il prodotto artistico?
Il prodotto artistico è caratterizzato dalla capacità del genio di produrre bellezza secondo regole compositive nuove che conferiscono all'opera artistica i caratteri di spontaneità e originalità simili a quelli degli organismi naturali, combinati con una razionalità costruttiva tipicamente umana. Questa forma artistica assume l'apparenza della natura, pur essendo consapevole che si tratta di arte, e raggiunge la precisione nell'accordo con le regole senza mostrare tracce di rigidezza o sapore accademico.

4) Che cosa vuol dire che il genio dà la regola all'arte?
Secondo il testo, il genio dà la regola all'arte nel senso che il talento innato del genio guida e determina il processo creativo artistico. Il genio rappresenta una disposizione innata dell'animo che permette all'artista di creare opere d'arte senza essere vincolato da regole predefinite o concetti determinati. Questo talento creativo del genio, che risiede nella sua capacità di produrre ciò che non può essere definito da regole precise, rende possibile l'arte bella. In sostanza, il genio sottolinea l'autonomia dell'arte, poiché le opere d'arte non possono essere generate secondo regole prestabilite, piuttosto emergono dalla natura stessa del genio creativo.

5) Spiega in che senso l'opera del genio può essere esemplare.
Secondo il testo, l'opera del genio può essere considerata esemplare perché, anche se originalmente creativa e non soggetta a regole prestabilite, funge da modello per gli altri. Il testo afferma che i prodotti del genio devono essere modelli, cioè esemplari, nonostante la loro natura di assurdità originali. Questo significa che, nonostante la loro originalità e la mancanza di regole predefinite, le opere del genio devono ancora essere considerate come esempi di riferimento nel campo dell'arte. Pertanto, l'opera del genio si distingue non solo per la sua creatività e originalità ma anche per la sua capacità di servire da modello per altri nel campo artistico.

6) Che cos'è lo «spirito» nei diversi esempi citati da Kant?
Secondo il testo fornito da Kant, lo "spirito" nei diversi esempi citati rappresenta il principio vivificante dell'animo. Si tratta di ciò che consente all'animo di essere animato e vivace, conferendo alle facoltà uno slancio e un orientamento finalistico. Lo spirito permette di mantenere in movimento le facoltà dell'animo, dando vita a un gioco interno che le rafforza. In sintesi, lo "spirito" è ciò che dà vitalità e dinamicità alla rappresentazione artistica, consentendo alla creatività di esprimersi pienamente.

7) In quali ambiti vediamo in opera l'immaginazione?
Basandoci sul testo fornito, vediamo l'immaginazione in opera in diversi ambiti:

Creazione artistica: L'immaginazione è fondamentale nella creazione artistica, come sottolineato nel testo quando si parla dell'arte bella e del genio artistico che dà forma alle idee estetiche.
Sfere superiori della ragione: L'immaginazione opera anche nelle sfere superiori della ragione, contribuendo alla creazione di rappresentazioni che trascendono l'esperienza empirica e tendono verso il massimo, come nel caso delle idee della ragione esplorate dai poeti.
Poesia: La poesia è citata come un campo in cui la facoltà delle idee estetiche può esprimersi appieno, mostrando il potere creativo dell'immaginazione nel dare forma a concetti e idee che superano i limiti della percezione empirica.

In sintesi, l'immaginazione è attiva nella creazione artistica, nell'esplorazione delle idee della ragione e nella poesia, contribuendo a generare rappresentazioni che vanno oltre la realtà empirica e stimolano la riflessione e la contemplazione.

8) Che cos'è un'idea estetica nella produzione del genio?
Un'idea estetica nella produzione del genio è una rappresentazione dell'immaginazione che offre molti spunti di riflessione e pensiero senza poter essere completamente espressa o compresa attraverso concetti definiti. Queste idee estetiche sono presenti nelle opere d'arte e nella produzione del genio, dando origine a una creatività che va al di là dei limiti della conoscenza razionale e che, pertanto, non può essere adeguatamente spiegata tramite concetti o linguaggio. Inoltre, queste idee estetiche possono essere considerate il corrispondente delle idee della ragione ma differiscono da esse perché non possono essere pienamente rappresentate attraverso concetti e, quindi, non possono essere adeguatamente esaurite dalla razionalità.


Guida alla Comprensione


1) Spiega che cosa permette di accomunare il bello artistico al bello naturale, analizzando il modo di presentarsi dell'oggetto.
Il testo suggerisce che il bello artistico e il bello naturale possono essere accomunati dal modo in cui si presentano all'osservatore. L'oggetto dell'arte bella, pur essendo creato dall'uomo, deve apparire come naturale, privo di tracce che indichino un'applicazione rigida delle regole artistiche. In altre parole, l'opera d'arte deve raggiungere un grado di perfezione e armonia tale da sembrare il risultato di processi naturali, piuttosto che di un'elaborazione umana rigorosa e accademica. Questo modo di presentarsi dell'oggetto dell'arte bella, che riflette una libertà nella sua creazione, permette di accomunare il bello artistico al bello naturale, offrendo un'esperienza estetica che trasmette un senso di spontaneità e armonia simile a quello riscontrato nella natura stessa.

2) Per evidenziare il carattere spontaneo della creazione artistica, Kant paragona l'attività del genio alla natura. Spiega come si congiungono nell'artista libertà e adesione a una regola.
Kant paragona l'attività del genio alla natura per evidenziare il carattere spontaneo della creazione artistica. Nell'artista, la libertà si congiunge con l'adesione a una regola, poiché la natura del genio permette di dare la regola all'arte stessa. La spontaneità creatrice della natura trova corrispondenza nell'intreccio di ragione e immaginazione dell'artista che conferisce alle opere d'arte il potere di modificare l'immagine della realtà e produrre un nuovo senso nella rappresentazione delle cose.

3) Sviluppando il paragone dal lato della natura, Kant spinge a pensare che in essa si trovi un'intenzione creativa simile a quella del genio. Spiega quali aspetti dell'esperienza estetica inducono a vedere una tale somiglianza.
Kant spinge a pensare che in natura si trovi un'intenzione creativa simile a quella del genio basandosi sul concetto di spontaneità creatrice presente sia nella natura che nel genio. Egli suggerisce che così come il genio crea opere d'arte originali e belle senza seguire regole prestabilite, così la natura manifesta una creatività spontanea nella sua diversità e bellezza. Kant fa notare che le opere dell'arte bella devono apparire come natura nonostante siano frutto dell'arte, suggerendo una somiglianza tra l'aspetto libero e non costrittivo delle opere d'arte e la libertà creativa della natura. Questo suggerisce che, secondo Kant, la natura manifesta un'intenzione creativa simile a quella del genio, poiché entrambi producono risultati che appaiono spontanei, originali e liberi da regole predefinite.

4) Kant mette in evidenza la possibilità di un uso creativo dell'immaginazione in accordo con la produzione di idee della ragione. Spiega perché l'intreccio può avvenire al livello della rappresentazione artistica, ma non al livello del concetto.
Kant sottolinea che l'immaginazione può essere utilizzata in modo creativo per produrre idee della ragione, ma questo intreccio avviene principalmente a livello della rappresentazione artistica e non a livello concettuale. Questo perché le rappresentazioni dell'immaginazione, chiamate idee estetiche, possono dare spazio a molteplici riflessioni senza essere confinate entro un concetto definito. Tuttavia, queste idee estetiche non possono essere completamente espresse o comprese tramite concetti, poiché trascendono i limiti dell'esperienza e sono più adatte alla presentazione attraverso l'immaginazione. Pertanto, mentre l'immaginazione può ampliare all'infinito un concetto sotto il profilo estetico, essa non può integrarsi direttamente con il concetto stesso, piuttosto stimola la facoltà delle idee dell'intelletto attraverso la rappresentazione artistica.

5) Puoi spiegare con un esempio in che senso un'opera d'arte dà corpo a un'idea e fa pensare?
Un'opera d'arte può dare corpo a un'idea e far pensare nel senso che tramite la rappresentazione estetica, l'immaginazione dell'artista offre spunti di riflessione che vanno oltre ciò che può essere compreso e chiarito da un concetto definito. Ad esempio, il poeta può creare un'opera che rappresenta concetti come il regno dei beati, l'inferno o l'eternità attraverso immagini e simboli che stimolano la nostra immaginazione e ci portano a riflettere su questioni profonde e complesse legate alla natura umana e all'esistenza.

Queste rappresentazioni, pur non essendo concetti definiti e comprensibili nella loro totalità, offrono uno spazio per il pensiero e l'interpretazione personale, permettendo al fruitore di riflettere sul significato più profondo dell'opera d'arte e di trarre conclusioni o emozioni che vanno al di là delle parole o dei concetti razionali.

In breve, un'opera d'arte può far pensare perché stimola la nostra immaginazione e ci invita a esplorare idee e concetti che superano i limiti della comprensione razionale, offrendoci un'esperienza estetica che ci spinge a riflettere sulla vita, sull'universo e sul nostro posto in esso.

Fonti: Zanichetti, libri scolastici superiori

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