Sigmund Freud - Due sgradevoli tesi della psicoanalisi


Immagine Sigmund Freud
1) Introduzione
2) Lettura
3) Guida alla lettura
4) Guida alla Comprensione

Introduzione


Il brano che presentiamo proviene dall'"Introduzione alla psicoanalisi", un'opera che raccoglie le lezioni tenute da Sigmund Freud all'Università di Vienna tra il 1915 e il 1917, con una seconda serie aggiunta nel 1932. In queste lezioni, Freud offre una panoramica dettagliata e sintetica dei risultati ottenuti dalla ricerca psicoanalitica nella comprensione delle cause dei disturbi psichici. In questa lezione introduttiva, Freud si concentra principalmente sugli ostacoli che la psicoanalisi ha dovuto superare, affrontando pregiudizi profondamente radicati sia nel pensiero comune che nella comunità scientifica.

Le teorie di Freud, in particolare, hanno suscitato molte contestazioni. Tra queste, due sono particolarmente rilevanti: la natura inconscia della maggior parte dei processi psichici e l'origine sessuale degli impulsi, che giocano un ruolo sia nelle malattie psichiche che nei processi mentali sani e creativi. Freud non intende solo affermare la verità e l'importanza di queste teorie per comprendere le cause delle malattie psichiche, ma anche spiegare perché esse siano state accolte con tanta resistenza intellettuale e morale.

La prima tesi mette in discussione la rassicurante convinzione che possiamo controllare completamente i processi psichici tramite le capacità razionali della coscienza. La seconda rappresenta una minaccia per la cultura civile, che non può accettare l'idea della pervasività della sessualità poiché si basa su forme di controllo repressivo degli impulsi, indirizzandone le energie verso obiettivi sociali più elevati (sublimazione). Freud applica alla cultura sociale gli stessi concetti che utilizza per l'analisi della psiche individuale: la sessualità diventa così il rimosso, l'inconscio della coscienza civile.


Lettura


Manca una scienza ausiliaria filosofica che possa soccorrervi nei vostri intenti medici. Né la filosofia speculativa, né la psicologia descrittiva o la cosiddetta psicologia sperimentale connessa alla fisiologia degli organi di senso, così come vengono insegnate nelle scuole, sono in grado di dirvi qualcosa di utile sulla relazione tra il corporeo e lo spirito, nonché di fornirvi la chiave per la comprensione di un eventuale disturbo delle funzioni psichiche.

Nell'ambito della medicina, la psichiatria si occupa bensì di descrivere i disturbi psichici osservabili e di raggrupparli in determinati quadri clinici, ma nei loro momenti di sincerità gli stessi psichiatri dubitano che le loro esposizioni puramente descrittive meritino il nome di scienza. I sintomi che compongono questi quadri morbosi sono sconosciuti per quanto riguarda la loro origine, il loro meccanismo, i loro reciproci legami; ad essi non corrisponde alcuna dimostrabile alterazione dell'organo anatomico della psiche, oppure vi corrispondono alterazioni dalle quali non si può trarre alcun chiarimento. Questi disturbi psichici sono accessibili a un influsso terapeutico solo quando possono venir riconosciuti come effetti collaterali di una qualunque altra affezione organica. Ecco dunque la lacuna che la psicoanalisi si sforza di colmare. Essa vuole dare alla psichiatria il fondamento psicologico che le manca; spera di scoprire il terreno comune sulla cui base divenga comprensibile la convergenza del disturbo fisico con quello psichico. A questo scopo deve tenersi libera da ogni ipotesi preconcetta di natura anatomica, chimica o fisiologica ad essa estranea, e deve operare esclusivamente con concetti ausiliari di natura meramente psicologica; appunto per questo temo che in un primo tempo vi apparirà peregrina.

Per ciò che riguarda un'ultima difficoltà, non voglio rendere corresponsabili voi, la vostra precedente formazione o il vostro atteggiamento mentale. Con due delle sue affermazioni la psicoanalisi offende il mondo intero e se ne attira l'avversione; una di esse urta contro un pregiudizio intellettuale, l'altra contro un pregiudizio estetico-morale. Dobbiamo stare attenti a non trascurare troppo questi pregiudizi: essi sono potenti, sono sedimenti di evoluzioni utili, o addirittura necessarie, dell'umanità. Vengono mantenuti in vita da forze affettive e la lotta contro di essi è una lotta difficile.

La prima di queste sgradevoli affermazioni della psicoanalisi è che i processi psichici sono di per sé inconsci e che di tutta la vita psichica sono consce soltanto alcune parti e alcune azioni singole. Tenete presente che, al contrario, noi siamo abituati a identificare lo psichico con il cosciente. La coscienza è da noi ritenuta addirittura la caratteristica che definisce lo psichico, la psicologia la dottrina dei contenuti della coscienza.

Anzi, questa equiparazione ci sembra talmente ovvia che crediamo di avvertire come un palese controsenso ogni sua contestazione; tuttavia la psicoanalisi non può fare a meno di sollevare questa contestazione, né può accettare l'identità di cosciente e psichico. Secondo la sua definizione, lo psichico consiste in processi quali il sentire, il pensare, il volere ed essa deve sostenere che esiste un pensiero inconscio e un volere di cui si è inconsapevoli.

Con questo si è però giocata fin dall'inizio la simpatia di tutti gli amici della sobrietà scientifica e si è attirata il sospetto di essere una fantasiosa dottrina occulta, che vorrebbe costruire al buio e pescare nel torbido. Voi naturalmente, miei ascoltatori, non potete ancora capire con quale diritto io possa tacciare di pregiudizio una proposizione di natura così astratta come «lo psichico è il cosciente»; né potete indovinare per quale strada si sia giunti al disconoscimento dell'inconscio, ammesso che esso esista, e quale vantaggio sia potuto risultare da questo disconoscimento. La questione se si debba far coincidere lo psichico con il cosciente o estenderlo al di là di esso, suona come una vuota disputa verbale; e tuttavia posso assicurarvi che, con l'ammissione di processi psichici inconsci, si è aperto un nuovo, decisivo orientamento nel mondo e nella scienza.

Non può non esservi altrettanto nascosta l'intima connessione che collega questa prima audacia della psicoanalisi alla seconda, di cui sto per parlarvi. Quest'altra proposizione, che la psicoanalisi rivendica come una delle proprie scoperte, afferma che alcuni moti pulsionali, i quali non possono essere chiamati che sessuali, sia in senso stretto che in senso più lato, hanno una grandissima parte, finora non apprezzata a sufficienza, nella determinazione delle malattie nervose e mentali. Afferma inoltre che questi stessi impulsi sessuali forniscono un contributo che non va sottovalutato alle più alte creazioni culturali, artistiche e sociali dello spirito umano.

Stando alla mia esperienza, l'avversione per questo risultato della ricerca psicoanalitica è il più importante motivo della resistenza che essa ha incontrato. Volete sapere come ce lo spieghiamo? Noi riteniamo che la civiltà si sia formata sotto l'urgenza delle necessità vitali a spese del soddisfacimento delle pulsioni, e che essa venga in gran parte continuamente ricreata ex novo, quando il singolo, che fa il suo primo ingresso nella comunità umana, ripete il sacrificio del soddisfacimento delle pulsioni a favore della società.

Tra le forze pulsionali così impiegate, quelle degli impulsi sessuali hanno un ruolo importante; in questo processo esse vengono sublimate, ossia distolte dalle loro mete sessuali e rivolte a mete socialmente superiori, non più sessuali. Questa costruzione però è labile, le pulsioni sessuali sono domate a fatica, in ciascun individuo che debba associarsi all'opera di civilizzazione sussiste il pericolo che le sue pulsioni sessuali si rifiutino di essere impiegate in questo modo. La società crede che non vi sia minaccia più forte alla sua civiltà di quella che deriverebbe dalla liberazione delle pulsioni sessuali e dal loro ritorno alle mete originarie.

La società non ama quindi che le si rammenti questa instabile componente del suo fondamento, non ha alcun interesse che venga riconosciuta la forza delle pulsioni sessuali e resa esplicita l'importanza della vita sessuale per il singolo; anzi, con intento educativo, ha seguito la via di distogliere l'attenzione da tutto questo campo. Perciò essa non tollera il risultato della ricerca psicoanalitica che abbiamo testé menzionato, preferirebbe di gran lunga stigmatizzarlo come esteticamente ributtante e moralmente riprovevole o come qualcosa di pericoloso.

Ma queste obiezioni non intaccano per nulla quello che pretende di essere il risultato oggettivo di un lavoro scientifico. La contestazione deve essere portata sul piano intellettuale, se vuol farsi sentire. Ora, l'inclinazione a ritenere non vero quello che non piace è propria della natura umana, per cui è facile trovare argomenti che si pongono in contrasto con ciò. La società fa quindi diventare non vero ciò che è spiacevole, contesta le verità della psicoanalisi con argomenti logici e obiettivi, ma scaturiti da fonti affettive, e, trasformandole in pregiudizi, mantiene salde queste obiezioni contro ogni tentativo di confutazione.

Noi tuttavia possiamo affermare, Signore e Signori, che formulando questa proposizione controversa non abbiamo seguito assolutamente alcun partito preso. Abbiamo inteso soltanto dare espressione a un dato di fatto che ritenevamo di aver stabilito grazie a un lavoro faticoso. Inoltre reclamiamo il diritto di respingere incondizionatamente l'ingerenza di considerazioni pratiche nel lavoro scientifico, ancor prima di aver indagato se il timore che vuol dettarci queste considerazioni sia giustificato o meno.

Queste, dunque, sono alcune delle difficoltà che incontrerete nell'occuparvi di psicoanalisi. Forse sono più che sufficienti per un inizio. Se siete in grado di superare l'impressione che vi hanno fatto, potremo andare avanti.


Guida alla lettura


1) Quale vuoto va a colmare la psicoanalisi, secondo Freud?
Secondo Freud, la psicoanalisi si sforza di colmare la lacuna presente nella psichiatria, che, pur descrivendo i disturbi psichici e raggruppandoli in quadri clinici, non è in grado di fornire una comprensione delle loro origini, meccanismi e legami reciproci. La psicoanalisi vuole dare alla psichiatria il fondamento psicologico che le manca, sperando di scoprire il terreno comune su cui diventi comprensibile la convergenza del disturbo fisico con quello psichico. Essa deve operare esclusivamente con concetti ausiliari di natura meramente psicologica, rimanendo libera da ogni ipotesi preconcetta di natura anatomica, chimica o fisiologica.

2) Che cosa significa che i disturbi mentali si manifestano senza che ci sia «alcuna dimostrabile alterazione dell'organo anatomico della psiche»?
La frase "i disturbi mentali si manifestano senza che ci sia alcuna dimostrabile alterazione dell'organo anatomico della psiche" significa che, nei disturbi psichici, non si riscontra alcuna modifica visibile o misurabile a livello fisico nel cervello o negli altri organi del sistema nervoso. Freud afferma che la psichiatria, pur descrivendo e classificando questi disturbi, non riesce a spiegare la loro origine, il meccanismo che li causa o i legami tra i diversi sintomi, poiché non vi sono alterazioni anatomiche evidenti che possano chiarire questi aspetti. Pertanto, la psicoanalisi cerca di colmare questa lacuna offrendo una spiegazione basata su concetti psicologici piuttosto che fisici.

3) Quali sono i pregiudizi generali che la psicoanalisi va a urtare?
I pregiudizi generali che la psicoanalisi va a urtare, secondo Freud, sono due:

Pregiudizio intellettuale: Questo pregiudizio è collegato all'idea che i processi psichici siano consapevoli. La psicoanalisi, invece, afferma che la maggior parte dei processi psichici sono inconsci, contrastando così la rassicurante convinzione che siamo in grado di dominare completamente i processi psichici con le capacità razionali della coscienza. La comune equiparazione tra psichico e cosciente viene considerata dalla psicoanalisi come un pregiudizio che deve essere superato per comprendere la vera natura della mente.
Pregiudizio estetico-morale: Questo pregiudizio riguarda l'origine sessuale degli impulsi. La psicoanalisi sostiene che gli impulsi sessuali hanno un ruolo significativo sia nelle malattie psichiche che nei processi mentali sani e creativi. Questa idea costituisce una minaccia per la cultura civile che si basa sul controllo repressivo degli impulsi sessuali per dirottarne le energie verso obiettivi sociali più elevati (sublimazione). La società, infatti, non tollera la riconoscenza della forza delle pulsioni sessuali e preferisce considerare esteticamente ributtante e moralmente riprovevole questo aspetto delle scoperte psicoanalitiche.

Questi pregiudizi sono mantenuti in vita da forze affettive e costituiscono un ostacolo significativo per l'accettazione della psicoanalisi.

4) Che cosa significa che non c'è identità tra lo psichico e il cosciente?
Nel testo, Freud afferma che non c'è identità tra lo psichico e il cosciente, poiché i processi psichici sono di per sé inconsci e solo alcune parti e azioni della vita psichica sono consce. La psicoanalisi contesta l'equiparazione tradizionale tra lo psichico e il cosciente, sostenendo che esistono pensieri e volontà di cui siamo inconsapevoli. Questa distinzione è cruciale per la psicoanalisi, poiché apre un nuovo orientamento nel mondo e nella scienza, introducendo l'idea che l'inconscio ha un ruolo fondamentale nella nostra vita psichica.

5) Che cosa è la sublimazione?
La sublimazione, secondo il testo, è il processo attraverso il quale le pulsioni sessuali vengono distolte dalle loro mete sessuali e rivolte a mete socialmente superiori, non più sessuali. Questo avviene perché la civiltà si è formata sacrificando il soddisfacimento delle pulsioni in favore della società. La sublimazione permette di reindirizzare le energie degli impulsi sessuali verso attività culturali, artistiche e sociali elevate.

6) Perché la scienza non può accettare i pregiudizi?
La scienza non può accettare i pregiudizi perché, secondo Freud, essi sono potenti e radicati in evoluzioni utili o necessarie dell'umanità ma sono mantenuti in vita da forze affettive e non da prove oggettive. La psicoanalisi, come scienza, cerca di dare espressione a dati di fatto stabiliti tramite un lavoro faticoso e rifiuta l'ingerenza di considerazioni pratiche nel lavoro scientifico. Freud afferma che la contestazione delle scoperte scientifiche deve essere portata sul piano intellettuale e non può essere influenzata da considerazioni affettive o pratiche. La società, invece, tende a contestare le verità della psicoanalisi con argomenti logici e obiettivi che, in realtà, scaturiscono da fonti affettive, trasformandole in pregiudizi.


Guida alla Comprensione


1) Perché la medicina non è stata in grado di dare una risposta al problema delle cause dei disturbi psichici?
La medicina non è stata in grado di dare una risposta al problema delle cause dei disturbi psichici perché manca una scienza ausiliaria filosofica che possa soccorrerla nei suoi intenti medici. Né la filosofia speculativa, né la psicologia descrittiva, né la psicologia sperimentale connessa alla fisiologia degli organi di senso sono in grado di fornire informazioni utili sulla relazione tra il corporeo e lo spirito o di fornire la chiave per comprendere eventuali disturbi delle funzioni psichiche. Inoltre, la psichiatria, che si occupa di descrivere i disturbi psichici e raggrupparli in quadri clinici, ammette che le sue esposizioni sono puramente descrittive e spesso non meritevoli del nome di scienza, poiché i sintomi di questi disturbi sono sconosciuti per quanto riguarda la loro origine, meccanismo e legami reciproci, e non corrispondono ad alterazioni anatomiche dimostrabili o tali alterazioni non offrono chiarimenti utili .

2) Chiarisci l'importanza dell'ipotesi che esistano processi psichici inconsci per la ricerca delle cause dei disturbi mentali.
L'importanza dell'ipotesi che esistano processi psichici inconsci per la ricerca delle cause dei disturbi mentali è chiaramente delineata nel testo. Freud sostiene che l'identificazione dei processi inconsci è fondamentale per comprendere le cause dei disturbi psichici. Egli spiega che gran parte della vita psichica è inconscia e che solo alcune parti e azioni sono consce. Questo concetto contrasta con l'idea comune che identifica lo psichico con il cosciente. Freud afferma che la psicoanalisi non può accettare l'identificazione del cosciente con lo psichico e deve sollevare la contestazione di questa equiparazione.

Inoltre, Freud sostiene che la psicoanalisi rivendica come propria scoperta il fatto che alcuni moti pulsionali, specialmente quelli sessuali, hanno una grandissima parte nella determinazione delle malattie nervose e mentali. Questa affermazione implica che l'analisi dei processi inconsci, inclusi quelli legati agli impulsi sessuali, è essenziale per comprendere la natura e le origini dei disturbi mentali.

Quindi, secondo Freud, l'ipotesi dei processi psichici inconsci è cruciale per la ricerca delle cause dei disturbi mentali perché consente di penetrare in profondità nella psiche umana, al di là della coscienza, e di identificare i fattori che contribuiscono ai disturbi mentali, incluso l'importante ruolo degli impulsi sessuali.

3) Quale motivazione Freud attribuisce alla repressione sociale degli impulsi sessuali? Perché questo induce la cultura a rigettare la seconda tesi di Freud?
Freud attribuisce la repressione sociale degli impulsi sessuali al fatto che la cultura cerca di dirigere tali energie verso obiettivi sociali più elevati attraverso la sublimazione. Questo perché la presenza pervasiva della sessualità rappresenta una minaccia per la cultura civile, che si basa sulla repressione degli impulsi sessuali per indirizzarli verso fini socialmente accettabili. La cultura, pertanto, tende a respingere la seconda tesi di Freud, che afferma l'importanza degli impulsi sessuali nella determinazione delle malattie nervose e mentali, poiché riconoscere questa importanza metterebbe in discussione il sistema di repressione e controllo sociale, oltre a evidenziare l'importanza della vita sessuale individuale.

4) In che senso Freud applica alla cultura sociale i concetti e gli schemi utilizzati per l'analisi della psiche individuale?
Freud applica alla cultura sociale i concetti e gli schemi utilizzati per l'analisi della psiche individuale nel senso che egli riconosce che la sessualità, un concetto centrale nella psicoanalisi, gioca un ruolo significativo anche a livello sociale. Egli sostiene che la cultura civile utilizza forme di controllo repressivo degli impulsi sessuali per dirottarne le energie verso mete sociali più elevate, un processo noto come sublimazione. In altre parole, Freud ritiene che la sessualità, considerata come il represso e l'inconscio della coscienza civile, influenzi le dinamiche sociali e culturali in modi simili a come influenzano i processi mentali individuali. Questo concetto, applicato alla cultura sociale, suggerisce che i processi psichici inconsci svolgano un ruolo rilevante non solo nell'individuo ma anche nella formazione e nella struttura della società.

Fonti: Zanichetti, libri scolastici superiori

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