Analisi del Testo di: "La coscienza di Zeno" di Italo Svevo
1) Scheda dell'Opera
2) Introduzione
3) Trama
4) Personaggi
5) Temi principali
6) Riassunto
7) Analisi e Commento
Scheda dell'Opera
Autore: Italo Svevo
Titolo dell'Opera: La coscienza di Zeno
Prima edizione dell'opera: 1923
Genere: Romanzo
Introduzione
La coscienza di Zeno di Italo Svevo, pubblicato nel 1923, è uno dei romanzi più emblematici del Novecento italiano e rappresenta una pietra miliare della narrativa introspettiva. Il protagonista, Zeno Cosini, è un uomo borghese di Trieste alle prese con le proprie nevrosi, insicurezze e contraddizioni, raccontate attraverso un lungo flusso di memorie e riflessioni. Svevo, con uno stile ironico e innovativo, affronta tematiche profonde come il rapporto con la psicoanalisi, l'alienazione, e la ricerca di un'identità autentica. Scritto sotto forma di diario e terapia psicanalitica, il romanzo propone una visione disincantata della vita e della società del tempo, riflettendo la complessità e le incertezze della condizione umana.
Trama
La trama principale de La coscienza di Zeno ruota attorno alla vita e alle riflessioni di Zeno Cosini, un uomo che, attraverso un'autobiografia scritta per il proprio psicoanalista, tenta di esplorare le sue insicurezze, i suoi fallimenti e le sue contraddizioni. Zeno è un personaggio che si confronta costantemente con la sua incapacità di controllare le sue scelte, come il suo incessante e irrisolto tentativo di smettere di fumare, i suoi rapporti complicati con il padre e le donne, e il suo matrimonio con Augusta, scelto per convenienza più che per amore. La narrazione si snoda come un viaggio interiore in cui Zeno, con toni ironici e talvolta disincantati, svela le sue incertezze e i suoi autoinganni, offrendo al lettore una visione lucida e critica della società e dell'ipocrisia della morale borghese.
Personaggi
Zeno Cosini: È il protagonista e narratore del romanzo. Uomo borghese di Trieste, si rivela insicuro, ironico, e autoironico, spesso combattuto tra il desiderio di migliorarsi e una perenne indecisione. Zeno è ossessionato dal suo vizio del fumo, e il suo rapporto conflittuale con la propria volontà diventa un simbolo della sua difficoltà nel prendere decisioni ferme e nel trovare equilibrio. Attraverso i suoi pensieri, emerge una critica alla società borghese e alla psicoanalisi stessa.
Giovanni Malfenti: È il futuro suocero di Zeno, un uomo energico e deciso, incarnazione dei valori borghesi e figura quasi paterna. Rappresenta il contrario di Zeno per il suo carattere deciso e per la sua abilità nel mondo degli affari. La sua presenza influenza profondamente Zeno, che lo ammira e lo invidia per la sua sicurezza.
Augusta Malfenti: È la moglie di Zeno, una donna dolce e affettuosa, che rappresenta la stabilità e la comprensione. Anche se Zeno non è innamorato di lei inizialmente, Augusta diventa una figura positiva e rassicurante nella sua vita, l'unica in grado di comprendere e sopportare le sue debolezze. La sua calma e dedizione contrastano con la complessità emotiva e la continua insoddisfazione di Zeno.
Ada Malfenti: Sorella di Augusta e primo amore di Zeno, Ada è bella e affascinante, ma ha una personalità più fredda e determinata. La sua bellezza e la sua fermezza attraggono Zeno, che ne è innamorato, ma Ada non lo ricambia e, infine, sposa Guido. La sua vita prenderà una piega tragica, e la sua figura rappresenta un ideale irraggiungibile per Zeno.
Guido Speier: Collega e rivale di Zeno, è un personaggio brillante, ambizioso e sicuro di sé, che diventa il marito di Ada. Guido sembra essere il perfetto modello di uomo borghese, ma dietro la facciata si cela una personalità altrettanto fragile, che porterà a scelte sbagliate e tragiche. Guido e Zeno incarnano, in modi diversi, la crisi di identità della loro generazione.
Temi principali
La malattia e la psicoanalisi: Uno dei temi centrali è la malattia intesa non solo come condizione fisica ma anche come disagio interiore e sociale. Zeno stesso si considera "malato" e, attraverso la psicoanalisi, tenta di analizzare e comprendere le sue nevrosi. Tuttavia, il rapporto ambivalente di Zeno con la terapia mette in discussione l'efficacia stessa della psicoanalisi e il suo valore come strumento di guarigione.
Il conflitto interiore e l'autoinganno: Zeno è un uomo perennemente in conflitto con se stesso. La sua incapacità di smettere di fumare, le contraddizioni nei suoi rapporti con le donne e il senso di colpa verso il padre sono alcuni esempi della sua propensione all'autoinganno. Svevo esplora così la tendenza dell'individuo a mentire a sé stesso, incapace di accettare la propria natura.
Il fallimento e l'inettitudine: Zeno è un "inetto" che fallisce spesso nei suoi tentativi di migliorarsi e di inserirsi pienamente nella vita borghese. Questa inettitudine lo rende un anti-eroe, un uomo consapevole delle proprie debolezze ma incapace di agire per superarle, in un mondo che esalta invece il successo e l'efficienza.
L'alienazione e il distacco dalla realtà: Il protagonista si sente alienato, sia dalla società che dai suoi stessi sentimenti. Questo senso di estraneità, riflesso anche nelle sue relazioni interpersonali, esprime il distacco dell'individuo moderno dalla realtà e dalle convenzioni sociali.
La relatività della verità e della coscienza: Zeno scrive il suo diario sotto forma di una confessione per il proprio psicoanalista, ma il suo racconto è frammentario, contraddittorio e pieno di reinterpretazioni. La sua coscienza è inafferrabile e mutevole, suggerendo l'impossibilità di una verità assoluta, poiché ogni individuo costruisce la propria versione della realtà.
Riassunto
La narrazione si sviluppa in forma di diario, offrendo uno sguardo profondo e spesso ironico sulla sua esistenza e sui suoi conflitti interiori.
Il romanzo si apre con Zeno che riflette sul suo vizio del fumo e sul suo tentativo di smettere. Decide di scrivere le sue memorie come parte di un processo di autoanalisi, anche se riconosce la sua incapacità di seguire il suo proposito di abbandonare il vizio. Questo desiderio di smettere di fumare diventa un simbolo della sua continua lotta contro le proprie debolezze e insicurezze.
Zeno racconta la sua infanzia e il rapporto conflittuale con il padre, un uomo autoritario che gestisce un'azienda di tabacco. La figura paterna è centrale nella vita di Zeno, che vive costantemente all'ombra dell'autorità paterna. La morte del padre, avvenuta in un momento di tensione familiare, è un evento traumatico che segna Zeno profondamente e influisce sul suo sviluppo emotivo.
Zeno si sposa con Augusta, una donna forte e determinata, ma il loro rapporto è caratterizzato da tensioni e incomprensioni. Zeno ama in realtà un'altra donna, la bella e seducente Carla, ma la sua incapacità di prendere decisioni lo porta a rimanere intrappolato in una vita che non lo soddisfa. La sua infedeltà e la sua incapacità di impegnarsi sono riflesso della sua natura indecisa e della sua paura del fallimento.
Un altro personaggio chiave è Malfenti, l'amico e rivale di Zeno. Malfenti rappresenta l'opposto di Zeno: è sicuro di sé e intraprendente, mentre Zeno si sente sempre inadeguato e bloccato. Malfenti e Zeno condividono una relazione complessa che mette in evidenza le insicurezze e le frustrazioni di Zeno. La morte di Malfenti, avvenuta in circostanze tragiche, amplifica il senso di colpa e di impotenza di Zeno.
Zeno entra nel mondo degli affari, gestendo l'azienda di tabacco del padre, ma il suo approccio alla vita professionale è altrettanto indeciso. Le sue scelte imprenditoriali si rivelano spesso fallimentari, contribuendo alla sua auto-percezione come un uomo di successo. La sua carriera è costellata di fallimenti e la sua incapacità di prendere decisioni concrete riflette il suo conflitto interiore e la sua frustrazione esistenziale.
Gran parte del romanzo si concentra sulla psicoanalisi, un argomento molto attuale all'epoca di Svevo. Zeno frequenta uno psicoanalista, il dottor S., che lo aiuta a esplorare le sue nevrosi e le sue paure. Questo percorso terapeutico diventa un modo per Zeno di affrontare il suo passato e le sue emozioni represse. Attraverso le sedute di analisi, Zeno inizia a capire le dinamiche della sua vita e a confrontarsi con le proprie debolezze, ma questo processo è irto di ostacoli e resistenze.
Il romanzo si conclude con Zeno che cerca di trovare un senso alla sua vita, affrontando le sue fragilità e il suo rapporto con il mondo. La sua coscienza, tuttavia, rimane un campo di battaglia tra desideri, paure e la ricerca di autenticità. Zeno si rende conto che la sua vita è stata costellata di compromessi e illusioni, e la sua introspezione lo porta a riflettere sul significato del vivere.
La narrazione si chiude su una nota ambivalente, senza una vera risoluzione, sottolineando la complessità dell'esistenza umana e la continua ricerca di una coscienza che possa finalmente trovare la pace. In questo modo, Svevo ci offre un ritratto sfumato e profondo di un uomo in perenne conflitto con se stesso e con il mondo che lo circonda.
Analisi e Commento
In un mondo letterario che ha perso le sue coordinate spazio-temporali e la sua realtà oggettiva, che ha subìto una forte perdita dei valori distruggendo ogni linearità e logica, dalla penna di Italo Svevo si fa leggero e cade un personaggio: è Zeno Cosini, non l'eroe, non l'avventuriero, non il tormentato o l'afflitto. Semplicemente, l'inetto.
Zeno fa parlare esclusivamente la sua coscienza in un lungo monologo tematico che lascia scorrere, sotto gli occhi del lettore, i punti cardine della sua vita. La gran parte delle vicende che ha vissuto ma alle quali sembra appartenere ben poco: i ripetuti tentativi per smettere di fumare, il tormentato rapporto con il padre, la storia del suo matrimonio e i numerosi tradimenti verso una moglie che intanto continua ad amare, il rapporto con il cosiddetto "rivale" Guido Speier, (sposato con il suo primo desiderio amoroso, Ada, sorella della moglie) e poi suo socio in affari; conclude poi il tutto la spiegazione della sua presunta guarigione da una malattia psichica.
Infatti, nel redarre ormai da anziano le sue memorie, il paziente Zeno obbedisce insindacabilmente alla cura (di cui si è informati nella Prefazione) che gli prescrive il suo psicanalista, il misterioso dottor S., il dottor Sigmund Freud, chiaramente, o perché non il dottor Svevo, l'attento dottore che, in una lettura autobiografica dell'opera, diventerebbe volenteroso psicanalista di sé stesso? L'ambiguità è forte e molto probabilmente lasciata alla fantasie di un lettore troppo curioso.
Prevale, sfogliando le pagine del romanzo, una dimensione di sonno mescolato a veglia, di azioni perennemente giustificate come frutto della volontà del soggetto agente, ma mere pedine in mano ad un inconscio dittatore.
Si avverte, in una stesura di questo tipo, una chiara influenza delle nuove tecniche narrative che cominciano a dominare il primo Novecento in seguito a quella dissoluzione del concetto di identità, quella "cesura radicale" così ben teorizzata da Mario Lavagetto nel suo "Svevo e la crisi del romanzo", «dopo la quale niente sarà più come prima e i confini del possibile e dell'impossibile risulteranno drasticamente modificati»: si parla di flusso di coscienza ("stream of consciousness" di derivazione joyciana) o monologo interiore (presente nell'intera opera della Woolf, in particolare in "La Signora Dalloway" e "Gita al faro").
Zeno è colui che è incapace alla vita, è l'inetto che confonde salute e malattia, torto e ragione, volontà e inconscio, mescolando, alla stregua dei pensieri, anche i piani temporali, esprimendosi con quello che Svevo, appunto, chiama "tempo misto": così, il passato si incrocia al presente e contemporaneamente ritorna tale, un avvenimento non è mai raccontato una sola volta e con una lettura univoca, ma sempre ripreso e ridiscusso, sempre ritrattato con l'usuale convinzione ingannatrice.
Pertanto, Zeno è l'espressione più compiuta di quella figura di narratore inattendibile che ci offre il Novecento mediante le teorie di Wayne Booth: una condizione non necessariamente di menzogna volontaria, ma anche di inconsapevolezza, di percorso sbagliato, ambivalenza che non è semplice chiarire in questo romanzo, dato che Zeno è l'unica e sola fonte del narrare.
Il lettore sa di essere di fronte ad un bugiardo (ne è stato avvertito nella Prefazione da colui che si finge lo psicanalista), ma l'estrema convinzione del personaggio non rende le cose semplici: basta un dettaglio poi smentito, un particolare rinnegato involontariamente dopo pagine e pagine ed ecco che, con le parole di Lavagetto, "una storia vera si è così trasformata in una storia falsa".
Questo insolito personaggio secondo cui "la vita non è né bella né brutta ma originale" e che in questa strana vita inciampa continuamente, non vive però dell'antipatia di un lettore esigente, ma proprio grazie al raggiunto scetticismo che lo porta a sorridere dei suoi insuccessi e alla maturata ironia che lo spinge a scherzare sui suoi stessi autoinganni, si guadagna (forse immeritatamente) la complicità del lettore, che vede in lui un originale burattino del caso.
Fonti: libri scolastici superiori