Parafrasi, Analisi e Commento di: "Canzona di Bacco" di Lorenzo il Magnifico
1) Scheda dell'Opera
2) Introduzione
3) Testo e Parafrasi puntuale
4) Parafrasi discorsiva
5) Figure Retoriche
6) Analisi e Commento
7) Confronti
8) Domande e Risposte
Scheda dell'Opera
Autore: Lorenzo il Magnifico
Titolo dell'Opera: Canti carnascialeschi
Prima edizione dell'opera: 1490 ca.
Genere: Poesia lirica
Forma metrica: ballata composta di 7 ottonari (strofa di 8 versi) e conclusa da un distico finale occupato dal ritornello. Il primo verso di ogni strofa riprende la rima dell’ultimo di quella precedente e avvia uno schema rimico secondo lo schema ABBA CDCD DBBA EFEF.
Introduzione
"Canzona di Bacco" è una celebre poesia di Lorenzo de' Medici, noto anche come Lorenzo il Magnifico, che incarna perfettamente lo spirito del Rinascimento fiorentino. Composta verso la fine del XV secolo, la poesia celebra la gioia di vivere e il piacere dei sensi, esortando a godere dei piaceri della vita senza rimandare a domani ciò che si può vivere oggi. Attraverso immagini vivide e festose, Lorenzo il Magnifico invita a seguire l'esempio di Bacco, dio del vino e della spensieratezza, per abbandonarsi alla felicità del presente. Questo componimento, con il suo famoso ritornello "Chi vuol esser lieto, sia: di doman non c’è certezza", riflette un messaggio di edonismo e carpe diem, tipico della cultura rinascimentale, opponendosi alla rigida morale medievale e celebrando la bellezza effimera della giovinezza e del piacere. La poesia è un inno alla leggerezza e alla libertà, un invito a vivere intensamente e ad apprezzare ogni momento senza lasciarsi sopraffare dalle preoccupazioni del futuro.
Testo e Parafrasi puntuale
1. Quant’è bella giovinezza 2. che si fugge tuttavia! 3. Chi vuole esser lieto, sia, 4. di doman non c’è certezza. 5. Quest’è Bacco e Arïanna, 6. belli, e l’un dell’altro ardenti; 7. perché ’l tempo fugge e inganna, 8. sempre insieme stan contenti. 9. Queste ninfe e altre genti 10. sono allegri tuttavia. 11. Chi vuole esser lieto, sia, 12. di doman non c’è certezza. 13. Questi lieti satiretti, 14. delle ninfe innamorati, 15. per caverne e per boschetti 16. han lor posto cento agguati; 17. or da Bacco riscaldati, 18. ballon, salton tuttavia. 19. Chi vuole esser lieto, sia, 20. di doman non c’è certezza. 21. Queste ninfe anche hanno caro 22. da lor essere ingannate: 23. non può fare a Amor riparo, 24. se non gente rozze e ingrate: 25. ora insieme mescolate 26. suonon, canton tuttavia. 27. Chi vuole esser lieto, sia: 28. di doman non c’è certezza. 29. Questa soma, che vien drieto 30. sopra l’asino, è Sileno: 31. così vecchio è ebbro e lieto: 32. già di carne e d’anni pieno; 33. se non può star ritto, almeno: 34. ride e gode tuttavia. 35. Chi vuole esser lieto, sia: 36. di doman non c’è certezza. 37. Mida vien drieto a costoro: 38. ciò che tocca, oro diventa. 39. E che giova aver tesoro; 40. s’altri poi non si contenta? 41. Che dolcezza vuoi che senta 42. chi ha sete tuttavia? 43. Chi vuole esser lieto, sia: 44. di doman non c’è certezza. 45. Ciascun apra ben gli orecchi, 46. di doman nessun si paschi, 47. oggi sìan, giovani e vecchi, 48. lieti ognun, femmine e maschi. 49. Ogni tristo pensier caschi: 50. facciam festa tuttavia: 51. Chi vuol esser lieto, sia: 52. di doman non c’è certezza. 53. Ciascun suoni, balli e canti, 54. arda di dolcezza il core: 55. non fatica, non dolore! 56. Ciò che ha esser, convien sia! 57. Chi vuole esser lieto, sia: 58. di doman non c’è certezza. |
1. Com’è bella la giovinezza 2. Che però fugge in fretta! 3. Chi vuole godere della vita, lo faccia subito, 4. Non ci sono certezze nel futuro. 5. Ecco Bacco e Arianna, 6. Belli e innamorati l’uno dell’altra, 7. Poiché il tempo corre e inganna i mortali, 8. Sono felici di stare sempre insieme. 9. Ecco poi le ninfe 10. Che avanzano allegre anche loro 11. Chi vuol godere della vita, lo faccia subito, 12. Non ci sono certezze nel futuro. 13. I felici piccoli satiri 14. Innamorati delle ninfe 15. Tra le grotte e i boschi, 16. Le hanno seguite e sorprese almeno mille volte. 17. Ora, riscaldati dal vino, 18. saltano e ballano tutto intorno. 19. Chi vuol godere della vita, lo faccia subito, 20. Non ci sono certezze nel futuro. 21. Anche per le ninfe è un divertimento 22. essere corteggiate da loro: 23. all’amore possono resistere 24. solo le anime rozze e bigotte: 25. ora loro, insieme ai satiri, 26. suonano e cantano tutte insieme: 27. Chi vuol godere della vita, lo faccia subito, 28. Non ci sono certezze nel futuro. 29. Quel peso, che viene dopo di loro, 30. come una soma sull’asino che lo trasporta, è Sileno. 31. è vecchissimo ma felice e ubriaco: 32. porta su di sé il peso del suo corpo e dei suoi anni. 33. se ormai non riesce nemmeno più a stare in piedi, 34. comunque si diverte e si gode la festa. 35. Chi vuol godere della vita, lo faccia subito: 36. non ci sono certezze nel futuro. 37. Mida segue questa gente 38. trasforma in oro tutto ciò che tocca. 39. Ma a cosa serve essere tanto ricchi 40. se non si rendono felici gli altri? 41. Come potrebbe sentire un sapore dolce 42. chi muore di sete? 43. Chi vuol godere della vita, lo faccia subito: 44. non ci sono certezze nel futuro. 45. Che tutti prestino attenzione a queste parole, 46. che nessuno si nutra delle speranze nel futuro, 47. che oggi sia per tutti, giovani e vecchi, 48. uomini e donne, un giorno di festa e felicità. 49. Che ogni pensiero malinconico venga dimenticato: 50. facciamo festa tutti insieme, invece: 51. Chi vuol godere della vita, lo faccia subito: 52: non ci sono certezze nel futuro. 53. Che ognuno si diverta a suonare, ballare e cantare, 54. che il suo cuore si infiammi di dolce piacere: 55. non di fatica e dolore! 56. Ciò che deve accadere per natura, è bene che noi facciamo sì che accada! 57. Chi vuol godere della vita, lo faccia subito: 58. Non ci sono certezze nel futuro. |
Parafrasi discorsiva
[vv. 1-8] Com’è bella la giovinezza, che però fugge in fretta! Chi vuole godere della vita, lo faccia subito, non ci sono certezze nel futuro. Ecco Bacco e Arianna, belli e innamorati l’uno dell’altra, poiché il tempo e inganna i mortali, sono felici di stare sempre insieme.
[vv. 8-16] Ecco poi le ninfe che avanzano allegre. Chi vuol godere della vita, lo faccia subito, non ci sono certezze nel futuro. I felici piccoli satiri, innamorati delle ninfe, tra le grotte e i boschi, le hanno seguite e sorprese almeno mille volte.
[vv. 17-24] Ora, riscaldati dal vino, saltano e ballano tutto intorno. Chi vuol godere della vita, lo faccia subito, non ci sono certezze nel futuro. Anche per le ninfe è un divertimento essere corteggiate da loro: all’amore possono resistere solo le anime rozze e bigotte:
[vv. 25-32] ora loro, insieme ai satiri, suonano e cantano tutte insieme: chi vuol godere della vita, lo faccia subito, non ci sono certezze nel futuro. Quel peso, che viene dopo di loro, come una soma sull’asino che lo trasporta, è Sileno. È vecchissimo ma felice e ubriaco: porta su di sé il peso del suo corpo e dei suoi anni.
[vv. 33-40] se ormai non riesce nemmeno più a stare in piedi, comunque si diverte e si gode la festa. Chi vuol godere della vita, lo faccia subito: non ci sono certezze nel futuro.
Mida segue il corteo di questa gente trasforma in oro tutto ciò che tocca. Ma a cosa serve essere tanto ricchi se non si rendono felici gli altri?
[vv. 41-48] Come potrebbe sentire un sapore dolce chi muore di sete? Chi vuol godere della vita, lo faccia subito: non ci sono certezze nel futuro. Che tutti prestino attenzione a queste parole, che nessuno si nutra delle speranze nel futuro, che oggi sia per tutti, giovani e vecchi, uomini e donne, un giorno di festa e felicità.
[vv. 49-56] Che ogni pensiero malinconico venga dimenticato: facciamo festa tutti insieme, invece: Chi vuol godere della vita, lo faccia subito: non ci sono certezze nel futuro. Che ognuno si diverta a suonare, ballare e cantare, che il suo cuore si infiammi di dolce piacere: non di fatica e dolore! Ciò che deve accadere per natura, è bene che noi facciamo sì che accada!
[vv.57-58] Chi vuol godere della vita, lo faccia subito: non ci sono certezze nel futuro.
Figure Retoriche
Poliptoti: v. 56: “Chi vuol esser lieto, sia” (in ogni ritornello). Lorenzo esorta coloro che vogliono godere dei piaceri della vita a farlo il più presto possibile, “Ciò che ha esser, convien sia!”. Il godere dei piaceri fa parte della natura dell’uomo ed è perciò bene che gli esseri umani assecondino i loro bisogni.
Sineddoche: “doman” (in ogni ritornello): si intende con “domani” il futuro della vita, sconosciuto agli uomini e minaccioso.
Anafore: vv. 5-9-13-21-29: “questa/questa”. Vengono indicati di volta in volta i satiri, le ninfe, Sileno e Mida, che sfilano in corteo durante la festa carnevalesca.
Anacoluti: v. 5: “Quest’è Bacco e Arianna”. L’errore grammaticale esprime l’unità di Bacco e Arianna innamorati.
Epifore: vv. 2-10-18-26-34-42-50-57: “tuttavia”. Parola che si ripete per ogni introduzione al ritornello e lo introduce.
Iperbole: vv. 15-16: “per caverne e per boschetti / han lor posto cento agguati”. La figura descrive il topos mitologico, per cui classicamente i satiri inseguono le ninfe nei boschi.
Personificazione: v. 17, v. 23: “da Bacco riscaldati”. I satiri sono ubriachi di vino, indicato con il nome del dio classico, “Amor”. Il sentimento erotico è indicato con il nome del dio suo protettore.
Litote: vv. 23-24: “non può fare a Amor riparo, / se non gente rozze e ingrate:”. Solo chi non ha cultura e empatia nell’animo può resistere all’amore e ai piaceri.
Metafore: v. 29, v. 46: “questa soma”. Il corpulento Sileno pesa sulla schiena dell’asino che lo trasporta come un aratro quando si lavorano i campi, “di doman nessun si paschi”. Chi si nutre di speranza si comporta come gli animali da pascolo e non da essere umano.
Chiasmi: vv. 31-32: “così vecchio è ebbro e lieto: / già di carne e d’anni pieno;”. La figura descrive poeticamente l’aspetto di Sileno, vecchissimo, grasso, ubriaco e felice.
Domanda retorica: vv. 39-42: “E che giova aver tesoro; / s’altri poi non si contenta? / Che dolcezza vuoi che senta / chi ha sete tuttavia?”. La figura spiega come Mida si goda la festa perché pur essendo ricchissimo ha bisogno anche lui di liberarsi alla gioia e al piacere.
Parallelismi: vv. 47-48: "oggi sìan, giovani e vecchi, / lieti ognun, femmine e maschi.”. Tutti, secondo Lorenzo, dovrebbero godere della giovinezza e della vita.
Climax: vv. 53-54: “Ciascun suoni, balli e canti, / arda di dolcezza il core: / non fatica, non dolore!”. Lorenzo invita chiunque a godere della festa nel profondo dell’animo.
Analisi e Commento
La canzona di Bacco, conosciuta anche come Trionfo di Bacco e Arianna, è uno dei Canti carnascialeschi composti da Lorenzo de’ Medici, detto Il Magnifico, in occasione delle celebrazioni fiorentine del Carnevale da lui stesso proclamate.
Lorenzo il Magnifico, ultimo discendente della dinastia Medicea, governò su Firenze nella seconda metà del Quattrocento e diede inizio alla pratica del mecenatismo umanista che fu la base della grande stagione culturale del Rinascimento. Le maggiori figure culturali dell’epoca, come i filosofi Pico della Mirandola e Marsilio Ficino e i grandissimi artisti Poliziano, Botticelli e Michelangelo Buonarroti, frequentarono assiduamente la corte di Lorenzo, che fu poeta egli stesso.
Nella Canzona di Bacco troviamo l’esaltazione del piacere e dell’importanza del “cogliere l’attimo”, tema che Lorenzo ricava dalla celebre formula Carpe diem dell’undicesima Ode del poeta latino Orazio, suo modello tanto per gli ideali poetici che per le prese di posizioni filosofiche e politiche. Il concetto la forza di godersi il presente senza porsi preoccupazioni inutili sul futuro, come espresso nei primi celebri quattro versi: “Quant’è bella giovinezza / che si fugge tuttavia! / Chi vuole esser lieto, sia, / di doman non c’è certezza.”
Concludiamo la nostra analisi del testo con l’analisi stilistica del componimento. Nonostante il tema popolaresco, legato ai piaceri carnali, l’ebbrezza e il Carnevale, il sottofondo stilistico e lessicale della Canzona di Bacco è squisitamente umanistico e fondato sulla civiltà classica, secondo i proverbiali ideali laurenziani che diedero il la al Rinascimento. Il riferimento alla mitologia greco-latina (la vicenda di Bacco e Arianna, dei satiri e le ninfe o dello stesso Sileno o Mida) crea un preciso parco di riferimenti culturali antichi ed elevati, contrapposti al fanatismo cristiano e bigotto di Girolamo Savonarola, a cui anche la formula “di doman non c’è certezza” probabilmente allude, che si sarebbe imposto a Firenze appena due anni dopo il Carnevale di Lorenzo il Magnifico e la morte del grande sovrano fiorentino.
Fonti: libri scolastici superiori