Ippocrate - Il metodo della medicina


Immagine Ippocrate
1) Introduzione
2) Lettura
3) Guida alla lettura
4) Guida alla Comprensione

Introduzione


Un'antica opera, presumibilmente redatta nei decenni finali del IV secolo a.C., si distingue tra le opere mediche attribuite a Ippocrate. Questo testo, noto come "Antica Medicina", occupa una posizione di rilievo nel panorama delle opere mediche antiche. Esso non solo offre spunti sulla storia della medicina ma soprattutto rivela un metodo radicato sull'esperienza, contraddistinto da un rigoroso rispetto per i fatti empirici. L'autore sottolinea il merito della tradizione medica nel raccogliere e analizzare una vasta casistica riguardante le malattie, l'alimentazione e i trattamenti, evitando di formulare generalizzazioni sulla natura umana. Piuttosto, si concentra sull'osservazione delle peculiarità di ogni singolo caso, al fine di individuare la terapia più idonea. Questa approccio conferisce alla pratica medica un carattere tecnico e scientifico, distaccandola sia dai praticanti arcaici sia dai filosofi - il cui contributo è menzionato per la prima volta con riferimento tecnico - come Empedocle, i quali credono di poter risolvere i problemi di salute combinando gli elementi primordiali della natura (aria, acqua, terra, fuoco). Si presume che il testo, forse una conferenza, sia stato indirizzato a un pubblico d'elite, con l'intento di affermare l'autonomia metodologica della medicina come una forma di sapere sperimentale che ha le sue radici nella dietetica, estendendo l'indagine sulle proprietà degli alimenti e dei rimedi, nonché sui metodi per ripristinare l'equilibrio interno turbato dalle malattie. Un aspetto cruciale di questo metodo è la consapevolezza della natura storica della ricerca medica che permette di rivedere e perfezionare le strategie terapeutiche attraverso la condivisione dei risultati all'interno della comunità medica.


Lettura


1) Molte persone hanno affrontato il tema della medicina basandosi su ipotesi come il caldo, il freddo, l'umidità o la secchezza, semplificando così le cause delle malattie e della morte e attribuendole tutte alla stessa causa. Tuttavia, coloro che si limitano a una o due ipotesi commettono numerosi errori nelle loro affermazioni, soprattutto perché si sbagliano su un'arte già esistente e ben consolidata che viene ammirata nei momenti di maggior bisogno e che onora i suoi praticanti più competenti. [...]

2) La medicina, da tempo, ha tutte le conoscenze e le risorse necessarie per progredire ulteriormente, grazie alla scoperta dei principi e dei metodi che hanno permesso numerose e significative innovazioni nel corso del tempo. Il futuro vedrà ulteriori scoperte se coloro che sono capaci e ben informati sulle scoperte precedenti continueranno la ricerca basandosi su questo fondamento. Chi invece rifiuta ciò che è stato scoperto e tenta di intraprendere una ricerca seguendo altri percorsi e schemi si inganna, poiché è un compito impossibile. Cercherò di dimostrarlo spiegando cos'è realmente questa arte e per quali ragioni è impossibile agire diversamente.[...]

3) In origine dunque non sarebbe stata scoperta l'arte medica né sarebbe stata cercata (non ve ne sarebbe stato alcun bisogno), se per gli uomini ammalati fosse stato opportuno seguire lo stesso regime e la stessa alimentazione che seguono i sani nel cibo e nelle bevande e in tutto il modo di vita e se non ve ne fossero stati altri migliori di questi: ora invece la necessità stessa spinse gli uomini a ricercare e a scoprire la medicina, perché agli ammalati non s'addiceva, come anche oggi non s'addice, la stessa alimentazione dei sani. Ancor più indietro, io invero ritengo che neppure il regime e il vitto, di cui ora si valgono i sani, sarebbero stati scoperti, se l'uomo si fosse soddisfatto di ciò che mangiano e bevono il bue e il cavallo e ogni animale salvo l'uomo e cioè gli spontanei prodotti della terra, frutti e arbusti ed erbe: di questo infatti si nutrono e si accrescono e vivono senza pena, non provando per nulla il bisogno di un altro regime. E veramente io penso che all'origine anche l'uomo abbia fruito di una analoga alimentazione: gli attuali regimi, io credo, sono stati scoperti ed elaborati nel corso di molto tempo. Poiché infatti soffrivano molti e terribili mali a causa del regime violento e ferino, mangiando cibi crudi e non temperati e dotati di proprietà eccessive: quali appunto anche oggi soffrirebbero a causa loro, cadendo in preda ad acuti dolori e a malattie e ben presto alla morte. [...] Proprio per questo bisogno io penso che gli antichi abbiano ricercato un'alimentazione che si confacesse alla loro natura ed abbiano scoperta appunto questa, della quale ora ci gioviamo. Dunque dal grano, ammollato e vagliato e macinato e setacciato e impastato e cotto, ottennero pane, e dall'orzo focaccia; e su ciò continuando ad operare bollirono e arrostirono, mescolarono e addolcirono le sostanze forti e non temperate con altre più deboli, tutto modellando sulla natura dell'uomo e sulle sue proprietà, convinti che da quei cibi, che siano troppo forti perché la natura possa dominarli una volta ingeriti, dolori, malattie e morte sarebbero derivati, da quelli invece che possono venire dominati, alimento, crescita e salute. A questa indagine ed a questa scoperta quale nome più giusto e appropriato s'imporrebbe se non «Medicina», se invero è stata scoperta in pro' della salute e della salvezza e del nutrimento dell'uomo, in luogo di quel regime dal quale venivano dolore e malattia e morte?

9) [...] Occorre in qualche modo puntare a una misura. Ma non troverai misura alcuna, né numero né peso, la quale valga come punto di riferimento per un'esatta conoscenza, se non la sensazione del corpo. Perciò il compito è di acquisire un sapere così esatto che permetta di sbagliar poco in un senso o nell'altro: e io molto loderei quel medico che poco sbagliasse; ma la certezza raramente è dato vedere. E certo ai più dei medici tocca la stessa sorte, mi pare, che ai cattivi capitani. Anch'essi infatti, quando sbagliano governando con mare calmo, passano inosservati ma quando li coglie una grande tempesta e vento contrario, chiaramente allora a tutti si rivela che han perduto la nave per ignoranza ed errore. Così anche i cattivi medici – e sono i più – quando curano uomini che non hanno nulla di grave e ai quali anche commettendo i più immensi errori non si causa alcun danno serio (sono molte le malattie di questo genere e colpiscono gli uomini molto più spesso di quelle gravi), se dunque in tali circostanze sbagliano, passano inosservati ai profani. Se s'imbattono in una malattia grave violenta e pericolosa, allora i loro errori e l'imperizia a tutti si fan chiari e per entrambi così, medico e capitano, il castigo non è differito ma subito sopraggiunge.

14) So molto bene anche questo: che è differente per il corpo dell'uomo che il pane sia fatto di farina pura o di farina non stacciata, di frumento mondato o non mondato, che sia impastato con molta o poca acqua, che sia energicamente impastato o non impastato affatto, che sia molto cotto o piuttosto crudo; e ancora vi sono infinite altre differenze. E lo stesso anche per la focaccia d'orzo.
Grandi sono le proprietà di ciascun tipo e nessuna è simile all'altra. Chi non ha osservato tutto ciò, o pur osservandolo non l'ha compreso a fondo, come costui potrebbe ancora saper qualcosa intorno alle sofferenze dell'uomo? Di ognuna di queste differenze infatti l'uomo risente gli effetti, e ne vien modificato in un senso o nell'altro, e da esse dipende tutta la vita sia del sano sia del convalescente sia del malato. [...]
Non il secco o l'umido o il caldo o il freddo né qualcos'altro di simile ritennero esser nocivo, né che l'uomo avesse bisogno di alcuno di essi, bensì quanto in ciascun alimento v'è di forte e superiore alla natura umana che non è in grado di dominarlo, questo ritennero nocivo e questo cercarono di eliminare. 20) Dicono certi medici e sapienti che non sarebbe in grado di conoscere la medicina chi non sapesse «che cosa è l'uomo» e che questo appunto deve apprendere chi desidera curare correttamente gli uomini. Ma il loro discorso ricade nella filosofia, come appunto quello di Empedocle e di altri che hanno scritto «sulla natura», descrivendo «dal principio» ciò che è l'uomo e come in origine è apparso e di quali elementi è formato. Dal canto mio io penso che quanto da sapienti o da medici è stato detto o scritto sulla natura, è meno pertinente alla medicina che alla pittura. Io ritengo invero che una scienza in qualche modo certa della natura non possa derivare da nient'altro se non dalla medicina e che sarà possibile acquisirla solo quando la medicina stessa sarà stata tutta quanta esplorata con metodo corretto. Da ciò si è molto lontani, dico dal conquistare un esatto sapere su ciò che è l'uomo, sulle cause che ne determinano la comparsa e altre simili questioni. Questo almeno mi sembra necessario che il medico sappia sulla natura e faccia ogni sforzo per sapere, se vuol adempiere in qualche modo ai suoi doveri e cioè che cos'è l'uomo in rapporto a ciò che mangia e a ciò che beve e a tutto il suo regime di vita, e quali conseguenze a ciascuno da ciascuna cosa derivino; e non dica semplicemente: «è un cattivo cibo il formaggio: ha dei dolori chi se ne è riempito», ma sappia quali dolori e perché e a quali componenti del corpo il formaggio è controindicato: perché vi sono molti altri cibi e bevande cattive, che però non agiscono sull'uomo nello stesso modo. Mi si facciano dunque asserzioni di questo tipo: «il vino non annacquato, bevuto in abbondanza, agisce in questo e questo modo sull'uomo»: allora tutti quelli che vedono questo, comprenderanno che questa è la proprietà stessa del vino e che esso ne è la causa. [...]
Il formaggio, come sappiamo, non ha lo stesso effetto su tutti. Alcune persone lo tollerano bene e ne traggono addirittura beneficio, ottenendo energie sorprendenti mangiandolo in grandi quantità. Altri, invece, faticano a digerirlo. Queste differenze dipendono dalle diverse costituzioni delle persone e dall'elemento nel loro corpo che reagisce negativamente al formaggio, mettendosi in movimento. Chi ha una maggiore presenza e sensibilità di questo elemento nel corpo è naturalmente più incline a soffrire di disturbi. Se il formaggio fosse dannoso per tutti, tutti ne risentirebbero.


Guida alla lettura


1) Quali sono le ipotesi generali che non servono alla medicina?
Le ipotesi generali che non servono alla medicina sono quelle che semplificano eccessivamente la causa delle malattie e della morte degli uomini, attribuendole a uno o due fattori generali, come il caldo, il freddo, l'umido o il secco, o ad altre ipotesi simili. Queste ipotesi sono considerate erronee perché non tengono conto della complessità e della varietà delle condizioni umane e delle malattie, riducendo tutto a una spiegazione troppo semplice e limitata.

2) Da che cosa nasce la medicina?
La medicina, secondo il testo, nasce dalla necessità degli uomini di trovare cure specifiche per le malattie, poiché l'alimentazione e il regime di vita adottati dai sani non erano adatti agli ammalati. Inizialmente, non sarebbe stata necessaria la pratica medica se tutti gli uomini, ammalati e sani, potessero seguire lo stesso regime alimentare e di vita. Tuttavia, poiché ciò non è possibile, gli uomini hanno sentito la necessità di cercare e scoprire la medicina per curare le malattie. La medicina si è sviluppata nel corso del tempo grazie alla ricerca e alla scoperta di regimi alimentari e cure adeguate per ristabilire l'equilibrio interno turbato dalle malattie.

3) Quali sono le grandi scoperte sui cibi che precedono la medicina?
Le grandi scoperte sui cibi che precedono la medicina includono:

- La scoperta che il pane può essere fatto di diversi tipi di farina e preparato in modi diversi, come ad esempio il pane di frumento o di orzo, cotto in varie maniere.
- La comprensione che diversi alimenti hanno proprietà diverse e che è importante comprendere queste differenze per mantenere la salute e prevenire le malattie.
- La consapevolezza che alcuni cibi sono troppo forti per il corpo umano e possono causare dolore, malattia e persino la morte se consumati in eccesso.
- La ricerca e la scoperta di un'alimentazione più adatta alla natura umana, che ha portato alla creazione di regimi alimentari più equilibrati e salutari.
- La comprensione che il regime alimentare influisce direttamente sulla vita sia dei sani che dei malati, e che è importante adattarlo alle esigenze individuali e alle condizioni di salute.

Queste scoperte hanno contribuito alla nascita della medicina come disciplina che considera l'alimentazione come parte integrante del mantenimento della salute e del trattamento delle malattie.

4) In che cosa l'abilità del medico somiglia a quella del capitano della nave?
L'abilità del medico somiglia a quella del capitano della nave nel senso che entrambi sono soggetti al giudizio delle loro competenze e abilità durante le situazioni più critiche. Così come un cattivo capitano può essere esposto alle critiche e alla rivelazione dei suoi errori durante una tempesta o condizioni avverse in mare, allo stesso modo i cattivi medici sono esposti alle critiche e al riconoscimento dei loro errori durante il trattamento di malattie gravi e pericolose. Entrambi, medico e capitano, devono dimostrare la propria competenza e capacità quando si trovano di fronte a situazioni estreme.

5) Quali sono i criteri metodologici indicati dall'autore di Antica medicina?
L'autore di "Antica medicina" indica diversi criteri metodologici nel testo. Ecco i principali:

Rigorosa attenzione all'esperienza: L'autore sottolinea l'importanza di basare la pratica medica sull'esperienza diretta, raccogliendo e esaminando una vasta casistica riguardante malattie, cibi e farmaci.
Particolarità di ogni caso: L'autore enfatizza l'osservazione della particolarità di ogni situazione clinica anziché tentare generalizzazioni sulla natura umana. Questo approccio mira a trovare la terapia più efficace per ciascun individuo.
Autonomia metodologica della medicina: L'autore rivendica l'autonomia metodologica della medicina rispetto ad altre discipline come la filosofia. Sottolinea la necessità di un sapere sperimentale derivato dalla dietetica e dall'indagine sulle proprietà di cibi e farmaci.
Consapevolezza della storicità della ricerca medica: L'autore riconosce la necessità di rivedere e migliorare gli schemi terapeutici attraverso la comunicazione dei risultati all'interno della disciplina, evidenziando la natura in continua evoluzione della pratica medica.
Questi criteri metodologici indicano un approccio alla medicina basato sull'osservazione empirica, sull'individualizzazione del trattamento e sull'aggiornamento costante delle conoscenze attraverso la condivisione e l'analisi critica dei risultati.

6) In che cosa si distingue il medico dal filosofo della natura?
Il medico si distingue dal filosofo della natura principalmente per il loro approccio alla comprensione dell'uomo e delle malattie. Mentre il filosofo della natura, come Empedocle e altri, cerca di spiegare la natura umana e le sue origini attraverso concetti filosofici e metafisici, il medico si concentra sull'osservazione diretta del corpo umano e sulle cause delle malattie. Il medico si basa sull'esperienza clinica e sull'osservazione dei sintomi per diagnosticare e trattare le malattie mentre il filosofo della natura può tendere a formulare teorie astratte sulla natura umana senza necessariamente basarsi su dati empirici o clinici. Inoltre, il medico si preoccupa principalmente di trovare cure pratiche e terapie efficaci per i pazienti mentre il filosofo della natura può essere più interessato a questioni concettuali e metafisiche.

7) Esiste una scienza della natura dell'uomo?
Secondo il testo, si discute se esista una scienza della natura dell'uomo. Alcuni medici e sapienti ritengono che conoscere "che cosa è l'uomo" sia fondamentale per praticare correttamente la medicina. Tuttavia, il testo suggerisce che questo tipo di conoscenza ricada più nella sfera della filosofia, in particolare delle speculazioni filosofiche sulla natura umana condotte da pensatori come Empedocle. L'autore del testo sembra mettere in discussione l'utilità di queste speculazioni filosofiche per la pratica medica, suggerendo che una scienza certa della natura umana potrebbe derivare principalmente dalla medicina stessa, una volta che questa disciplina sarà stata completamente esplorata e compresa con un metodo corretto. Tuttavia, l'autore riconosce che al momento siamo lontani dall'avere una conoscenza esatta e completa della medicina e della sua relazione con la natura umana.

8) Che cosa dimostra il test del formaggio?
Il test del formaggio dimostra che non tutti gli individui reagiscono allo stesso modo agli alimenti. Mentre alcuni individui possono consumare abbondantemente formaggio senza manifestare alcun sintomo negativo e anzi trarre beneficio da esso, altri possono avere una reazione negativa al consumo di formaggio, manifestando sintomi o disagi. Questa diversità di reazioni indica che le nature individuali possono influenzare la risposta del corpo agli alimenti, e quindi il concetto di ciò che è "salutare" o "nocivo" può variare da persona a persona. Inoltre, il test del formaggio suggerisce che comprendere le reazioni specifiche del corpo a determinati alimenti è cruciale per una pratica medica accurata e personalizzata.


Guida alla Comprensione


1) Spiega in che senso la medicina non usa ipotesi generali sulla natura delle cose e dell'uomo.
Il testo evidenzia che la medicina, secondo l'autore, si distingue da altre discipline o pratiche, come quelle dei guaritori arcaici o dei filosofi come Empedocle, per il suo approccio privo di ipotesi generali sulla natura dell'uomo. Invece di adottare concetti astratti come il caldo, il freddo, l'umido o il secco per semplificare le cause delle malattie e della morte, la medicina descritta nel testo si basa sull'osservazione diretta e sulla raccolta sistematica di dati empirici riguardanti le malattie, i cibi e i farmaci. Questo approccio non cerca di applicare concetti generali a tutti i casi ma si concentra sull'osservazione delle particolarità di ogni situazione clinica per trovare la terapia più efficace. In altre parole, anziché fare generalizzazioni sulla natura dell'uomo, la medicina si focalizza sull'osservazione dettagliata e sull'analisi dei singoli casi per individuare le migliori pratiche terapeutiche.

2) Spiega su che cosa si basa la rivendicazione di scientificità della medicina, nonostante non si possa parlare di certezze.
La rivendicazione di scientificità della medicina si basa principalmente sull'approccio metodologico rigoroso e sperimentale adottato dagli autori antichi, come Ippocrate, nel testo "Antica medicina". Nonostante non si possa raggiungere la certezza assoluta nel campo medico, si sottolinea che la medicina si fonda sull'osservazione accurata, sull'esperienza clinica e sull'analisi dettagliata dei casi singoli. Questo approccio empirico consente ai medici di sviluppare una comprensione sempre più profonda delle malattie, dei trattamenti e delle modalità per mantenere l'equilibrio interno dell'organismo.
Inoltre, viene evidenziata l'importanza della consapevolezza della storicità della ricerca medica. Ciò significa che la medicina è una disciplina in continua evoluzione, in cui i risultati vengono costantemente riesaminati e migliorati attraverso la comunicazione all'interno della comunità medica. Nonostante non esistano certezze assolute, la ricerca medica progressiva e l'attenzione all'esperienza clinica conferiscono alla medicina una base scientifica solida e affidabile.

3) Su che cosa si basa la fiducia sul futuro della medicina?
La fiducia sul futuro della medicina si basa sull'idea che nel corso del tempo sono state fatte molte scoperte significative nell'ambito medico e che, grazie a ciò, si potranno fare ulteriori progressi. Questa fiducia deriva dall'assunto che le conoscenze acquisite nel passato continueranno a essere sviluppate e migliorate nel futuro, purché coloro che sono capaci di farlo siano consapevoli di quanto è stato scoperto in precedenza e continuino ad avanzare nella ricerca partendo da queste basi. Inoltre, si presume che la medicina sia in grado di adattarsi alle nuove sfide e alle esigenze emergenti, grazie alla sua natura sperimentale e alla capacità di rivedere e migliorare gli schemi terapeutici in base ai risultati ottenuti.

4) In che senso ci si può aspettare che nasca dalla medicina una vera scienza dell'uomo?
Il testo suggerisce che una vera scienza dell'uomo potrebbe derivare dalla medicina in quanto disciplina. Questa affermazione si basa sull'idea che la medicina, tramite la sua pratica e la sua ricerca, possa fornire una conoscenza approfondita e accurata dell'uomo, non solo dal punto di vista fisico, ma anche dal punto di vista delle sue abitudini alimentari, del suo regime di vita e delle sue reazioni agli alimenti e alle bevande.
L'autore suggerisce che attraverso lo studio dei diversi effetti che i cibi e le bevande hanno sul corpo umano, i medici potrebbero acquisire una comprensione più profonda delle cause e degli effetti delle malattie, nonché delle variazioni individuali nelle reazioni dell'organismo umano. Questo approccio potrebbe portare a una conoscenza più approfondita delle cause sottostanti delle malattie e delle condizioni umane, consentendo ai medici di trattare i pazienti in modo più efficace e mirato.
In sintesi, ci si aspetta che dalla pratica e dalla ricerca mediche emerga una scienza dell'uomo basata sull'osservazione e sulla comprensione dei processi fisiologici e delle risposte dell'organismo umano agli stimoli esterni, inclusi cibi, bevande e stili di vita.

5) Si può dire che il testo sostenga che esiste una comune natura umana?
Sì, il testo sembra suggerire l'esistenza di una comune natura umana. Viene discusso come gli uomini, sebbene diversi tra loro, condividano alcuni tratti fondamentali, come la risposta ai diversi tipi di cibo e bevande. Si argomenta che ci sono certi alimenti che possono avere effetti negativi su tutti gli esseri umani, indipendentemente dalle loro differenze individuali. Ad esempio, viene menzionato che alcuni cibi possono provocare disturbi comuni a tutti gli uomini se consumati in eccesso o in determinate condizioni. Questa visione suggerisce che, nonostante le diversità individuali, esiste una base comune nel modo in cui gli esseri umani reagiscono agli stimoli alimentari e ambientali.

Fonti: Zanichetti, libri scolastici superiori

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